Nessun complotto, a demolire la chiesa ci pensate da soli

di Stefania Salomone

Commento ad un articolo pubblicato dall’Agenzia FIDES sul tema del celibato


A chiunque sia l’autore di questo articolo,
intendo replicare:
Il celibato cattolico è attaccato perché E’ ATTACCABILE. E non per partito preso, ma per tutta una serie di ragioni che voi gerarchia ecclesiastica ben conoscete e sulle quali non accettate alcuna forma di dialogo.
Infatti trovo scritto "...infedeltà alla disciplina celibataria". Oltre ad essere un inganno, è solo una disciplina. Nulla di rivelato, nulla da rivelare.
Nascondersi sempre dietro la "strategia mediatica" mi sembra ormai un argomento fuori luogo, fuori tempo e ingiustificato. La minaccia mediatica che, secondo voi, tenderebbe a demolire l’immgine della Chiesa non ha senso di esistere. A demolire la Chiesa ci pensate già da soli. Però dobbiamo fare un distinguo, importantissimo. Voi non siete LA CHIESA. Quindi anche le affermazioni fatte fino ad ora andrebbero meglio spiegate.
Noi laici vogliamo e dobbiamo sviscerare tutti quei dubbi in relazione alle "vostre discipline", proprio perché vogliamo che la Chiesa di Cristo torni a splendere, e non per affossarla.
Il vostro insegnamento, non quello di Gesù - si badi bene, è già delegittimato, da voi stessi.
Anche chi scrive è profondamente convinto che la Verità si faccia spazio da sola e cammini con le proprie gambe; infatti quelli che voi chiamate "attacchi" ne sono una chiara dimostrazione.
Ribadire i concetti di "Incarnazione del Verbo", di "Dio del Mondo" servono a sacralizzare un ambito che non ha nulla di sacrale. E’ la vita di uomini e donne che camminano sulle orme di Cristo, con tutta la loro umanità, anche quella che voi chiamate bestiale.
"Tale pretesa rifulge in modo preminente in coloro che, per Cristo e solo per Cristo, scelgono di offrire tutta la propria esistenza, inclusa la dimensione affettiva e sessuale, per testimoniare Lui, la Sua vittoria sul Maligno e sulla morte". Cominciamo col dire che sarà bene iniziare a ritenere il ministero presbiterale un servizio all’uomo, e quindi a Cristo. Un ministero NON PER CRISTO, ma IN CRISTO. La differenza potrà sembrare sottile, ma non lo è. Nella vostra frase che ho citato c’è un chiaro riferimento ad una concezione della sessualità come maligna, mortale.
Ecco dov’è il problema. Siete (e vorreste che anche noi fossimo) vittime di una visione peccaminosa del sesso, delle pulsioni - in definitiva, dell’amore.
"La Chiesa Cattolica, nella sua sovrana sapienza e libertà, sceglie per il ministero ordinato solo tali uomini. Solo coloro che hanno ricevuto dal Signore il carisma straordinario del celibato e che, per questo, sono in grado di testimoniarlo in maniera somma."
Tale affermazione mostra tutta l’arroganza di una struttura piramidale che non ha nulla a che vedere con il Vangelo. Al vertice ci sono i Sommi Sacerdoti del Tempio che tutto sanno, tutto conoscono....
Il carisma del celibato è STRAORDINARIO, cioè NON-ORDINARIO. Siamo perfettamente d’accordo. Di conseguenza non è una grazia che, poiché ci sentiamo chiamati al presbiterato, chiediamo e riceviamo, è una cosa data o non data, secondo la nostra natura, che Dio ha previsto e che solo Lui conosce.
Se la disciplina resterà tale, continuerete a perpetuare una forzatura sulla natura stessa delle persone e essa non può essere considerata, proprio perché mera disciplina, "la verità delle cose".
Sappiamo fin troppo bene che Gesù ha scelto al suo seguito persone sposate e celibi. Questa è la verità delle cose.


Stefania, laica, cattolica.



