Preti sposati
Cattolici in guerra contro la crisi dei preti

di Barney Zwartz

(traduzione di Stefania Salomone)


http://www.theage.com.au/

Le guerre culturali nella chiesa cattolica sono arrivate all’apice a Camberwell la scorsa settimana quando un gruppo di manifestanti ha interrotto un incontro nel quale si discuteva sul supporto all’ordinazione di uomini sposati.

L’organizzatore Paul Collins ha riferito che tra i 700 partecipanti presenti al Camberwell Civic Centre giovedì scorso, i più impegnati erano di certo gli agenti della sicurezza.

Più di 20 manifestanti con cartelli e slogan tipo "noi ubbidiamo al papa", facendo irruzione e gridando, impedendo il proseguimento della discussione, ha detto Collins.

Entrambe le parti riconoscono che la chiesa australiana è in crisi per la mancanza di preti. La differenza tra le parti è la soluzione al problema. I progressisti vogliono cambiare la regola millenaria del celibato e discutere l’ordinazione delle donne.

I conservatori ritengono che la soluzione sia importare preti dall’Asia e dall’Africa fino a che non aumenteranno le vocazioni in Australia.

Ma molti preti formati all’estero hanno problemi di adattamento nella cultura australiana e le vocazioni in Australia sono ancora troppo poche.

Collins, un ex-prete e il collaboratore Frank Purcell sperano di poter presentare una petizione con circa 17.000 firme ai vescovi australiani durante l’incontro di Sidney che si terrà la prossima settimana. La petizione richiederà alla chiesa di scegliere e formare presbiteri tra gli uomini sposati, di colmare il vuoto richiamando i preti che hanno lasciato per sposarsi, e di iniziare una discussione sulla possibilità di ordinare le donne, nonostante gli aspetti controversi.

"Non siamo dissidenti. Vogliamo aiutare i vescovi," ha detto Collins. "Riteniamo che almeno 28 dei 42 vescovi australiani siano realmente dei pastori. Sono preoccupati che molti fedeli, specialmente nelle aree rurali, non abbiano accesso alla Messa, ai sacramenti, e ad una guida locale.

"Riteniamo che circa 8 di loro si preoccupino della carriera e di macchiare la propria reputazione, e solo 5 siano realmente conservatori e allineati al Cardinale Goerge Pell."

In tutta l’Australia, si stanno accorpando le parrocchie a causa della carenza dei preti, e la situazione peggiora ogni anno man mano che i preti anziani vanno in pensione o passano a miglior vita senza poter essere sostituiti. L’età media è 63 anni.

Nel Queensland, le parrocchie di Hughenden e di Richmond sono seguite da un unico prete che percorre 680 Km per celebrare tre messe ogni domenica, secondo Collins. A Toowoomba, entro il 2014 ci saranno 14 preti in esercizio per 32 parrocchie in una diocesi grande quanto la Germania.

Il problema è che la fine del celibato richiede la decisione del Vaticano. Ci sono infatti circa 20 preti sposati in Australia, ex pastori anglicani convertiti al cattolicesimo.

Il vescovo ausiliariodi Canberra, Pat Power, ha suggerito con forza di autorizzare i preti a sposarsi, mentre il vescovo di Maitland-Newcastle, Michael Malone, ha cercato di sollevare l’argomento durante una visita di Giovanni Paolo II nel 2004. Sfortunatamente il papa era indisposto e non ha risposto.

Secondo Collins, non solo il Vaticano non affronterà il problema, ma non sembra comprenderlo.

"A Roma, ti ritrovi in mezzo a migliaia di preti, tutti armati di buone intenzioni, che non hanno idea di cosa significhi essere parroco nell’area Queensland o a Melbourne", ci ha detto.

E’ riconosciuto da entrambe le parti che non esistono ragioni teologiche per cui uomini sposati non possano essere ordinati. Basterebbe un tratto di penna da parte del papa. Per i primi 1000 anni di storia del cristianesimo, la maggior parte dei preti e dei papi erano sposati, ma Gregorio VII, che morì nel 1085, ha introdotto il celibato per impedire il controllo dei laici sulla chiesa.
Il vescovo Malone, presidente della commissione dei vescovi australiani per il ministero ecclesiale, ha detto a The Age che i vescovi discuteranno ancora l’argomento la prossima settimana.

"Non tutti i miei colleghi saranno d’accordo, ma credo che la chiesa debba seriamente interrogarsi su questo, e io approvo di sicuro", ha detto.

Testo Originale

Catholics at war over priest crisis
Barney Zwartz
http://www.theage.com.au/


CULTURE wars in the Catholic Church came to a rowdy head in Camberwell this week when a group of protesters disrupted a meeting held to gather support for ordaining married men.

Organiser Paul Collins said the busiest of the 700 people who went to Camberwell Civic Centre on Thursday night were the two security guards.

More than 20 protesters waving placards with slogans such as "we obey the pope" heckled and shouted, preventing most of the discussion, Mr Collins said.

Both sides agree that the church in Australia is in crisis over the shortage of priests. Where they differ is the solution. Progressives want to reverse the 1000-year-old celibacy condition and to discuss women priests.

Conservatives believe importing priests from Asia and Africa is the solution until the number of Australian vocations grows.

But many overseas-trained priests have trouble adapting to Australian culture, and Australian vocations are too few.

Mr Collins, a former priest, and co-organiser Frank Purcell hope to present a petition with nearly 17,000 signatures to Australia’s Catholic bishops when they meet in Sydney next week. The petition urges the church to select and train married men for priesthood, to bridge the gap by bringing back priests who left to marry, and to begin a discussion on ordaining women — the most controversial aspect.

"We are not dissidents. We want to support the bishops," Mr Collins said. "We think about 28 of the 42 Australian bishops are pastoral bishops. They are concerned that many Catholics, especially in rural dioceses, are being deprived of the Mass, sacraments and local leadership.

"We think about eight might be anxious for higher office and not willing to blot their escutcheon, and only about five are really conservative and would agree with Cardinal (George) Pell."

Throughout Australia, parishes are being merged due to a lack of priests, and the situation worsens every year as priests retire or pass away and are not replaced. The average age is 63.

In Queensland, the parishes of Hughenden, Winton and Richmond are looked after by one priest, who travels 680 kilometres for three Masses every Sunday, according to Mr Collins. In Toowoomba, by 2014 there will be 14 active priests for 32 parishes in a diocese the size of Germany.

The problem is that ending the celibacy requirement needs Vatican approval. There are in fact about 20 married priests in Australia — former Anglicans who converted to Rome.

Canberra auxiliary bishop Pat Power has openly urged allowing priests to marry, while Maitland-Newcastle Bishop Michael Malone tried to raise the subject in a visit with Pope John Paul II in 2004. Unfortunately, the Pope was too ill to respond.

According to Mr Collins, not only won’t the Vatican consider the problem, it doesn’t understand it.

"In Rome, you trip over well-fed clerics everywhere, and these guys have no idea what it is to be parish priest in central-west Queensland, or Melbourne," he said.

Both sides agree there is no theological reason why married men cannot be ordained. It could happen with a stroke of the Pope’s pen. For the first 1000 years of Christianity, most priests — and Popes — were married, but Gregory VII, who died in 1085, introduced celib- acy to break lay control of the church.

Bishop Malone, chairman of the Australian bishops’ commission for church ministry, told The Age the bishops would discuss the matter again next week.

"Not all my colleagues would agree, but I think the church needs to look seriously at it, and I support it," he said.



Martedì, 27 novembre 2007