PRETI SPOSATI: UN TABÙ SOLO NELLA CHIESA DI RITO LATINO

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Un po’ di dati utili per mettere fine alla caccia alle streghe. Forse pochi sanno che moltissimi preti cattolici nel mondo possono sposarsi: sono quelli di rito bizantino o costantinopolitano (preti cattolici della Chiesa cattolica italo-albanese, italo-greca, della Chiesa cattolica greco-melkita in Siria, Libano, Giordania, Israele e Gerusalemme, Brasile, Stati Uniti, Canada, Messico, Iraq). Possono essere sposati i preti cattolici della Chiesa greco-cattolica ucraina in Ucraina, Polonia, Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia, Germania, Francia, Brasile, Argentina, Finlandia, Norvegia e Svezia. Possono essere sposati i preti cattolici della Chiesa cattolica rumena in Romania e Stati Uniti, della Chiesa rutena in Ucraina, Repubblica Ceca e Stati Uniti e della diocesi di Krizevci in Croazia, Serbia e Montenegro. Possono essere anche sposati i preti cattolici della Chiesa macedone, della Chiesa greco-cattolica slovacca in Slovacchia e Canada, della Chiesa greco-cattolica ungherese, della Chiesa cattolica greca in Grecia e Turchia, della Chiesa cattolica bulgara, russa (in Russia e Cina), georgiana, bielorussa, copta (in Egitto), etiope (in Etiopia ed Eritrea). Possono essere sposati i preti cattolici di rito antiocheno o siriano occidentale, cioè i preti cattolici della Chiesa maronita in Libano, Cipro, Giordania, Israele, Palestina, Egitto, Siria, Argentina, Brazile, Stati Uniti, Australia, Canada, Messico. Stessa possibilità prevista dalla Chiesa cattolica sira (in Libano, Iraq, Giordania, Kuwait, Palestina, Egitto, Sudan, Siria, Turchia, Stati Uniti, Canada, Venezuela), siro-malankarese (in India), cattolica di rito caldeo (in Iraq, Iran, Libano, Egitto, Siria, Turchia, Stati Uniti), cattolica di rito armeno (in Libano Iran, Iraq, Egitto, Siria, Turchia, Palestina, Ucraina, Francia, Grecia, Argentina, Romania, Stati Uniti, Canada oltre ad altre zone dell’America latina o dell’Europa orientale). Dunque, si tratta di Chiese cattoliche di rito orientale. In Italia possono essere sposati solo i preti cattolici di rito bizantino, nella Chiesa italo-greca e italo-albanese. La diocesi di Lungro (CS) e la realtà di Piana degli Albanesi in Sicilia costituiscono le due situazioni importanti opposte alla Chiesa di Roma, paladine della rivendicazione del diritto anche per i preti di sposarsi perché negare ad un uomo il conforto di essere amato e aiutato ad affrontare le difficoltà della vita è disumano. Ma allora il divieto di matrimonio per i preti è un’imposizione solo per Roma? Si tocca un nervo scoperto. Come anteporre una norma umana ad un fatto di Dio, costituito dal mettere al mondo e crescere un figlio? Con degli occhiali scuri si vede tutto nero: il rischio è di fermarsi al coperchio senza guardare nella pentola. I preti sposati dichiarano a voce alta di non essere degli assatanati di sesso e resta il dubbio se le loro famiglie felici, realizzate, non potrebbero avere una valenza positiva. Si nasce attraverso un romanzo d’amore e le pulsioni vengono “umanizzate”. Bisogna scoprire la positività delle realtà corporee per parlare d’etica sessuale. Il prete sposato scende dal piedestallo della casta, fa esperienza della corporeità, condividendone i valori con i fratelli. Solo Dio può inventare una cosa così bella come i sentimenti di un uomo e di una donna che si amano per moltiplicare vita, condividere felicità. Anche il prete ha il diritto d’amare.
