La parola ci interpella - Incontri
Quando la coscienza è addormentata...

rielaborazione di Giuseppe Castellese

dal convegno di Cefalù (15-18/11/07), una sequenza di segnali forti


Cristiano, Italia, Chiesa svegliati!

È il nuovo arcivescovo di Palermo, mons. Paolo Romeo che, ignorando le seppur congeniali diplomatiche sottigliezze, inaugura il convegno con una ventata “calda” di esperienze concrete come a voler dare ulteriore conferma, sprone e coraggio al paolino “svegliati o tu che dormi…”.

E dunque il depliant del convegno celebrato a Cefalù (Palermo) come ormai consueto annuale appuntamento, oltre che prevedere l’introduzione del vescovo, annuncia, fra l’altro, relazioni del biblista fra’ Alberto Maggi, dello psicosociologo Piero Cavalieri, del professore-editorialista Giuseppe Savagnone, della teologa Lilia Sebastiani. Ma infine il catalizzatore massimo resta la testimonianza di Rita Borsellino.

Paolo Romeo, arcivescovo…

viene senza paludamenti, senza fregi, senza pompa: ti aspetti, dato il prolungato servizio in diplomazia, parole felpate… e invece è un irrompere di “esperienze” vive, sofferte, a volte sanguinanti: il vescovo, il degrado di questa finta civiltà dell’opulenza, lo ha “guadato” tutto. Ciò che viene dipanato non è edulcorata teoria ma concretezza, fatti: la coscienza addormentata nel suo peregrinare da Haiti in poi… non è una fictio su cui fare accademia.

“Ho visto… ad Haiti, ho visto in America latina, ho visto in Uganda”. Da qui l’enunciato che il risveglio della coscienza è un imperativo che non possiamo eludere ove si chiarisce il pericolo incombente: una coscienza addormentata è una coscienza che può essere manipolata. Lo stesso uso deviato dei media può indurre nella persona paure e rabbie incontrollate e incontrollabili.

Le leggi dell’economia… per i poveri sempre più poveri

Il presule dunque privilegia l’analisi del reale e pur rinviando a “conversazioni con amici” rivela competenti riflessioni che, al di là delle consuete considerazioni “pietistiche”, affondano il bisturi nel mondo dell’economia e dell’economia “malata”, la forza dell’euro in relazione con i prezzi incontrollabili del petrolio, la nuova legge finanziaria e sue ripercussioni sul tenore di vita…

“Io ero in Uganda, al tempo della prima crisi petrolifera che pure qui abbiamo sofferto con taluni disagi (Paolo 6° che da l’esempio, andando in carrozza a P.zza di Spagna). Pensate l’Uganda, un paese che dista 200 Km. dal porto più vicino, ha visto ridurre del 50% la capacità di spesa per medicine come il chinino! Noi perdevamo qualche aspetto del nostro benessere, là si moriva…”

I delitti mostruosi che ci addormentano

Mentre noi ci abbeveriamo a cronache mostruose… e si creano le premesse perché i poveri siano sempre più poveri, si addormenta la coscienza onde evitare che si guardi in faccia la realtà

Quando il futuro incombe

Fatti mostruosi… che ci paralizzano! Ma la drammaticità vera di questo nuovo millennio è che non abbiamo più tempo di fermarci a riflettere quando è buio. Non abbiamo tempo: il futuro non attende, incombe, il futuro non è più futuro e noi viviamo nell’immanente futuro di tutti i momenti. Perciò la necessità di una coscienza sveglia, vigile capace di monitorare, metabolizzare, aggiustarsi al momento! La tecnologia dei navigatori satellitari insegna: oggi l’aereo riaggiusta continuamente la sua rotta, non si aspetta di essere fuori rotta per intervenire. Così noi per l’incombere del futuro, abbiamo bisogno di ritrovare una coscienza sveglia, pronta che ci aiuti a camminare sulla linea della dignità umana, della grandezza dell’uomo, della fraternità, della solidarietà, in una parola, di un vangelo incarnato nella nostra vita che è poi Amore di Dio.

Coscienza e Concilio Vaticano 2°

La coscienza che si risveglia è stimolo a riscoprire la sua somiglianza con il creatore: il Concilio parla di coscienza dell’uomo come specialissima dignità: l’uomo nell’intimo scopre una legge che non è lui a darsi. Questa meraviglia, questa scoperta del mistero di Dio che ci si svela spirito nuovo e rinnovatore in ogni momento. Obbedire alla coscienza, dunque, è la dignità stessa dell’uomo: secondo questo, egli sarà giudicato.

La coscienza è sacrario dell’uomo dove egli è solo con Dio: quando ciò accade è “la pienezza di vita” che, come insegna il Maestro, è che “conoscano te o Dio e colui che tu hai mandato, il tuo Figlio Unigenito”.

