Ullikana

(trad. M.G. Di Rienzo)

(fiaba hawaiana raccolta da Alpheus Hardy durante il 19° secolo)


Ringraziamo Maria G. Di Rienzo[per contatti: sheela59@libero.it]per averci messo a disposizione questa sua traduzione


Quando il mondo era giovane, ed alcune isole stavano ancora emergendo dalle acque turbolente dell’Oceano Pacifico, ogni animale aveva uno spirito guida, un protettore spirituale. Gli spiriti guida degli animali, quand’era necessario, facevano da tramite fra loro e gli dei, giacché agli animali non era permesso il pregarli direttamente. Ma gli animali non erano risentiti per questo, e sopportavano pazienti duro lavoro e padroni nient’affatto gentili, perché sapevano di avere un posto, e della protezione, e che un giorno un amorevole spirito li avrebbe guidati nel “prossimo mondo”, l’aldilà. I nobili maiali, i sensibili polli, le forti capre e tutti gli altri erano contenti così. Ma quando vennero i visitatori dalla misteriosa terra chiamata Europa, le cose cambiarono. Perché gli stranieri portarono un nuovo animale nelle Hawai, un animale che non vi aveva mai vissuto, e che quindi non poteva aver acquisito uno spirito guida: il cavallo. Poiché gli europei non credevano nei protettori spirituali, non pregarono gli dei di mandarli ai nuovi animali, e perciò nessuno di essi venne.
I cavalli soffrivano. Lavoravano fedelmente, come sempre i cavalli fanno, ma alcuni dei loro padroni li trattavano male, e il caldo li opprimeva, e pativano la nostalgia della loro terra natale.
A peggiorare tutto c’era il fatto che vedevano come a tutti gli altri animali fossero promesse le foreste e le praterie del “prossimo mondo”, mentre i cavalli non potevano neppure sperarci. Senza uno spirito guida, come avrebbero potuto attraversare i cancelli dell’aldilà?
La disperazione si infiltrò nella comunità dei cavalli come una grande nube di cenere. Essi lavoravano, soffrivano e morivano senza speranza. Ma un giorno, una piccola giumenta chiamata Ullikana si disse che non ne poteva più. La sua amica più cara stava morendo, ed Ullikana sentiva che non poteva lasciarla andare, non senza la certezza che uno spirito l’avrebbe condotta al sicuro nel “prossimo mondo”. Chiamò a raccolta gli altri cavalli della sua stalla e parlò: “Miei cari cavalli, poiché nessuno dei nostri padroni intende pregare gli dei di inviarci uno spirito guida, dobbiamo farlo noi. Anche se questo dovesse offendere gli dei, può il nostro destino diventare peggiore? Io dico che dobbiamo avere coraggio, e anche se gli dei si adireranno con noi perché abbiamo infranto la proibizione cos’abbiamo da perdere, se non altri pochi anni di dolore?”
Dapprima i cavalli la fissarono meravigliati: nessun animale aveva prima d’allora mai rotto il terribile tabù, ma presto si dissero d’accordo sul fatto che non vi era altra scelta. Uscirono nella notte calda e silenziosa, illuminata da una luna rossa circondata da un alone che prometteva tempesta. La cavalla morente poteva vederli dall’interno, ma le sue forze scemavano rapidamente, e gli altri sapevano che dovevano fare in fretta se volevano salvare la sua anima.
I cavalli formarono un cerchio, rivolti verso l’esterno, con le code intrecciate, per non offendere gli dei dando loro la schiena. Ullikana li guidava, ed essi seguivano, sussurrando la loro preghiera agli dei, e tremando di paura. All’improvviso, una soffice luce blu brillò nel cielo oscuro. Lentamente fluttuò verso il basso e si dispose sopra il cerchio dei cavalli, scintillando. Gradualmente divenne più forte, più densa, e infine prese la forma di un magnifico cavallo azzurro con ali d’argento.
“Io sono il vostro spirito guida, il vostro guardiano.”, disse l’apparizione, “Gli dei hanno esaudito il vostro desiderio e vi mandano un messaggio, che dovete riferire anche agli altri animali. Non abbiate mai più paura di pregare gli dei direttamente, perché essi amano e rispettano gli animali quanto amano e rispettano gli esseri umani.”
Lo spirito entrò nella stalla, e coprì dolcemente l’animale morente con le sue ali che splendevano. Gli altri cavalli girarono le teste per non guardare, giacché era costume non interferire con quel momento sacro. Quando tornarono a dirigere lo sguardo sulla stalla, il fantasma della cara amica di Ullikana emerse, pronto a seguire lo spirito guida nel “prossimo mondo”. Guardò Ullikana con gli occhi pieni di gioia: “Grazie, grazie amica mia.”, le disse, “Noi due ci incontreremo di nuovo nei grandi pascoli dell’altro mondo, e questo lo dobbiamo alla tua gentilezza e alla tua saggezza. Per sempre verrai ricordata, Ullikana, come la salvatrice dei cavalli delle Hawai.”



Giovedì, 01 novembre 2007