In Italia ci sono diversi casi di preti sposati e d’ex preti, alcuni sono riportati di seguito, ma ce ne sono davvero tanti, dal nord al sud, con denominatore comune il sentimento fra persone che desiderano condividere la vita, dono di Dio. La storia di don Ernesto, che ha abbandonato il sacerdozio per amore di una donna. Nel 1979 viene ordinato sacerdote. Svolge per cinque anni il suo ministero nella parrocchia di Breccia, dove conosce una donna, s’innamora di lei, ma, dato che questo sentimento turbava entrambi, prova a separarsi da lei per non “cadere in tentazione”. Dopo un anno e mezzo don Ernesto capisce che il suo amore per lei è troppo grande e, addirittura, complementare all’esercizio del ministero. Di qui, la decisione di rinunciare alla tonaca per sposare la donna amata. Prima civilmente, nel 1986, e poi in chiesa, dopo cinque anni, quando il Papa firma la dispensa dagli ordini sacerdotali. Ernesto Miragoli si è dovuto completamente ricostruire la vita, inventandosi un lavoro, andando anche contro l’opinione pubblica. Oggi Ernesto è un giornalista, direttore di due periodici. Si occupa anche di un sito dedicato all’ascolto delle donne che hanno una situazione simile a quella vissuta da lui tanti anni fa (come per es. suore innamorate di un prete, donne che amano un sacerdote e sono ricambiate, ecc.). Togliere l’obbligo del celibato per i preti, secondo Miragoli, sarebbe necessario, facendolo diventare una scelta facoltativa, non obbligatoria. Occorre ripensare l’intero sacerdozio, così come il fatto che possano accedervi solo i maschi, perché Dio ha creato uomo e donna. Bisogna cambiare con un percorso educativo, non con un ’colpo di legge’. Ernesto Miragoli oggi ha 52 anni, non è più don Ernesto da venti. Ha affrontato una situazione difficile; ha riflettuto a lungo. Quindi ha scelto di sposare la donna che poi gli ha dato tre figli. L’amore molesto: don Alberto ed Elena innamorati alla luce del sole. Alberto Stucchi è sacerdote e religioso, priore del monastero di Chiaravalle, nel milanese. Dopo 11 anni di vita monastica conosce Elena, con la quale nasce una storia d’amore; dopo aver chiesto dai suoi superiori un periodo di riflessione fuori del monastero, decide di non interrompere la sua relazione. Alberto ha provato a più riprese, insieme alla sua compagna, a dialogare con l’istituzione ecclesiastica, cercando di spiegare l’assurdità di un celibato vissuto non come scelta ma come obbligo e rivendicando come l’amore per Dio e l’amore per una donna non siano in contraddizione. Tentativo vano, purtroppo. Alberto ed Elena hanno rifiutato di mantenere segreta la loro relazione. "Di nascosto si ruba e si uccide, non certo si ama", ha infatti risposto Alberto a chi gli ha proposto di vivere la sua storia nell’ambiguità. Il suo desiderio d’amore si è scontrato con la rigidità delle leggi ecclesiastiche. Alberto ha scelto Elena, ma c’è anche da sottolineare che, durante la fase di discernimento, ha subito pressioni dall’autorità ecclesiastica, ricevendo lettere che gli ricordavano come, a norma del diritto canonico, la sua posizione fosse irregolare e minacciando di prendere provvedimenti nei suoi confronti. La pressione maggiore l’ha avvertita soprattutto nelle loro parole: dicevano di parlare per il suo bene, insistevano sul fatto che quello che faceva era male, che doveva desistere dalla sua scelta. Insomma, più rimproveri che comprensione. Il mondo ecclesiastico è troppo legato al vecchio, alla legge, come Alberto ha avuto modo di dichiarare in più occasioni, consapevole che ciò che gli è capitato non si può considerare una "sbandata", magari una situazione che non aveva previsto, ma lui ha voluto accoglierla nella sua vita, senza respingerla. Il desiderio di Alberto e di Elena è quello di rimanere a Chiaravalle, provando a rinnovare la vita monastica, aprendola a presenze anche diverse da quelle dei monaci. Magari bisognerà aspettare qualche anno, ma non perdono la speranza.
