Il vento dello Spirito spazzi via i pregiudizi e le paure

Note a margine della Festa di Pentecoste 2008 a Ragusa


di Gian Piero Saladino

Il vento dello Spirito spazzi via i pregiudizi e le paure, e riempia le vele della nostra anima per sospingerci con favore e fiducia nell’ascolto, nell’incontro e nel servizio verso il mondo. Le nostre lingue siano amiche nei confronti di ogni uomo e di ogni donna, portatrici di Verità nella Carità, poiché tutti sono, per “noi” cristiani, amici. Anche se “loro” non lo sono con noi, poiché “noi” cristiani non abbiamo nemici, e “loro” sono pur sempre figli di Dio. Il fuoco dell’Amore unifichi la famiglia umana nella convivialità delle differenze, in nome di un progetto comune - e non solo a noi credenti - di Amore universale.

Queste, nella sostanza, le parole nel Vescovo Paolo Urso durante l’omelia conclusiva della Festa di Pentecoste, vissuta nel fiorito e musicale scenario del PalaMinardi di Ragusa, da tutte le espressioni territoriali della Diocesi, portatrici di partecipazione corale e intelligente di tutti i Movimenti e le Associazioni che animano la Chiesa locale.

“Il frutto dello Spirito è… Pace” - nome impegnativo che esprime non solo l’assenza di conflitto, ma nello spirito ebraico originario (shalom) la pienezza della vita, il seme del Paradiso su questa Terra - è il tema di riflessione, di preghiera, di testimonianza e di festa che la Consulta dei Laici, guidata da Alfio Di Pietro e progettata con cura da tanti volontari, ha voluto proporre ai fratelli convenuti da tutta la Provincia.

Il tema è stato articolato in quattro ambiti (Famiglia, Città, Ambiente/Natura, Comunità/Chiesa), su ciascuno dei quali si è fatta esperienza di Lectio, Meditatio, Contemplatio e Oratio, utilizzando un mirabile florilegio di Sacre Scritture, meditazioni ricavate da grandi mistici e uomini esemplari, testimonianze e altri contributi offerti dai Movimenti, preghiere innalzate al Signore tutti insieme come Assemblea orante, tenendo in tensione positiva l’anima di 2000 persone, bambini e anziani compresi, per più di 4 ore caratterizzate dalla gioiosa condivisione del tempo, nel giorno di Domenica 11 maggio scorso.

Se la Pentecoste è l’effusione dello Spirito di Cristo come vento liberatore dello spirito dell’Uomo, essa viene per “spazzare via” i pregiudizi e le paure. E’ come se il nostro Vescovo avesse colto, quest’anno, per esortarci a non raccoglierla, la tentazione più forte oggi diffusa, quella della rinuncia a pensare, e a riflettere con sapienza, secondo una ragione “ragionevole” e ispirata, sui fatti e sui problemi del nostro tempo, lasciandoci trascinare da mille paure, spesso amplificate ad arte dagli “imprenditori della paura”.

Penso alla fobia del diverso, al terrore della malattia, alla rimozione della povertà, alla fuga dei Peter Pan dal matrimonio e a quella dei piccolo borghesi dai “fantasmi” di una ipotetica esclusione dalla società dei consumi infiniti, alla paura di pensare e di accettare il dato di realtà oggettivo e le oggettive responsabilità che ne derivano.

Penso ai pregiudizi (ipocriti) verso gli immigrati, verso gli avversari politici, verso i diversi di ogni genere che vivono nella nostra società irreversibilmente globalizzata, negando il senso stesso della “convivialità delle differenze” di cui ci piace colorare le feste fra cattolici, ma che non riusciamo sempre a tradurre nei nostri rapporti con i mondi vitali (e sociali) diversi dai nostri e dalle nostre pigre abitudini mentali.

Penso al pregiudizio ideologico di tutte le tendenze, da quelle “vetero” (comuniste, ambientaliste, femministe, sindacaliste, stataliste, nazionaliste) a quelle “neo” (conservatrici, clericali, liberiste, capitaliste, globaliste, terroriste, leghiste, mercatiste, identitarie, familiste, omofobiche, autonomiste, etc..), che impediscono il dialogo e l’incontro fra Uomini, membri dell’unica Famiglia umana.

Grande lezione quella del nostro Pastore, grande serata quella appena citata, e grande l’auspicio che i professionisti della paura, veri e prolifici “terroristi” del nostro tempo, a volte anche della nostra Chiesa, non abbiano a prevalere. E’ pur sempre vero che la Speranza soffia (e spazza) dove vuole.

Gian Piero Saladino



Lunedì, 26 maggio 2008