Ecco il testo dell’articolo dell’agenzia Fides


VATICANO - LE PAROLE DELLA DOTTRINA a cura di don Nicola Bux e don Salvatore Vitiello - Non a tutti è dato di comprendere
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - E’ “sbarcato” ormai anche in Italia quel violento attacca al celibato cattolico che caratterizza da alcuni anni la cultura dominante in Occidente. I quotidiani, i servizi televisivi, le rubriche varie, sono scatenati in indagini, commenti, impressioni ed opinioni, spesso richiesti alle personalità più disparate, sul delicato tema del celibato.
Tale fenomeno è aiutato, non poco, da “incommentabili esempi” d’infedeltà alla disciplina celibataria, i quali, come direbbe San Paolo, “si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi”, e lo fanno perfino pubblicamente, trascinando dietro di sé persone in buona fede le quali, troppo spesso, non hanno gli strumenti sufficienti per comprendere la complessità delle questioni e sono coinvolte dall’umanità dei casi pietosi e dall’istinto irrefrenabile di ridurre tutta la realtà a ciò che “è naturale”.
E’ ormai fuori d’ogni dubbio che si tratti di una “strategia mediatica” la quale, insieme agli attacchi continui alle forme di sovvenzionamento economico della Chiesa Cattolica, intende (peraltro non riuscendoci) demolire l’immagine pubblica della Chiesa, pensando in tal modo di delegittimarne l’insegnamento.
Tralasciando che chi scrive è profondamente convinto che la Verità cammini con le proprie gambe e sia capace di farsi spazio nei cuori, indipendentemente da tutto e da tutti, tuttavia è necessario prendere in esame alcuni aspetti del fenomeno.
Innanzitutto siamo di fronte ad un tentativo di “normalizzare” il Cattolicesimo, di renderlo omogeneo alla cultura dominante, potremmo dire, usando chiare categorie teologiche, al tentativo di “protestantizzare il Cattolicesimo”.
Tentativo, in realtà, già intrapreso da molti e, per grazia, miseramente fallito. L’originalità del Cattolicesimo, la sua irriducibilità a mere categorie sociali o mondane, è legata al mistero stesso dell’incarnazione del Verbo, il Quale, proprio facendosi carne, ha sottratto la carne da Lui assunta alla “normalità” in senso lato, facendone il segno irriducibile (appunto!) della presenza di Dio nel mondo.
La non riducibilità del Cattolicesimo alle categorie socio-culturali dominanti, fonda la propria verità nella pretesa di Gesù di Nazareth, Signore e Cristo, di essere Dio nel Mondo.
Tale pretesa rifulge in modo preminente in coloro che, per Cristo e solo per Cristo, scelgono di offrire tutta la propria esistenza, inclusa la dimensione affettiva e sessuale, per testimoniare Lui, la Sua vittoria sul Maligno e sulla morte.
Il mondo che, dopo duemila anni, cospira incessantemente a tacere di Cristo e della Verità dell’Incarnazione del Verbo, non può tollerare una testimonianza tanto efficace e provocante. Un mondo tutto impastato di istintività incontrollata, di sensualità diffusa, talora di “animalità regressiva” rispetto alla dignità della natura umana, non sopporta che uomini e donne, liberi e fedeli, “gridino” con la propria vita, avendolo scelto liberamente ed essendovi stati chiamanti dal Signore, che Cristo è l’unica ragione per vivere sia nel presente sia nell’eternità.
La Chiesa Cattolica, nella sua sovrana sapienza e libertà, sceglie per il ministero ordinato solo tali uomini. Solo coloro che hanno ricevuto dal Signore il carisma straordinario del celibato e che, per questo, sono in grado di testimoniarlo in maniera somma. Tutti gli attacchi, particolarmente veementi in questi tempi, non riusciranno a cambiare la verità delle cose. Del resto il Signore aveva già avvisato i suoi discepoli e la sua Chiesa: “non a tutti è dato di comprendere ma solo ad alcuni”. (Agenzia Fides 11/10/2007)



Sabato, 13 ottobre 2007