La risposta di don Sante al Vescovo di Padova

fonte: http://mattinopadova.repubblica.it/dettaglio/Lultimo-messaggio-del-don-Un-fanatico-puo-uccidermi/1359654?edizione=EdRegionale
LA REPLICA
L’ultimo messaggio del don
"Un fanatico può uccidermi"

Ecco la risposta
alla lettera del vescovo

Ho visto subito che era una lettera tremenda. Mi si è conficcata nel cuore come una bomba atomica. (...)
Il Vescovo ha riscontrato in me due atteggiamenti tipici del demonio. Il primo è la prova, il secondo la controprova. Quindi don Sante è, in questo momento, il demonio, il Principe delle Tenebre. Basterebbe solo questo per uccidere un credente. Mi aspettavo una reazione violenta. E’ il mio peggior difetto: far impazzire di rabbia chi non vuol ragionare. Ma questa reazione del mio Padre Vescovo mi toglie il respiro. Questa non mi sembra la lettera di un Apostolo, del Capo della chiesa di Gesù. Questa mi sembra la lettera del capo di una Setta terrorizzato che un suo adepto riveli segreti inconfessabili. Questa lettera è un mandato di esecuzione, è il via libera per il primo folle fondamentalista fanatico che penserà di fare un grande dono alla Chiesa eliminandomi. Chiesi solamente di avere la garanzia che un terreno a ridosso del campo sportivo parrocchiale non vedesse sorgere la villetta di un ricco privato ma piuttosto una palestra per la collettività. E ora mi trovo con questa condanna inesorabile. Hanno guardato alla pagliuzza del mio vigneto e non alla trave del loro Seminario. Ora il vigneto passa in secondo piano. Ora l’unico favore che chiedo al Vescovo è che chiarisca che le Sue parole non danno a nessuno il diritto di eliminarmi o di fare del male ai miei cari, o alle persone che mi stanno vicino.
Se il mio Padre Vescovo avesse un figlio, forse saprebbe cosa significa «filiale rispetto ed obbedienza». Forse saprebbe che anche il figlio più rispettoso e obbediente del mondo sarebbe irremovibile nel chiedere ciò che è giusto. E il padre ne sarebbe addolorato, ma fierissimo in cuor suo.
Se il mio Padre Vescovo fosse innamorato di una donna fragile e affascinante, dolce e mite, delicata, tenera e allegra, sono sicuro che non avrebbe mai usato queste parole tenebrose. Sono spezzate tutte le mie ossa, una spada mi trafigge il cuore. Ho tanta gente dalla mia parte ma quelli che contano mi hanno già girato le spalle.
Il giorno del Santo Patrono il banco delle autorità, pieno ogni anno, era vuoto. Nessuno si è giustificato. Mancavano il sindaco, il capitano della Stazione dei carabinieri, il comandante della Polizia municipale. Del Gruppo Fede e Luce, invece non mancava nessuno. (...)
Dentro alla Chiesa non posso aver giustizia. Nessun avvocato accreditato presso la Sacra Rota mi potrà difendere a meno che non voglia gettare alle ortiche la sua carriera. I giudici accreditati sono pochissimi e ben scelti. Chi difenderà le mie ragioni? Mi aspettavo che il Vescovo mi citasse gli articoli del Codice di Diritto canonico che eventualmente avessi trasgredito, che mi portasse una buona volta le prove delle sue accuse ed invece mi è già arrivata la sentenza: don Sante, sei stato inghiottito dalle tenebre!
D’altronde non avevano altra scelta, lasciar vivere un giorno in più un provocatore come me voleva dire rischiare che qualche prete sprovveduto cominciasse timidamente ad uscire allo scoperto. Tanti, troppi preti mi hanno già espresso la loro vicinanza e la loro piena solidarietà esortandomi: «Non mollare, vai avanti». Non mi interessa più il mio fidanzamento. Se il Papa vuole le mie palle me le taglio e gliele spedisco (basta che non ci giochi!). Voglio spendere quello che resta della mia vita almeno per una causa. Che i divorziati risposati e i separati conviventi possano avere ancora una speranza nella Chiesa, possano ancora ricevere una benedizione sponsale. Hanno già sofferto le pene dell’inferno. Bastoniamoli ancora, diamogli ancora tante ghiande da mangiare, magari per anni, ma alla fine corriamo loro incontro e accogliamoli a braccia aperte! Se ci penso non mi sono mai interessati i poteri forti. Io ho sempre cercato la gente umile, quella che non mi può ricambiare, quella di cui nessuno saprà mai. Sono l’uomo e la donna, nel loro vissuto quotidiano, la mia passione. E allora continuo a rivolgermi a voi, gente comune, peccatori dichiarati, facciamo una chiesa dei peccatori poiché quella dei giusti esiste già e non ci piace. Vi chiedo sfacciatamente un aiuto economico, vi darò un conto corrente. Aiutatemi. Lo so che i preti vi hanno sempre chiesto soldi. Fate come credete, considerate che ve li abbia rubati e che un giorno farò tutto il possibile per restituirvi quattro volte tanto. Ora ho bisogno di tutto, di un computer, di una scrivania, di qualcuno che mi aiuti a leggere i vostri messaggi. Ma infinitamente più dei soldi ho bisogno di tante persone che mi aiutino.
Vi chiedo ancora un favore, se volete. Domenica andate verso la vostra chiesa, poco prima delle 11. Fate un cerchio attorno alla chiesa o nel piazzale, dandovi la mano e dite con la fede che avete, poca o tanta, il Padre nostro, poi restate per un po’ in silenzio e provate a sentire se lì, fuori della chiesa c’è il Dio di Gesù Cristo. Poi fate quello che volete. Entrate, tornate a casa, restate lì a discutere, andate ad accendere una candela o a trovare un amico o fare un pic-nic, come il vostro solito. Ora non mi resta che invocare i miei amanti santi.
San Giovanni Crisostomo donami un po’ delle tue straordinarie parole.
Sant’Antonio di Padova aiutami a trovare il coraggio.
Dante Alighieri e Beatrice aiutatemi a cantare l’Amore.
Galileo Galilei aiutami con la tua coerenza.
Don Lorenzo Milani irrobustiscimi nella virtù della disobbedienza.
San Padre Pio di Pietralcina aiutami ad aver fede anche quando la chiesa ti mette al confino.
Monsignor Oscar Romero tienimi sempre vicino ai più poveri e ai più deboli.
Giovanni Paolo I stammi vicino con il tuo sorriso.
Frère Roger, assassinato da una fanatica due anni fa, aiutami ad accettare l’idea del martirio.
Maria, donna che ribaltasti ogni giudizio, tirami fuori da quest’ombra di morte.
Gesù di Nazareth, tu sei la mia guida, sulle tue parole gioco la mia vita, tu sei il tesoro del mio cuore. Stammi vicino.
Padre nostro che fai piovere sopra i giusti e gli ingiusti e fai splendere il sole sopra i buoni e i cattivi benedicimi in questo giorno tristissimo.
Padre, perdonali, ti supplico, non sanno quello che fanno.
Donna e bambino che amo siate forti con me!



Domenica, 02 settembre 2007