La chiesa sta pagando un prezzo molto alto a causa della regola del celibato

Traduzione di Stefania Salomone


La nomina di un ex-prete cattolico a decano della Cattedrale Anglicana di Dublino è un esempio di come la regola celibataria cattolica stia favorendo l’emorragia di chierici verso la più liberale Chiesa di Irlanda.
Dopo il matrimonio con Celia e le sue dimissioni da prete della diocesi cattolica di Cork e Ross, il decano Dermot Dunne è divenuto ministro della rettoria anglicana nella diocesi di Ferns. Ha potuto qui riscontrare quanti membri tra le fila del clero cattolico avessero già cambiato.
Un gran numero di suore e di laici cattolici hanno trovato riparo nella Chiesa d’Irlanda.
Questo passaggio forse piccolo, ma significativo, dalla rigida disciplina e dalle regole morali della chiesa cattolica romana verso un ideale più libero nel rispetto della coscienza individuale propri della Chiesa d’Irlanda è degno di grande attenzione, anche da parte dei media che fino ad ora l’hanno ignorato.
La rapida ascesa deI decano Dunne all’interno della sua nuova comunità ecclesiale avviene solo alcuni giorni dopo la pubblicazione di nuove cifre che sottolineano la vastità del fenomeno di riduzione del clero cattolico che sta raggiungendo dimensioni catastrofiche.

Lo scorso anno 160 preti sono deceduti e rimpiazzati da sole 9 ordinazioni; 228 suore sono passate a miglior vita con due sole novizie che hanno preso i voti.

Se continua questo trend in cui i preti hanno una età media molto alta e non vengono rimpiazzati, il numero totale passerà da 4,752 a 1.500 nel prossimo ventennio. I conventi diventeranno un pezzo d’antiquariato.
In linea di massima, questa è una crisi di mancanza di manodopera. Così viene definita dal quotidiano "Irish Catholic", voce conservatrice, che ha sollecitato però un Sinodo Nazionale dei Vescovi, con preti e laici per affrontare l’emergenza.
Le diocesi sparse nel paese sono talmente a corto di preti che molte parrocchie non hanno un ministro e la quantità di messe si è drasticamente ridotta.
Alcuni sondaggi hanno evidenziato come l’opinione pubblica solleciti la fine del celibato obbligatorio, ma fino ad oggi questi appelli sono stati ignorati dalla gerarchia cattolica irlandese, che non vogliono rischiare di contrapporsi al volere di Papa Benedetto, notoriamente contrario al cambiamento di questa regola che risale al XII secolo.
La politica vaticana fin dall’inizio degli anni ’60 è stata contraria all revisione del celibato obbligatorio. Anche il papa riformista Giovanni XXIII non permise che l’argomento fosse discusso nel Concilio Vaticano II (1962-65).
Il suo successore, papa Paolo VI, si trovò a che fare con il più grande esodo di preti brillanti e preparati che hanno lasciato per sposarsi. Paolo li definì traditori.

Una linea ancora più dura fu intrapresa da papa Giovanni Paolo II, che ha reso incredibilmente difficile ottenere la dispensa. L’attuale papa, Benedetto XVI, praticamente è sulla stessa linea del "non cambiamento".
Però Roma ha fatto una eccezione a questa regola, ammettendo al presbiterato cattolico uomini sposati convertiti dall’anglicanesimo. Le chiese ortodosse permettono ai propri preti di sposarsi prima dell’ordinazione.

Mentre si vive nella speranza di un incremento di vocazioni, la chiesa cattolica irlandese ha ottenuto l’approvazione dal Vaticano per formare diaconi sposati in un iter di preparazione che dura cinque anni. Il diaconato è un ministero ordinato che trae origini ai tempi degli apostoli.
ci sarà un anno preliminare prima dell’ammissione del candidato. Il programma formativo durerà tre anni (part time). Comprende un profondo studio della teologia e della filosofia, così come nozioni di natura pastorale, spirituale e umana.
L’età minima per l’ammissione è 25 anni per i candidati celibi e 35 per quelli sposati.
L’età massima è 60 anni. Mentre possono essere ordinati uomini sposati, i diaconi che restano vedovi non possono risposarsi.
Per assicurare che il diaconato non entri in conflitto con le responsabilità matrimoniali, il candidato viene accettato solo dopo un’approvazione formale da parte della moglie.

I diaconi che ricevono il Sacro Ordine non indossano paramenti, ma possono farlo durante le funzioni.
I candidati devono avere una perfetta conoscenza del Vangelo, una idonea vita spirituale e una comprovata attitudine al servizio, anche a costo di rinunce personali.

