Preti sposati
Una pagina di Hans Kung sul celibato presbiterale

Traduzione di Stefania Salomone dal libro My Struggle for Freedom: A Memoir, di Hans Kung.


Il paragrafo che segue è preso da pag. 418 del libro di Kung in cui egli descrive a cosa si riferisce con "la settimana nera" del Concilio, in cui la curia ha preso potere con Paolo VI e ha impugnato il Concilio, marginalizzando la figura dei vescovi".


Che Bizantinismo vergognoso!
Un terzo oscuro presagio nel bel mezzo di un dibattito sul rinnovamento della vita religiosa, l’11 ottobre 1965; viene letta in sede di Concilio una lettera del papa che afferma di non essere d’accordo con la volontà espressa di voler discutere il problema del celibato presbiterale in aula conciliare: possibili proposte sul tema debbono essere indirizzate esclusivamente alla sua persona - ovviamente senza sortire effetto. In questo frangente anche una lettera del Cardinale Tisserant, il giorno successivo, constatava il silenzio assenso dei padri conciliari verso la lettera del papa. Era come se ci si trovasse in un congresso totalitarista. Ci si chiede: la disciplina medievale del celibato continuerà ancora per molto - come se questa legge dell’XI secolo non contraddicesse il vangelo e i diritti umani relativi al matrimonio e non comportasse la mancanza di nuovi preti per la pastorale nelle comunità? Cosa è rimasto della libertà del concilio di fronte a tali manipolazioni? Guardo a questi fatti con amarezza, trovandomi oggi a scrivere nel 2002, epoca in cui tutti i media parlano degli scandali di abusi sessuali dei preti e del fallimento nella condotta dei vescovi nella chiesa, dalla California alla Polonia, tanto che perfino gli organi ufficiali dell’arcidiocesi di Boston, particolarmente colpita, unitamente a pochi vescovi coraggiosi, stanno aprendo una discussione sulla revisione del celibato obbligatorio. Pag. 418


Testo Originale


(The following paragraph is taken from page 418 of Kung’s book where he is describing what he refers to as "the black week" of the Vatican Council II, where the curia had prevailed with Paul VI, and gained control of the Council and the Bishops were marginalized.)


What shameful Byzantinism!
A third ill omen is that in the middle of the debate on the renewal of the religious life, on 11 October 1965, a letter from the pope is read out in the Council stating that it is not in accordance with his will to discuss the problem of priestly celibacy in the Council aula: possible proposals on this can be addressed directly to him - of course with zero effect. In this case, too, a letter from Cardinal Tisserant the very next day expresses the alleged assent of the Council fathers to the pope’s letters. It is as if one were at a totalitarian party congress. One asks oneself: will this mediaeval disciplining of the clergy go on as it always has done - as if the eleventh-century law about celibacy did not contradict the gospel and human rights relating to marriage and increasingly rob the Catholic communities of new priests and pastoral care? What is left of the freedom of the Council in the face of such manipulations? I think back to these events with bitterness as I write in 2002, when all the media are full of reports of scandals involving sexual abuse by priests and the failure of the bishops in this my church, from California to Poland, so that now even the official organ of the archdiocese of Boston, which is particularly hard hit, and a few brave bishops, are opening up discussion of a revision of compulsory celibacy. Page 418



Il libro "My Struggle for Freedom: A Memoir", di Hans Kung esiste anche in traduzione italiana ma con un titolo un pò diverso: "Scontro di civiltà ed etica globale. Globalizzazione, religioni, valori universali, pace".




Giovedì, 13 dicembre 2007