Flusso soporifero che non vuole l’uomo libero

È dinanzi a questa prospettiva che viene evocato come un flusso soporifero che vuole mettere a tacere la coscienza. Non lo si vuole l’uomo libero! Non si vuole che egli “nel silenzio” accolga il mistero di Dio! E dunque le nuove arti soporifere: una macchina che passa con gli amplificatori a tutto volume per fare strazio di tutto il quartiere; nelle discoteche il buio è tartassato dal lampeggiare delle luci psichedeliche e il rumore, il frastuono ti schiaccia, ti svuota, ti fa perdere il sapore della vita.

La Gaudium et spes, non un testo medievale!

“Non sto citando da un testo medievale! Eppure sembrano passati millenni. Recita la Gaudium et spes: nella fedeltà alla coscienza i cristiani si misurano agli altri uomini per conoscere la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella pubblica e sociale. Quanto prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme oggettive della moralità…

Ahinoi! appena 40 anni… già dimenticata, accantonata! E quindi, il prevalere di metodologie subdole che aprono all’arbitrio, alla distruzione di norme oggettive anche quelle che hanno caratterizzato la storia umana profonda”.

La drammaticità delle ferite alla famiglia

L’arbitrio! Io sono padrone della mia vita, del mio corpo, posso determinare la nascita e la morte. La facilità di distruzione della famiglia e, in essa, le conseguenze devastanti sui figli identificati ormai come pacchetti postali spediti ad ore! Una coscienza addormentata non vede le fragilità e le cicatrici che porta un giovane cui è mancata la figura del padre; a volte non solo manca ma c’è l’irrompere di un’altra figura che invece di amore gli somministra violenza, egoismo, sopraffazione. La violenza omicida in famiglia è un piccolo iceberg di ben altre violenze.

Rimarcare la preziosità della coscienza…

perché c’è nell’uomo qualcosa di divino. L’uomo è segnato da tale dignità… poco meno degli angeli, coronato di gloria e onore. La sua grandezza è tale perché è in rapporto personale con Dio, perché in lui c’è posto per Dio, perché nella sua coscienza morale è viva la voce di Dio. La dignità dell’uomo, l’essere che Dio ha posto al vertice della creazione. Non l’essere ma gli esseri: noi, voi, io, tu, ciascuno di noi. Questa dignità ci porta, dunque, a difenderla nei paesi laddove è completamente violata, a volte, anche nell’indifferenza totale della comunità internazionale. “Io ho vissuto in tali paesi: Haiti, Ruanda, Burundi…”

Per evidenziare l’assurdità degli abusi

Gente che dopo il 20 del mese… non è in condizioni di tirare avanti… eppure aumenta il consumo di droga, di alcool! Ma poi l’esplosione della prostituzione, della pedofilia.

Giovanni Paolo 2° e l’etica del consenso

Ci aveva invitato ad essere le sentinelle del nuovo millennio, ad essere più lucidi (la luce sconfigge le tenebre) ad essere luminosi, a lasciare da parte il sonno. Ma poi ci aveva indicato i pericoli, i tranelli dell’addormentarsi della coscienza con la deriva verso l’etica del consenso: il consenso che noi vediamo spesso “comprato”.

Una etica per consenso comprato si assume a etica definitiva del comportamento umano!

A questo punto solo la Scrittura ci offre una risposta: essa ci dice l’eterna verità dell’uomo; ci mostra come l’uomo fin dalle origini appaia segnato dall’esperienza del peccato. Su questo, oggi, siamo debitori alla Conferenza di Puebla (America latina) ove l’episcopato ha voluto racchiudere in una frase il giudizio sulla società contemporanea: quando noi guardiamo la nostra società la vediamo profondamente contrassegnata dalle conseguenze del peccato. L’egoismo, la mancanza di solidarietà, il mancato rispetto per la persona umana, l’interesse privato che prevale, la non promozione del bene comune, la capacità di sfuggire alle leggi fiscali.

La promessa del Signore: vi manderò lo Spirito

Il buio parrebbe infittirsi. Ma il riflettere di questi giorni, le sottolineature che saranno date in questo convegno, i supporti della Parola di Dio, dell’ascolto, della contemplazione di questa Parola con la condivisione di fratelli, che riuniti nel nome di Dio, saranno visitati dallo Spirito. Questo Spirito che rivelandoci il volto di Dio crea la premessa per scoprire la somiglianza dell’essere umano. Questo Spirito che il Signore ci ha promesso, ci indicherà il cammino.

Vi manderò lo Spirito. Questo Spirito ricevuto dagli uomini, mandato da Gesù, seduto alla destra del Padre, ha spalancato le porte del cenacolo, ha portato gli apostoli per le vie del mondo: portate il Vangelo fino ai confini. È questo Spirito che ci indicherà la porta per annunciare autenticamente la buona novella, l’Amore di Dio che da forma e azione alle nostre coscienze.

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Lunedì, 17 dicembre 2007