E’ ora di guardarsi intorno
di scavalcare i recinti dell’ozio
di essere uomini o mercenari
di specchiarsi nelle onde sporche di cherosene
che gli scafi veloci sfidano
nell’ora che i mercati europei
aprono i grandi cancelli della borsa
E se non provi nessuna vergogna
tuffati nelle acque d’Otranto
Non saranno le alghe
a sfiorarti le punte dei piedi
Cammineresti fino ad affondare
sopra un tappeto di morti avvinghiati
durante il pasto dei pesci
Carni massacrate da mille morsi
Carni aperte
di schiavi derubati e abbattuti
strappati dai poderosi ambienti dell’altra terra
ricche di riserve d’aria e spazi immensi
Solo brandelli schifosi
di poveri e banditi
puttane e fanciulli
ladri e poliziotti
e mamme con le pance gonfie
felici di partorire lontano
dai serragli delle loro frontiere
Carni preziose destinate ai macelli
a compratori malati di fegato e cuori
a miserabili perversioni
Sognatori fuggiti dagli inferni
venuti a morire qui
dove le mele e le arance si schiacciano
negandole ai porci
e lavori duri e fabbriche di cancro
chiedono braccia nuove e anime resistenti
Angeli desolati
finiti sui rifiuti dei nostri avanzi
dove i neo liberisti preferiscono ignorare
i coltelli della fame sulle gole
Rifiuti erranti del Sud
Marea senza fine
Rifiuti e basta
imbavagliati e divorati per sempre
finiti solo per caso
sulle spiagge inquinate
dei nostri oziosi Weekend.
Tusio de Iuliis 27.07.2000
Mercoledì, 03 ottobre 2007
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