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SYDNEY (17 luglio) - Duecento esponenti della chiesa cattolica australiana, sacerdoti e diaconi sposati, laici e membri di ordini religiosi maschili e femminili, hanno chiesto a Benedetto XVI in una lettera aperta di intervenire direttamente per rimuovere il bando sul sacerdozio femminile e sui preti sposati, in modo da ovviare alla carenza di vocazioni. I firmatari, che appartengono in parte al movimento Ordination of Catholic Women, chiedono al pontefice di cambiare le regole sullordinazione sacerdotale, in modo da poter ammettere al sacerdozio uomini già sposati e donne. La lettera sottolinea come nelle zone rurali dAustralia sia particolarmente grave la scarsità di sacerdoti, che spesso debbono viaggiare per più di 600 km ogni fine settimana per celebrare la messa e amministrare i sacramenti. Per i primi 1100 anni della chiesa, scrivono i firmatari, la maggior parte dei sacerdoti, vescovi e papi compresi, erano sposati. Il Vaticano li ha poi messi al bando, anche se, in alcuni Paesi dove hanno sede chiese di rito orientale, continuano ad esistere, in piena comunione con Roma. La chiesa - aggiunge la lettera - ha anche accettato preti sposati convertitisi al cattolicesimo da altre confessioni cristiane, presenti in Australia, in alcune parrocchie di Brisbane, Perth e Adelaide, oltre che negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Il ministero di donne e uomini, sposati e celibi, renderebbe la chiesa, «più ricca spiritualmente, più aperta a comprendere le sfide che donne, uomini e bambini debbono affrontare, e più in grado di portare lamore e la saggezza di Dio ai complessi problemi del nostro mondo».
Venerd́, 18 luglio 2008
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