Poesia
RACCOLTA DI POESIE TRATTE DAL MOVIMENTO DINANIMISTA

di ZAIRO FERRANTE

**I KARONTE DEL MIO VIAGGIO
 
Sospeso, immobile sul
naso color fragola,
rotondo pomodoro.
Affogato da una lacrima,
con i fumi ed i vapori
di Divin Commedia.
L'abbandono: Padre,
Madre e figlio
dell'uomo solo
sulla bocca del pagliaccio.
Uomini e cravatte che
sputano parole e le mescolano
al mio sangue, nell'unico,
forse ultimo, viaggio
che noi chiamiamo vita e
che quando è terminata,
lì con essa,
cessa pure la menzogna.
E falsi sono i poeti
dell'ultima puntata,
a festa sono agghindati
e “vomitano parole”,
e dicono ghignanti:
“Questo è il mio pane,
prego, mangiatene tutti!!!”
E così, per opera Divina
e amorevole pietà,
noi (che dal falso
siam plasmati)
giustamente
abbiam condanna
ad inseguire il vero
smarrito nell'eterno.
Noi, nel cono di un vulcano,
invano torturati dalla Verità!!!
 
Zairo Ferrante (29-5-2010)
 
**Versi liberamente ed umilmente ispirati da: ULTIMA FERMATA (estratto da Caronte, romanzo, 2009 di Giovanna Mulas)
 
 
 


PRIMA AZIONE DINANIMISTA
 
PIANGE IL CIELO
Remix di Zairo Ferrante de “La pioggia nel pineto” di Gabriele D'annunzio
 
 
Taci. Su l'uscio
de la porta non odo
rumori che dici
naturali; ma odo
suoni nuovi
che parlano gocciole e tinniti
lontani.
Ascolta. Piove
dalle nuvole grigiastre.
Piove sulle lamiere
secche e rossastre,
piove sui palazzi
metallici ed irti,
piove sui mirti
dell'insegna del bar,
sulle catene fulgenti
d'anelli accolti,
su i fusti folti
di liquidi aulenti,
piove su i nostri volti
stanchi,
piove su le nostre mani
ruvide,
su i nostri vestimenti
ingrassati,
su i tristi pensieri
che l'anima annega
serena,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude
o padrone.
 
Odi? La pioggia cade
sul solitario
asfalto
con clippettio che dura
e varia nella nebbia
secondo le pozze
più alte, men alte. (vv. 39)
Ascolta. Risponde
al canto il pianto
delle Madri
che la piovra silenziosa
ricatta,
né il ciel cinerino.
E il mitra
ha un suono, e il fucile
altro suono, e il pugnale
altro ancora, stromenti
diversi
per innumerevoli morti.
E immersi
noi siamo nell'aria
malvagia,
di giuste genti morenti;
e il tuo volto austero
è molle di lacrime
come quelle mamme,
e i tuoi capelli
brillano come
i laghi ghiacciati,
o creatura risorta
che hai nome
Falcone.
 
Ascolta, ascolta. L'accordo
della vile politica
a poco a poco
più sporco
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida strada remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Solo una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Riparte e s'ode la voce dal mare.
Or s'ode su tutta la terra
crosciare
l'argentea pioggia
che spegne
l'ira tramandata
secondo la progenie
più triste, men triste.
Ascolta.
La figlia della piovra
è muta; ma i figli
dell'uomo ricattato,
il futuro,
cantano in unanime gruppo
mai con voi, mai con voi!
E piove sulla tua tomba
Falcone.
 
Piove sulla tua ultima strada
si che par il ciel pianga
per il dolore; non morto
ma d'un tratto fatto vivente
par dal ciel tu esca.
E tutto il tuo canto è in noi fresco
aulente,
ed il cuor nel petto è come spada
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come proiettili in canna,
i denti negli alvèoli
son scintillanti luci di rabbia.
E andiam di strada in strada,
or congiunti or disciolti
(e il tuo ricordo prende vigor
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
mai con voi, mai con voi!
E piove sui nostri volti
arrabbiati,
piove sulle nostre mani
serrate,
su i nostri vestimenti
puliti,
su i futuri pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude
e continua
o Falcone.
 
