Educarci alla pace in una scuola dei volti

Un documento di studenti, docenti e dirigente dell’Istituto Einaudi di Verona sull’assasinio di Nicola Tommasoli, pestato a sangue la notte del primo maggio ad opera di una banda di naziskin


DURAMENTE colpiti dall’assassinio di Nicola, noi studenti, docenti e dirigente dell’Istituto Einaudi di Verona intendiamo far conoscere la nostra intima partecipazione alla sofferenza della famiglia Tommasoli e invitare i nostri amici e colleghi a una riflessione prolungata e operativa sulle violenze presenti anche nella nostra città.

Proviamo un grande dolore e un’immensa tristezza ma anche rabbia e indignazione verso questa violenza e verso ogni forma di violenza tanto feroce e cattiva quanto stupida e vile.

Non intendiamo rassegnarci alle ragioni della forza cui vogliamo opporre la forza della ragione e la potenza del cuore.

Non vogliamo diventare prigionieri di modelli di comportamento basati sulla legge del più forte e del più furbo, su logiche di prepotenza, di superiorità, di rifiuto del "diverso", di esclusione o di ignoranza degli "altri".

Vasco Rossi osserva che "basta poco essere intolleranti, basta esser solo un po’ ignoranti". Primo Levi diceva che quando si pensa che un "diverso" da noi sia un nemico da eliminare (o da escludere) si pongono le premesse di una catena al cui termine c’è il campo di concentramento o di sterminio.

Educarci al futuro è, soprattutto, educarci alla pace. La pace comincia dalla sapienza del cuore, dal conoscere, dal conoscersi e dal riconoscersi. Pace è, anzitutto, comunicazione e rivelazione dei volti. Apparteniamo gli uni agli altri.

Il compito di una scuola seria e serena è quello di essere una scuola dei volti , è quello di educarci alla pace come costruzione di una vita bella e buona, utile e sana, fondata sulla ricerca della nostra umanità profonda, ancora sconosciuta..

Vogliamo, quindi, affermare un principio fondamentale scritto nella Dichiarazione universale dei diritti umani e nella nostra Costituzione: il rispetto della persona umana sempre e ovunque, l’idea che chi difende e salva una vita difende e salva il mondo. Di qui può nascere il valore di una cittadinanza umana e di una sicurezza comune.

Vogliamo, perciò, difendere e sviluppare ogni giorno i diritti umani, sempre collegati ai nostri quotidiani doveri, nel concreto di un’esistenza limpida e trasparente, amante della vita, ricca di amicizie e di relazioni, animata dalla fresca energia della nonviolenza che, come insegnavano Gandhi, Martin L. King e tanti altri è liberazione, forza della verità e dell’amore, azione generosa per gli altri, soprattutto per i più deboli, iniziativa responsabile e solidale.

A tale fine ci sembra importante ribadire l’importanza di un linguaggio pulito e gentile e di uno stile di vita semplice e sobrio, nutrito di calma e di mitezza, di dolcezza e di profondità, di fiducia e di pazienza, di passione e di tenerezza, di amore per la bellezza e il bene.

Verona 9 maggio 2008



Sabato, 10 maggio 2008