Satira - Il nuovo che avanza
LE GALLERIE DI PIAZZA VITTORIO

di A. Battantier

ROMA - Nelle gallerie sotto Piazza Vittorio Emanuele, la polizia dà la caccia alla nuova mala di pusher magrebini di 14 anni. Le baby gang invadono le fogne. Ragazzi senza più paura di nulla, disperati e aggressivi, vivono e forse muoiono là sotto. Si entra qui, in un tombino nei pressi dell’ex mercato di piazza Vittorio Emanuele, in questa specie di bocca di caverna sotto il parco di Colle Oppio. Qui, dove le fogne si gettano nel Tevere, gli spacciatori bambini si infilano nell’intestino della città. Età media, quattordici anni. Altezza media del cunicolo, un metro e sessanta. Altezza dell’acqua, uno e trenta. Larghezza del tubo di scarico, settanta centimetri. Lunghezza del cunicolo, tre chilometri e mezzo. Puzza, buio, paura. Escrementi, piscio, hashish, cocaina, urla. Scappare. Catturarli.
E’ successo due giorni fa, in pieno pomeriggio: gli uomini della polizia intercettano i baby spacciatori, li rincorrono, quelli vanno verso il Tevere- si tufferanno? Che accidenti hanno in mente?- e poi spariscono. Nella fogna. E i poliziotti dietro, carponi. "All’inizio si passa abbastanza bene, c’è una specie di cascatella, poi il condotto diventa più ripido" racconta uno di loro, Daniele, una vita in borghese e in incognito, berrettino di lana nero sugli occhi, alto di statura, robusto. "Siamo stati lì dentro quasi due ore, loro erano una quindicina, bisognava capire dove fossero, è un labirinto incredibile, è tutto scuro, avevamo le torce elettriche ma anche loro le avevano, sono attrezzati, ci sono buchi nelle pareti dove tengono la droga e le pile, mica improvvisano...e sparano, un nostro agente è rimasto ferito ad una gamba".
Come topi, tutti, gli spacciatori e i poliziotti. Sopra, la città della nuova prossima linea metro, dei fragori di ruspe e betoniere. Sotto, loro. Insieme ai cani dell’unità cinofila. "Sono riemersi qui, nello scavo della metro, davanti alla stazione di Piazza Vittorio", afferma Andrea, collega della narcotici. “…La scena è da vecchio fumetto di Topolino, o da bizzarro film d’azione” aggiunge Giorgio, il più giovane dei poliziotti. Il coperchio rotondo di un tombino che si solleva da solo, venti, trenta giovani, forse marocchini, comunque di carnagione olivastra, che ne sbucano come tappi di champagne o minatori stremati, dopo l’ultimo tratto di arrampicata, i poliziotti dietro, gli operai con le pale in mano e neanche una parola in bocca, solo stupore. "Ne abbiamo presi tre, rincorrendoli dentro ai magazzini MAS, a via dello Statuto, gli altri sono scappati". La solita scena, i pusher che non hanno documenti e dichiarano dieci, dodici anni, sono sempre gli stessi, minorenni sì ma non così piccoli. Però nelle fogne non erano mai scesi.
Hanno le mappe in testa, sanno bene dove infilarsi. Dal Parco di Colle Oppio c’è un sentiero sterrato, pieno di immondizie e sterpi, sotto alberi invernali scheletrici che porta dritto dritto al Colosseo. Un posto da paura anche in pieno giorno, terra di delinquenti, zona franca (e accidenti com’è minaccioso il cartello del Comune che intima: "Vietato il giuoco del pallone!"), dieci metri più sotto, ignari turisti giapponesi scattano le loro foto ricordi, accanto a finti gladiatori. Ma ormai anche il centro storico, oltre il rione Monti è in ostaggio agli spacciatori africani, via Urbana, via Paolina, fino a salire nell’orrido della stazione Termini. Lì decine di vagoni sono oramai ostello e rifugio per decine di barboni e malviventi. Due operai delle ex Ferrovie dello Stato furono accoltellati a morte nel 1999, durante un controllo. Polizia e carabinieri non riescono a fare nulla, non ci sono quasi mai. Arresi. Battuti da queste frotte di bambini organizzate da queste nuove orde di affamati che vengono a reclamare la loro giustizia. Piazza Vittorio: La caverna è lì sotto, a pochi metri dagli agiati appartamenti della nuova classe intellettuale romana e dei cosiddetti registi autoriali. Si entra passando sotto una specie di arco naturale, poi la volta della fognatura s’abbassa di colpo ed allora bisogna chinarsi. "Due ore nell’acqua sporca che arrivava a mezza gamba e anche più su, a un certo punto la sfioravo con la faccia" racconta Andrea. "Mi sentirò la puzza addosso per giorni, qui non bastano venti docce". L’intestino di Roma non è un luogo di fughe improvvise, è un territorio organizzato dalle bande. Queste erano le gallerie che portavano alle catacombe di San Callisto e di Santa Costanza; oggi è un incrocio di strade nere per lo spaccio di droga, per sparire e riapparire altrove sotto una grata divelta o un tombino. C’è chi ci vive, come i 29 bambini e ragazzi trovati sotto alle gallerie della chiesa di Santa Bibiana (tra Piazza Vittorio ed il quartiere di san Lorenzo). Sono state trovate stufe a gas, 98 materassi messi uno accanto all’altro, una vera e propria organizzatissima cambusa (100 kg di pasta, vino, olio, un vecchio frigorifero industriale in funzione). Succede sotto il centro storico della città eterna, sotto un parco prestigioso (la domus aurea di Nerone è a pochi passi). Nuove città, sotto la stazione Termini e il mercato di Piazza Vittorio (due tombini utilizzati dalla baby gang si trovano proprio in prossimità di due bancarelle pachistane che vendono frutta e verdure). Ed in via San Giovanni in Laterano, l’estate scorsa vennero scoperte altre gallerie che collegavano un phone center con il centro di accoglienza Caritas. Gallerie collegate con queste nuove, recenti, scoperte. "Io guadagno anche 200 euro al giorno e non penso proprio di tornare a casa…mando soldi in Marocco e mantengo 2 famiglie con il mio lavoro…so che non è un lavoro onesto ma io voglio lavorare pulito ma non è possibile per me qui" racconta Hicham, spacciatore di dodici anni che ne dichiara sei e indossa solo scarpe da ginnastica firmate. Come lui, altri 87 ragazzini fanno i corrieri della droga, nelle strade e in piazza Vittorio, e adesso nelle fogne, l’ultima novità dello spaccio. Poi ci sono i bambini rumeni che invece borseggiano e scippano, ci sono le piccole prostitute, i mendicanti ai semafori, un mondo sommerso che sa di sottosuolo anche quando non entra e non esce dai tombini. "Nell’arco di un anno intercettiamo circa 1000 minori" spiega Valentina Carlin, responsabile Ufficio Minori Stranieri del Comune. "Non si può fare molto a parte esserci, offrire la presenza discreta del Comune, l’esempio di un adulto positivo, ma questi sono ragazzi senza più paura di nulla, disperati, aggressivi. Hanno perso Dio e noi a fatica cerchiamo di ritrovarlo per loro e con loro". E questa sera lo psicologo A. Battantier parlerà a “porta porta” del difficile rapporto tra fede e carità.

Per vedere o leggere altri articoli o filmati vedi:

http://battar.spaces.live.com
http://www.youtube.com/user/battar
http://lapacedileonardo.blogspot.com

Sabato, 08 settembre 2007