Auguri di buone feste natalizie

di Giovanni Carbone

La politica fa acqua da tutte le parti. Gli scontenti non si contano. La confusione regna sovrana. Mancano l’ordine, l’armonia, la disciplina, l’insegnamento. Manca l’uomo saggio.

Il mio augurio per il prossimo anno

Si diffondano:
- il rispetto - sentimento che ci trattiene dall’offendere gli altri, ledere i loro diritti o menomare i loro beni.
- l’onore - consapevolezza radicata della propria dignità personale e volontà di mantenerla intatta comportandosi come si conviene.
- la dignità - stato o condizione di chi o di ciò che, per qualità intrinseche o per meriti acquisiti, è o si rende meritevole del massimo rispetto.
19 dic. ’07


Giovanni Carbone



"SPE SALVI"
Non leggo più i documenti del Papa - di Sergio Grande

Non leggo più i documenti del Papa.
Non leggo più i documenti di chi parla “ex cattedra”, di chi sostiene la propria infallibilità sia pure in materia di fede.
Non leggo più i documenti di chi vive in palazzi dove la ricchezza ed il potere trasuda da ogni pietra, dove il pasto quotidiano non è un problema, dove non ci sono gli affanni per arrivare alla fine del mese, dove i soldi non mancano mai, anzi ce ne sono tanti da poterli usare anche per speculazioni finanziarie nei paradisi fiscali, dove schiere di servitori sono pronti a soddisfare ogni capriccio, dove non si vive la sofferenza che vivono alcuni miliardi di esseri umani nel mondo.
Non leggo più i documenti di chi si presta a fare il testimonial d’auto di lusso nelle quali poi va in giro per il mondo.
Non leggo più i documenti di chi riceve i potenti della terra e gli sorride e stringe loro le mani, anche se sono macchiate del sangue di milioni di persone, e non li addita al pubblico ludibrio.
Non leggo più i documenti di chi non fa nulla contro la guerra, limitandosi a dire qualche parola formale.
Non leggo più i documenti di chi nega i funerali ai poveri cristi come Welby e poi li concede ai criminali sanguinari come Pinochet o agli ultramilionari come Pavarotti anche se divorziati e risposati.
Non leggo più i documenti di chi accetta come propri rappresentanti politici, contro cui nulla dice, persone che secondo la sua stessa dottrina dovrebbero essere scomunicati, perché divorziati e risposati, o perchè implicati in ripetuti scandali finanziari o perchè portatori di ideologie apertamente atee.
Non leggo più i documenti di chi nulla dice contro coloro che detenendo il potere assoluto sui mezzi di comunicazione ha ridotto la nostra gioventù a marionette succube della pubblicità, della ideologia edonista, dell’ingordigia più estrema, del prostituirsi pur di avere successo, perpetuando l’idea della donna “oggetto sessuale”, buona solo a fare figli e a fare le faccende domestiche.
Non leggo più i documenti di chi vuole rinchiudere nel “tempio”gli uomini e le donne del nostro tempo per tenerli prigionieri della religione della paura e dell’angoscia, contro cui il Gesù di cui loro si sono appropriati ha speso tutta la sua vita.
Non leggo più i documenti di chi veste come un principe medioevale e che si dichiara vicario di Dio e che pur non avendo mai conosciuta la sofferenza che deriva dalla miseria si permette di pontificare su tutto e di non avere misericordia di alcuno.
Non leggo più i documenti di chi pretende obbedienza cieca, di chi si ritiene difensore della retta dottrina, di chi espelle in continuazione persone dalla chiesa come se fosse una sua proprietà privata di cui può disporre come gli pare.
Non leggo più i documenti di chi avvalla culti idolatrici schiavizzando milioni di persone attorno a questo o quel “santo”.
Non leggo più i documenti di chi ha combattuto ferocemente contro la “teologia della liberazione”, consegnando di fatto ai boia di turno i tanti profeti e martiri sudamericani primo fra tutti Oscar Romero.
Non leggo più i documenti di chi parla continuamente di Dio e mai dell’uomo. Mercoledì, 05 dicembre 2007

