IL VATICANO VISTO DA FERDINANDO CAMON.

di CARLO CASTELLINI

Sarà capitato anche a noi, almeno una volta in vita, di andare a Roma, far visita alla Basilica di San Pietro, curiosare nei Musei Vaticani, od essere ricevuti da uno dei Papi del nostro tempo. Ed i commenti e le riflessioni, che ne saranno seguiti in linguaggio solitamente ecclesiastichese, saranno stati di un certo tenore, cioe’ tipici di una certa cultura cattolica, un po’ addomesticata e indulgente. Il brano che segue, invece, vuole essere una testimonianza di come uomini di una certa estrazione laica, vedono e giudicano le buona maniere vaticane, gli stili ed i comportamenti, e quali sentimenti o reazioni suscitano certe visite o certi invitti “pilotati”, che ci ricordano da vicino, le sequenze filmiche di certi films: “Chi ha orecchie da intendere intenda”. E anche noi, vogliamo raccogliere questo invito in questo scambio ,reciproco se possibile, che prima di coinvolgerci come cristiani, ci fa riflettere come laici. Grazie, Ferdinando Camon. 
(CARLO CASTELLINI)
 
  “Mi chiama “L’Osservatore romano” per un’intervista. Mi emoziona che la grande Chiesa Cattolica mi abbia letto e meditato e voglia parlarmi. Vengono a prendermi con l’auto in albergo, entriamo dal cancello delle guardie svizzere. Le guardie danno solo una sbirciatina dentro l’auto, e fan cenno di passsare. Suppongo che abbiano conosciuto l’autista, me no di sicuro. Camminiamo tra saloni, scale, corridoi per mezz’ora. Il Vaticano non finisce mai, è uno stato in forma di palazzo.La conversazione con il direttore del giornale è paziente, chiara, anche profonda. C’è un critico letterario con lui, e ogni tanto insinua qualche rettifica concettuale, ma anche tematica. Ha letto con attenzione il libro, e ci ha riflettuto sopra. Ogni volta che si prepara ad entrare nel discorso, lo preannunci a raschiandosi la gola. Un modo per chiedere permesso. Come uno che vuole entrare nella tua stanza e bussa alla porta. Se dovessi dire cosa mi colpisce di piu’ nel Vaticano, direi l’educazione: è educato il modo di guardarti, quasi timido, addirittura vergognoso, è delicato il modo con cui camminano per i saloni e i corridoi, nessuno fa sentire i propri passi, pare che nessuno usi suole di cuoio, ma che tutti abbiano delle nuvolette sotto le scarpe. Se due passano insieme per un corridoio e stanno conversando, in realtà sussurrano. Mi viene il sospetto che siamo vicini alle stanze del papa, e che questo rispetto non sia di uno verso l’altro, ma di tutti verso il papa. In Francia, quando il re Sole si spostava per il palazzo, il suo arrivo era preceduto da un grido di avvertimento, affinchè tutti si preparassero. Qui, nel Vaticano, la presenza del papa è annunciata da un silenzio totale: ogni altro essere umano si annulla affinchè tutto sia del papa e il papa sia tutto. Appena scritto il ricordo della visita in Vaticano, mi viene in mente un altro segno del potere papale. Riguarda un papa successivo, Giovanni Paolo II. Spiato, rispettato, temuto, obbedito, ingannato. Aveva l’abitudine di nuotare ogni mattina in piscina, verso le 6, prima di cominciare la giornata pubblica. La giornata privata l’aveva già cominciata verso le 5, celebrando una messa per sé solo, scorrendo i giornali, facendo colazione, con latte e caffè separati e, una brioche. Un giornale pubblicò le foto del papa che nuota, si cala nella piscina, e percorre la vasca piu’ volte, otto-dieci. Non so quanto il giornale abbia pagato quelle foto, ma non valeva la pena. Non era difficile procurarsele. Qualche segretario particolare del papa ha intascato la somma e piazzato delle telecamere fisse ai bordi della vasca, mimetizzandole. Il papa è un omone robusto, e indossa mutandoni ad ampie righe verticali. Piu’ che mutandoni sono pantaloni corti. Non mi stupirei se saltasse fuori qualche squadra di calcio con gli stessi pantaloncini. Quando compie i suoi lunghi viaggi per il mondo, il papa usa un aereo dell’Alitalia, sul quale per l’occasione viene dipinta la bandiera vaticana, bianca e gialla. I giornalisti salgono a pagamento. Sono loro in sostanza che pagano il costo della spedizione. Il papa non gradiva un giornalista, che descriveva in termini scandalizzanti la vita del clero sudamericano, preti con figli, preti rivoluzionari, preti armati. Siamo alla vigilia di un nuovo viaggio, sono le 6 del mattino, il papa sta facendo colazione da solo, e scorre i giornali. Un segretario glieli porge, uno alla volta. Il papa legge con calma l’ennesimo articolo sul clero sudamericano, e giunto alla fine sospira. Prontamente il segretario gli porge un altro giornale, ritira quello del sospiro, e lo tiene da parte. Piu’ tardi consegnando l’intera mazzetta all’assistente che aspetta sulla porta, nella mazzetta il giornale del sospiro è il primo, ben esposto sul bordo dell’articolo che ha provocato il sospiro scrive una frase, a matita:”Si soffre”. L’assistente vede la frase, e provvede ad escludere dal viaggio imminente il giornalista che ha causato la sofferenza. E’ l’obbedienza ad un ordine mai pronunciato, a un a desiderio nemmeno espresso. Chi l’ha eseguito, ha trasformato in ordine un suono inconscio. Se potesse vegliare accanto al papa che dorme, e carpirne i sogni, o qualche parola nei sogni, la mattina dopo avrebbe ordini da eseguire per tutta la giornata, su tutta la terra. Un potere che ha questo potere è l’unico che puo’ dirsi assoluto”.
(FERDINANDO CAMON:”Tenebre su tenebre:quando Dio si vergogna degli uomini e gli uomini si vergognano di Dio”).
(CARLO CASTELLINI)


Venerd́ 16 Gennaio,2009 Ore: 11:40