"Famiglia cristiana", Governo, Vaticano
DOPO LE POLEMICHE, NODI DA SCIOGLIERE

di Forum Koinonia

Nei giorni scorsi si sono sollevate molte polemiche su un editoriale di Famiglia cristiana e sulla successiva dichiarazione del Direttore della Sala Stampa Vaticana. L’editoriale in questione (Il Presidente spazzino - Nel “Paese da marciapiede”, n. 33, 17 agosto 2008, p. 3) dopo una serie di considerazioni sulle scelte di Governo, conclude con queste parole: “È troppo chiedere al Governo di fugare il sospetto che quando governa la destra la forbice si allarga, così che i ricchi si impinguano e le famiglie si impoveriscono?”.

Il comunicato di P. Federico Lombardi, portavoce vaticano, non si è fatto attendere per affermare che la rivista paolina “non ha titolo per esprimere né la linea della Santa Sede né quella della Conferenza episcopale italiana. Le sue posizioni sono quindi esclusivamente responsabilità della sua direzione”. A parte l’ovvietà e l’inutilità di questo intervento (quando mai qualcuno ha pensato o detto che Famiglia cristiana è l’organo ufficiale della Santa Sede o della CEI?), le parole di P. Lombardi pongono il dubbio che dietro questa chiarificazione non dovuta - ma forse richiesta da chi vorrebbe vedere sconfessate le posizioni di Famiglia cristiana - ci sia la preoccupazione di salvaguardare i buoni rapporti col governo Berlusconi, ritenuto attento ai valori e agli interessi, anche quelli temporali, della chiesa cattolica.

Famiglia Cristiana analizza le scelte del governo in carica - per la verità non solo nell’ultimo numero - e ne deduce, insieme ad alcuni apprezzamenti, qualche osservazione critica. Si dice, per esempio, che nei cento giorni di questo governo alcuni temi sono stati presentati come emergenze (la giustizia, la sicurezza, il lodo Alfano). Ci sono però i poveri e i “mezzi poveri”, ma per essi non c’è allarme né emergenza nazionale: nessuno ha dato un forte segnale contro la povertà e la recessione, o a favore dei salari e delle pensioni. Si parla di una politica miope lontana dai bisogni della gente e solerte solo nei tagli da imporre agli altri (sanità, sicurezza, scuola), senza dare per prima l’esempio: al Senato i gruppi parlamentari sono dimezzati, ma si spende di più.

C’è solo propaganda e fumo negli occhi, allarmi propagandistici che, di emergenza in emergenza, cercano di distrarre gli italiani. I provvedimenti straordinari sugli immigrati (come le impronte digitali per i bambini Rom), definiti dalla rivista disumani, hanno provocato risentimento interno e la reazione del Consiglio e del Parlamento europeo. E intanto la forbice tra ricchi e poveri è sempre più larga, i prezzi raddoppiano e gli stipendi sono al palo (cf Famiglia cristiana, n. 31, 3 agosto 2008, p. 3). Si dice ancora che vengono cacciati i mendicanti, senza distinguere quelli legati ai racket dell’accattonaggio dai veri poveri che chiedono l’elemosina per sfamarsi: per il decoro della città e per l’estetica, a Roma si allontanano anche quelli che rovistano nei cassonetti o tra gli avanzi dei supermercati, dove si trovano frutta e verdura scartate perché non belle da esporre sui banchi di vendita, ma che potrebbero sfamare tanta gente. Si dice che proibire l’accattonaggio - e qui si riportano le parole del Card. Martino, presidente del Pontificio consiglio per i migranti - serve a nascondere la povertà del Paese e l’incapacità del governo a trovare risposte efficaci; che la politica, più che dare risposte ai disagi, li fa sparire dai titoli di testa sviando l’attenzione con le immagini del “presidente spazzino” e l’inutile gioco dei “soldatini” sui marciapiedi delle città. Rifacendosi alle stime sul nostro prodotto interno lordo e agli indici che misurano la salute delle imprese italiane, resi noti la settimana scorsa, si rivela che il Pil è allo zero ma le imprese mostrano profitti strepitosi che non si registravano da decenni (cf Famiglia cristiana, n. 33, 17 agosto 2008, p. 3).

Non fa certo meraviglia che rappresentanti di questo governo e di questa maggioranza abbiano fatto sentire la loro protesta indignata. Semmai fa meraviglia che le reazioni non entrino nel merito, dicendo o dimostrando che le cose scritte su Famiglia cristiana sono false o inesatte. La reazione è come per lesa maestà, quasi che certe cose non si dovessero dire e basta; e non si dovesse, soprattutto da parte cattolica, criticare o mettere in discussione il governo in carica. C’è stato perfino chi ha chiesto che la rivista in questione venga bandita dalle chiese (come se competesse a un Gasparri o ad un Giovanardi decidere cosa tenere o non tenere nelle chiese).

È evidente che una rivista come Famiglia cristiana è una libera palestra di liberi punti di vista, le cui valutazioni sono opinabili e discutibili. Ma le decisioni di un governo quale che sia possono essere intoccabili e indiscutibili?

Per quanto riguarda poi la dichiarazione di P. Lombardi, dire che quella di Famiglia cristiana non è la linea del Vaticano può essere corretto, come ha riconosciuto il Direttore della rivista, don Sciortino. Ci domandiamo però se P. Federico Lombardi sia autorizzato ad esprimersi anche a nome della Cei, e se la “voce” del Vaticano sia tout-court voce della chiesa di Dio.

Ma per chi aveva gridato allo scandalo e si era stracciato le vesti, la precisazione del portavoce vaticano diventa una sconfessione della rivista, e la conclusione potrebbe essere questa: la linea della Santa Sede e della Conferenza Episcopale Italiana è un’altra. E allora, quale è questa linea? Preoccuparsi dei poveri o denunziare un potere che impingua i ricchi e impoverisce le famiglie non è affare della Chiesa? Ci possono essere certo valutazioni diversamente ispirate, ma si può rimanere indifferenti e rinunciare al dovere della denuncia, tacitando perfino una voce autorevole nel panorama italiano come è Famiglia cristiana?

Su questi temi il profetismo biblico, il Vangelo e anche il magistero della Chiesa insegnano: basterebbe ripensare alla Populorum progressio, ma non più tardi di due giorni fa Benedetto XVI ha riportato la questione di fondo ai termini evangelici ed il Card. Tettamanzi ha invitato alla coerenza!

Bisogna perciò stare attenti a non risolvere tutto in sterile polemica, mentre il vero problema è riuscire a sciogliere i molteplici e annosi nodi che aggrovigliano la nostra vita quotidiana! Quello che ci dice S.Scaglia e ci racconta E.Mazzi ne sono una riprova.
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Articolo tratto da:

FORUM (105) Koinonia

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Martedì, 26 agosto 2008