 
AZIONE DINANIMISTA PER UN 2010-3010 LIBERO DA OGNI SFRUTTAMENTO E DA TUTTE LE MAFIE:
Prima, spero di una lunga serie, quest'azione dinanimista mira a sottolineare uno dei lati oscuri della contemporanea società italiana.
Come D'annunzio ed Ermione si trovarono di colpo immersi in una natura viva e nascosta che li avvolgeva e che prendeva forza da ogni loro passo, così noi ci troviamo immersi in una società carica e satura di soprusi e di crimini che prendono forza da ogni nostra azione illegale, anche la più banale.
Ecco che il DinAnimismo invoca la forza della Poesia (Noi non abbiamo armi ma solo parole ed anima da scagliare contro i nostri nemici) per risvegliare le Anime assopite e ferite dalla superficialità, con la speranza che questo risveglio possa portare gli uomini ad unirsi ed opporsi, unanimemente, alla deriva societaria di cui siamo sicuramente tutti spettatori e probabilmente anche fautori.
Auspicando, così, un'era (2010-3010) libera da ogni sfruttamento e da tutte le mafie.
 
Zairo Ferrante (26/12/2009)


Piazza di Spagna
(De-si-de-rio)
 
Ffffffffffffffffffff
Fffffiiiiiiiiiiiiiiiiii
Fffffuuuuuuuuu
Trak, trik, troc.
Ruzzolano, rotolano,
schizzano, inondano.
Molecole colorate
come proiettili scagliati
sull'indifferenza, sulla
non curanza.
Ribaltano e fanno scivolare
il fare di omini a festa vestiti,
agghindati,
con mani sempre in pasta
ed anime messe all'asta.
Girano le palle e
si sporcano,
nella venduta acqua.
Piume sono diventate,
in molecole d'amore
per anime innocenti
si sono tramutate.
Accarezzano bambini!
Ffffffffffffffffffff
Fffffiiiiiiiiiiiiiiiiii
Fffffuuuuuuuuu
Trak, trik, troc.
Rotolano, scivolano,
sospingono ed
accompagnano
Stelle nascenti
desiderose
di futuro.
De-
            si-
                        de-
                                   rio
                                   unico, infinito ed immortale
                                   della tanto amata idea.
Solo.
                                   Sospinto nell'unico viaggio.
                                   Forse l'ultimo del presente
                                   che si libra e poi esplodendo,
                                   fa' veloce Libertà!
                                    
 
Zairo Ferrante (8-7-2010)
 
Versi liberamente ispirati dalla seconda azione di Graziano Cecchini (palline lanciate da Trinità dei monti in Roma).
 
 
KAMIKAZE
 
Soffia sui volti spaventati
di attoniti soldati.
A mutar la storia
in un sol Divin respiro .
E' fu bagliore,
fulmine,
e tempesta
ad opporsi alla natura
dell'uomo che s'espande
quasi a dir qual'era
il suo avvenire.
In un attimo soffiò.
Ed il battito nel mare
in quell'attimo l'aprì.
Rombò il tuono
dagli infiniti monti e
come voce del Divino
sordamente riecheggiò
che dinanzi a tal potenza
ogni arma s'abbassò.
Soffia ancora il vento
lì sulle colline
e ancor canta l'Alito Divino.
Lo ritrovo anche nell'aurora
quale sole tiepo del mattino,
quel vento che ancor soffia
come un lento sussurrare.
Quasi a ricordarci
il compito dell'uomo.
Quasi ad indicarci
il passo del futuro.
Ed ecco che ancor fischia
tra gli alberi e la steppa
e se cattura e bacia
le lacrime dal cielo
come corde di violino,
immediato dona vita
ad una musica sonante.
E se s'infila muto...
nella bocca d'una grotta ,
subito diventa
una voce sussurante.
 