Mentre le autorità ecclesiastiche insistono nel dire che i diaconi non sostituiscono i preti, si teme che possano essere di fatto vissuti come sostituti, e che comunque il numero di diaconi non risolverà la carenza di preti nella chiesa irlandese, al contrario dell’ordinazione di uomini sposati o donne.
http://www.independent.ie/opinion/analysis/church-is-paying-a-high-price-for-its-celibacy-rule-1297042.html



Testo originale


Church is paying a high price for its celibacy rule
The appointment of a former Catholic priest as the Anglican Dean of Dublin’s Christ Church cathedral is an example how the obligatory rule of celibacy of the Roman priesthood is losing clergy to the more liberal Church of Ireland.
After his marriage to his wife Celia, and his resignation as a priest of the Catholic diocese of Cork and Ross, Dean Dermot Dunne has been ministering as an Anglican rector in the diocese of Ferns, Remarkably, Dean Dunne discovered that three of his 11 colleagues had also left the ranks of the Catholic clergy.
A number of nuns and Catholic laity have also found a spiritual haven in becoming members of the Church of Ireland.
This relatively small but significant switch in denominational allegiance from the tight discipline and moral rules of Roman Catholicism to a freer ethos of respect for individual conscience allowed in the more broad Church of Ireland is worthy of greater attention than it has so far drawn in the national media.
Dean Dunne’s rapid rise within his adopted ecclesial community in these more ecumenical times comes only days after new figures revealed the extent of the drop in clergy numbers in the Irish Catholic Church that is now reaching catastrophic proportions.
Last year 160 priests died while only nine men were ordained, and 228 nuns passed away with only two newcomers taking religious vows.
Under current trends of ageing clerics and few recruits, the number of priests will halve from 4,752 to 1,500 over the next two decades. Convents could become an antiquarian rarity.
By any standard, this is a manpower crisis. It is recognised as such by the ’Irish Catholic’ newspaper, traditionally regarded as a conservative voice, but which has called for the convening of a National Synod of Bishops, priests and laity to confront the emergency.
Dioceses throughout the country have become so short of priests that many parishes are priestless, and the frequency of Masses has been drastically reduced.
Opinion polls have shown there is popular demand for ending the rule of obligatory celibacy, but so far such appeals have been ignored by the church establishment in Ireland, which will not dare to challenge Pope Benedict’s unwillingness to change this rule dating from the 12th century.
Vatican policy since the early 1960s has been opposed to the revision of the celibacy obligation. Even the reform-minded Pope John XXIII did not allow the matter to be discussed at the Second Vatican Council, 1962-5.
His successor, Pope Paul VI, grappled with a massive exodus of the best and the brightest from the priesthood who left to get married. Paul described them as traitors.
An even more hard line was taken by Pope John Paul II, who made it exceedingly difficult for priests to become laicised. The present Pope, Benedict XVI, is also taking a firm ’no change’ line.
Yet, an exception has been made by Rome to this rule through its admission to the Catholic priesthood of married men who have converted from the Anglican Communion.The Orthodox and Easter Rite Churches allow its priests to marry before ordination.
While hoping for an upturn in vocations, the Irish Catholic Church has won Vatican approval for the training of married male deacons over five years, the diaconate is an ordained ministry which traces its origins back to the time of the apostles.
There will be a preliminary year before a man is accepted as a candidate. The formation programme will take three years (part time). It involves the serious study of theology and philosophy, as well as pastoral, spiritual and human formation.
The minimum age for admission is 25 years for a celibate candidate, and 35 years for a married candidate.
The maximum age is 60 years. While married men may be ordained, deacons who are widowed do not normally remarry.
To ensure that the diaconate does not conflict with the responsibilities of marriage, a married man may only be accepted as a candidate for diaconate if he has the formal approval of his wife.
Deacons who receive the sacrament of Holy Orders will not normally wear clerical dress, but will be allowed to wear vestments when officiating at services.
Candidates must be men who have a good knowledge of the Gospel, a well-established spiritual life, and a proven willingness to serve others, even at some personal cost.
While the Church authorities insist that deacons will not be substitute priests, there are fears that they will be viewed as such, and that the numbers entering the diaconate will not resolve the need for priests, whether married males or women, in the Irish Church.
http://www.independent.ie/opinion/analysis/church-is-paying-a-high-price-for-its-celibacy-rule-1297042.html



Mercoledì, 27 febbraio 2008