“SPE SALVI”
Non c’è più speranza? di don Aldo Antonelli

Non ancora riesco a leggere l’enciclica di Benedetto XVI sulla speranza, ma ho il sentore di andare verso una grande delusione. Ho l’impressione che la chiesa si ritrovi un papa "cortocircuitato": tutto preso dalla stretta delle sue ossessioni, prigioniero della sua "razionalità filosofica" scambiata per "Ragione di fede"!
Nel capitolo 21, versetto 11, di Isaia c’è una domanda alla quale, purtroppo, nemmeno più la Chiesa, questa chiesa, sa dare una risposta: “Sentinella, quando finisce la notte? Dimmi, quanto manca all’alba?”.
Don Giorgio Morlin, parroco di Mogliano Veneto (Treviso) fa una descrizione del cattolicesimo italiano da far cader le braccia! Eppure tale è! E di fronte a questa realtà, il papa e i nostri vescovi continuano a tener chiusi gli occhi e sordo il cuore. Scrive don Giorgio:

Si registra un cattolicesimo italiano mediaticamente e politicamente imponente ma profeticamente fragilissimo. E’ un cattolicesimo, ad esempio, che, il 12 maggio 2007, riesce a radunare un milione d’italiani per il «Family day» a Roma ad affermare con forza: “No ai DICO!” ma che non riesce a mobilitare nemmeno qualche migliaio di cittadini credenti, nelle piazze di Palermo o di Napoli o di Milano o di Venezia, per proclamare, con altrettanta forza, “No alla mafia!”.
Un cattolicesimo nazionale che è richiamato dall’autorità ecclesiastica, giustamente ma anche ossessivamente, all’osservanza del VI comandamento (non commettere adulterio: quindi, no alle coppie di fatto!) ma che, allo stesso tempo, in merito ai due comandamenti contigui nell’elenco del decalogo, brilla per il suo grande silenzio: ad esempio sul V (non uccidere”: quindi, no alla guerra, no alla mafia, no alla camorra...) e sul VII (non rubare: quindi, no all’evasione fiscale, no alla cultura dell’illegalità...). Si verificano situazioni, paradossali e ridicole allo stesso tempo, in cui, ad esempio, i quattro principali leaders politici del centrodestra (Berlusconi, Bossi, Casini, Fini) che si dichiarano pubblicamente cattolici molto ossequienti al papa e strenui difensori della sacralità del matrimonio monogamico, in realtà risultano tutti e quattro divorziati.
Una cultura cattolica come questa, chiaramente strumentale e schizofrenica, spegne la speranza e la profezia. E’ una schizofrenia, comunque, che si registra in molti ambiti della vita civile e religiosa. Da un punto di vista strettamente religioso e popolare, il mondo cattolico, mentre riesce ogni anno a portare da ogni parte d’Italia circa 6 milioni di pellegrini alla tomba di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, non solo è incapace a mobilitarsi ma anche incapace ad esprimere un minimo di ribellione morale quando, ad esempio, i servitori della giustizia (come i giudici Costa, Chinnici, Livatino, Falcone, Borsellino, ecc...) sono ammazzati dalla mafia o dalla camorra o dalla ’ndrangheta. E’ uno strazio devastante che si abbatte con furia non solamente sulla vita dei cittadini ma anche sulla quella della natura stessa attraverso gli incendi dolosi a ripetizione, mirati masochisticamente all’autodistruzione ecologica, economica e urbana delle meravigliose terre del sud.
Tutto questo, tra l’altro, accade con l’omertà colpevole di quelle popolazioni locali, che magari poi sono anche molto devote nel recitare il rosario davanti alle statue di Padre Pio disseminate a migliaia nelle piazze e contrade di città e paesi del meridione, e non solo. Una religiosità come questa è fuori dalla storia e dal vangelo. Anzi, sarà proprio alla storia e al vangelo che, non so come e quando, saremo tutti chiamati come Chiesa a renderne conto…

Fin qui la bella citazione di don Giorgio. Come non dargli retta? A tutti un abbraccio e buona resistenza. Aldo. Martedì, 04 dicembre 2007



Mercoledì, 19 dicembre 2007