 
E tutto tace in un sol colpo!
 
 
E pur la rima si nasconde,
se la musica e la voce
cantano sole,
la parola Pace.
 
Specchio della cultura di una comunità, di un popolo o di una Nazione può essere anche il linguaggio, inteso come uso corretto delle parole.
Quindi oggi, accogliendo il suggerimento del Sig. Shingo Hamada, vi racconto della parola KAMIKAZE.
Nel mondo occidentale la si usa solo per indicare “degli attacchi suicidi da parte di militari o civili”.
Invece, e questo può sembrare strano, in Giappone è usata “solo per indicare un leggendario tifone che nel 1281 salvò il Giappone da un'invasione Mongola” .
Tradotta letteralmente questa parola significa (KA= ispirare, ZE= espirare, KAZE= vento e KAMI= divino) “Vento Divino” (Vd. Wikipedia).
Ecco che ritengo giusto iniziare ad usare in modo appropriato questo termine riscoprendone, così, il significato originale, sia per rispettare una cultura millenaria come quella Giapponese, sia per ricominciare a sperare in un mondo in cui l'originale significato di questa parola non venga più sostituito da nessun altro.
Credo fermamente che l'uomo, per il bene del “Futuro”, debba perseguire e difendere la Pace e sono convinto, in pieno stile DinAnimista, che validi mezzi per perseguire tale obbiettivo possano essere anche, se non soprattutto, le parole ed i versi.
 
 
di ZAIRO FERRANTE (13-04-2010)
 
**AFFANNO**
 
E di colpo mi perdo in un affanno...
...corse felici,
peripezie,
capriole
di una mente bramosa di futuro
da ricercare in un passato
appena vissuto,
quasi mai ritrovato.
In un respiro in cui la metrica
singhiozza,
in una bocca al cielo
spalancata.
Si perde anche la rima
nel rosa delle viole
e l'unica parola
che ansima nel cuore
ha un suono verde,
si chiama Amore.
Corro,
 rido,
corro,
sospeso
tra l'acqua color turchese.
Piango
per la gioia di un ricordo
di un camino.
Gocce color cristallo
attraversano il mio corpo,
giù fino alle caviglie
per dare maggior vita
alle molecole d'azzurro.
Si mescolano col rosso
che cade giù dal naso,
ad esser cosa sola con
quel cielo tramontante.
Lacrime e sangue!
Ch'esaltan la fatica
e compiono la gioia.
Io uomo affannato
tra il rosso ed il turchese.
Io punto solitario
adottato da una linea.
Io unico,
finito,
sommato e all'infinito.
22-2-10
 
**Versi liberamente ispirati da “Paesaggio” quadro dell'Artista Carofalo Vincenzo**
 
SOMMA DI MOMENTI
 
Nell' Impossibile Immortale.
Smarrito nell'Insuperabile.
Logica irrazionale assembla
scintillanti pensieri
di un Dio Creatore.
Paradigma dell'Eterno.
E nell'Anima color del vino
sommo il mio momento
e all'infinito.
Mi perdo e mi ritrovo
in uno zero.
Zero.
Inizio dell'eterno
Zero.
Capolinea dell'infinito.
Solo in disparte,
nell'arte di queste lettere
supero me stesso.
Ed ancor sconfitto mi
ri-abbatto...
...inutile pensarlo.
Concetto inafferrabile,
aria irrespirabile,
luce irraggiungibile.
Smarrito nel raccogliere
il mare in una tazza,
pazza è la mia mente
se mi volto e mi rigiro
in cerca di un suo volto.
Infelice piango!
Nel ritorno
alla mia Anima.
Lei: come uno zero
prova dell'Eterno,
somma di momenti
ch'espande l'Infinito.
 
Zairo Ferrante
16-03-10
 
Versi in sinergia libera con “Abstraction” quadro dell'artista Liliana Ummarino.
 
 


Giovedì 10 Giugno,2010 Ore: 15:41