Padre di una bimba di tre anni: è il parroco che ha vegliato sulle vacanze valdostane dei papi. Don Paolo Curtaz, 41 anni, il parroco che nel 2005 ha ricevuto nella sua parrocchia di Introd, in Val d’Aosta, papa Benedetto XVI, è padre di una bimba di tre anni. Ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di parroco: il vescovo di Aosta, Giuseppe Anfossi, gli ha concesso un anno di riflessione, nel corso del quale il sacerdote non ha esercitato il ministero pubblicamente.Don Paolo Curtaz si è occupato di cinque parrocchie di montagna ed è stato molto noto in Valle per la sua dinamicità e capacità di coinvolgere i fedeli. Se don Paolo dovesse decidere di continuare a fare il parroco, potrebbe farlo, ovviamente non proseguendo la relazione con la madre della bimba di tre anni di cui è papà. Se, invece, il giovane e dinamico sacerdote volesse sposarsi con la madre della piccola, avrebbe bisogno dell’autorizzazione papale, con riduzione allo stato laicale.Ariano, scandalo per la fuitina di don Gino. È successo anche questo, la gente in paese ha iniziato a chiedersi: crisi mistica, fuga d’amore, vacanza prolungata? Don Gino Lombardi, giovane e dinamico parroco di Ariano Irpino, accolto con grande entusiasmo da tutti, per alcune settimane non si è visto più in chiesa. Con il passare del tempo, sono cominciate a circolare indiscrezioni di vario tipo, indiscrezioni tramutate poi in una certezza: don Gino avrebbe preso una cotta per una donna di Ariano Irpino della sua stessa età. Prima ricambiato e poi respinto, vive, lontano dal paese, un periodo di solitudine per meditare. Chi ha messo in crisi don Gino? Si parla di una donna piacente che, alla fine di un’avventura impossibile, si sarebbe decisa fare ritorno a casa, lasciando il giovane parroco al suo destino. Accanto a questi casi emblematici, ricordiamo anche la storia recente di don Sante, giovane parroco innamorato di una donna da otto anni, il “fattaccio” confessato dallo stesso sacerdote durante l’omelia nella chiesa di Monterosso (PD), e il caso di don Giuseppe Serrone, sacerdote sposato e fondatore dell’Associazione Italiana Preti Sposati, affine a quella di mons. Milingo creata in America, chiedendo a gran voce il riconoscimento in Italia del ministero dei preti sposati. Un caso sconvolgente ha “sconvolto”, appunto (e scusate il gioco di parole, ma è inevitabile) l’opinione pubblica in Irlanda, una storia scoperta da poco anche se è stata vissuta da decenni da un uomo, Michael Cleary, uno dei più grandi comunicatori che la chiesa cattolica romana abbia conosciuto, un uomo che ha avvicinato i giovani in modo straordinario, la quintessenza del prete dei giovani. Ha diffuso il messaggio che la religione non deve essere seria, antiquata e pia, girando l’Irlanda cantando e suonando la sua chitarra. È stato un prete irriverente specializzato nel denunciare le disposizioni della sua chiesa verso una pomposa solennità, un Padre Trendy, un chierico istrione che ha vissuto però nel mondo reale. È stato favorito dalla Chiesa irlandese per una ragione specifica: non importava quanto fosse informale e perfino rischioso il suo approccio perché il suo messaggio era sostanzialmente questo: le leggi della Chiesa devono essere seguite. In particolare, in relazione alle tematiche sessuali, i rapporti pre-matrimoniali, la contraccezione e l’aborto erano fuori discussione, mentre il celibato era un dato assoluto. Tutti temi dibattuti nelle sue trasmissioni radiofoniche. Dopo anni di ribalta sui media, Fr. Cleary è morto nel 1993. Ma l’Irlanda sta di nuovo parlando di lui dopo la messa in onda di un documentario sulla rete televisiva RTE che lo ha ripreso in casa con la sua amante, Phyllis, ufficialmente la sua governante, e i suoi due bambini. Forse alcuni sapevano, ma hanno preferito fingere di non sapere. Michael era il prete più conosciuto dell’Irlanda, lei era un’ex paziente psichiatrica, presa in cura all’età di 14 anni dopo aver subito un abuso. Sono rimasti insieme per 26 anni. Quando si sono incontrati, lui aveva 30 anni, lei era ancora adolescente. Tutto è venuto alla luce dopo la sua morte di cancro. All’inizio la Chiesa ha tentato di negare tutto, ma c’è di più: assurdo nell’assurdo. Pare che Cleary sia andato privatamente da un vescovo per confessare di avere una relazione e due figli. Il vescovo gli aveva detto di sanare la sua situazione, ma in seguito Cleary aveva scoperto che Eamonn Casey, il vescovo che lo aveva rimproverato, aveva anche lui un figlio segreto. Cleary è morto senza essere scoperto e viene ricordato come vittima della linea intransigente del Vaticano sul celibato. Il principio agostiniano "Ama e fa’ quel che vuoi" sembra trasformarsi drammaticamente in "Fa’ quello che vuoi, ma di nascosto"? Dal sito internet di don Sante ci si chiede: “Se Gesù avesse avuto una moglie e un figlio cosa cambierebbe dell’essenza del suo messaggio?”. La caccia alle streghe può anche finire. Nella prossima puntata proveremo a fare il punto della situazione, traendo delle conclusioni sull’argomento “preti sposati” e preparando il tavolo della discussione in vista di una probabile chiacchierata con sacerdoti sposati, distanti dai tabù imposti dalla Chiesa di Roma.

Zocc&Zocc





Lunedì, 01 ottobre 2007