Dal libro della Genesi: “In quei giorni Melchisedek, re di Gerusalemme, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo, e benedisse Abram con queste parole: “Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici. Abram gli diede una decima di tutto”. Che strano, e che sorpresa! Io che lavevo con i Concordati, con l8 per mille alla Chiesa cattolica, come facevo a sapere che l8 per mille era fondato addirittura sulla Genesi? E come facevo anche a sapere che, nella Genesi stessa, era contenuto il “Manifesto della religione, la sintesi della letteratura alienante del rapporto delluomo con Dio? Ma andiamo con ordine. Melchisedek è re, potere politico, e sacerdote potere religioso. Questa commistione è già nella Genesi, quindi il caos è da principio, e non è certo opera di Dio. Poi: chi aveva costituito Melchisedek sacerdote del Dio altissimo lo sapevano solo i credenti in quella investitura, lo stesso sacerdote che si autoqualificava in tale funzione, e il Dio altissimo, che si era trovato così rappresentato in terra probabilmente senza aver mai messo bocca sulla questione…Ora Melchisedek, al quale Dio parlava nello stesso modo in cui parla ad ognuno di noi, ma che credeva che i propri pensieri su Dio fossero i pensieri di Dio stesso, e che le proprie parole fossero le Sue parole, trovandosi su un trono puntellato da Dio per autoinvestitura e puntellando egli stesso Dio dal proprio trono, penso fosse giusto ed opportuno cantare la musica che poteva suonare bene nelle orecchie di Abram, suo interlocutore in quella circostanza. Ritrovandosi, per millantato credito, depositario e con la disponibilità duso del potere della benedizione, che nella cultura religiosa corrisponde ad una alleanza-protezione-aiuto da parte del Dio altissimo, (si vede che a quel tempo cerano anche degli Dei meno alti di Lui), Melchisedek raccoglie tutte le sue forze e spara una benedizione-super, che si estende in due direzioni: “sia benedetto Abram dal Dio altissimo” (non si sa perché Dio lo debba benedire), e “sia benedetto il Dio altissimo da lui stesso, da tutti quanti stanno ascoltando, e soprattutto da Abram”, dato che lo stesso Dio altissimo gli ha fatto lenorme favore di prendere i suoi nemici e di metterli nelle sue mani. Non viene precisato perché Dio nutrisse la volontà di benedire Abram; si allude allipotesi che Dio si fosse alleato con Abram nella lotta contro i suoi nemici; non viene precisato né il mezzo con cui Dio ha costretto i nemici a consegnarsi nelle mani dello stesso Abram, né la fine che questi ultimi faranno. Affiora il Dio dellAlleanza, che aiuta i propri eletti nella guerra contro i loro nemici, (per cui è un Dio che ha degli eletti e dei nemici), ed affiora un Dio che in questo esercizio di prelazione, non rifiuta certo i metodi violenti che a quel tempo e in ogni tempo, gli eletti, che hanno Dio con loro, sono soliti usare contro coloro che ostacolano lesercizio della loro volontà, e che in genere, si muovono spinti dagli stessi idoli degli eletti: la ricchezza, il potere, il piacere. Pienamente rassicurato e gratificato dallascolto di quella superbenedizione, ecco che Abram destina le decime di tutte le sue disponibilità e di tutte le sue entrate a favore del Re-sacerdote Melchisedek, il quale, con una minima fatica, con un po di sceneggiatura e con la bronza di coloro che pensano di avere Dio a propria disposizione ed ai propri comandi, e di parlare in nome Suo, si ritrova alleggerito della necessità di lavorare per guadagnarsi le risorse necessarie per magiare, coprirsi, curarsi e vivere… Ecco che ci troviamo davanti al fenomeno-paradigma del rapporto uomo-Dio mediato dalla casta sacerdotale, cioè alla concezione religiosa di tale rapporto, che inizia ai tempi della Genesi ed arriva fin dentro alla nostra giornata, nonostante lavventura dolorosa e tragica dellincarnazione di Gesù, Spirito di Dio fattosi uomo per liberarci dalla suddetta concezione religiosa, ma catturato, messo a tacere, e riproposto in quella chiave religiosa dalla quale Egli avrebbe voluto e continua a volere che ci liberiamo. Infatti Dio non è il Dio dellAlleanza, non ha degli eletti, non ha dei privilegiati, e quando si sente chiamare “Dio degli eserciti” va in tentazione di fare quello che non può proprio fare, cioè bestemmiare. Non cè un punto tanto lontano da Lui, nelluniverso, nel quale possa trovare spazio la giustificazione delluso della violenza. Per Lui tutti devono essere nostro prossimo, perché tutti sono espressioni del Suo amore creativo, tutti figli-fratelli far loro. Questo ci vorrebbe dire e ci sta dicendo da due millenni il Signore, e sempre da due millenni cerca di farci capire che noi stessi siamo le mani dellamore di Dio pere noi, per cui la religione non ha senso, ed il senso lha la laicità fraterna e solidale, il nostro rapporto positivi con laffamato e lassetato, che deve operare nel mondo per togliere sofferenza a tutte le creature e per fare in modo che ognuna di esse abbia il necessario e la gioia, e possa essere saziata e felice. Questo è anche ciò che viene sistematicamente omesso nelle omelie domenicali dalla casta sacerdotale, che, se andiamo avanti di questo passo, con la laicità e la sinistra in stato precomatoso arriverà a lamentarsi dei privilegi attuali e spingerà il potere politico, di lei galoppino dal tempo di Ur dei Caldei a restaurare la prassi non dell8 per mille, ma delle “decime” e farà causa ad Abram par avarizia aggravata e continuata. Ecco che forse allora anche la “destra” prenderà le distanze da Santa Romana Chiesa e finirà linfausto connubio fra la religione ed il potere (questa la vera utopia delle utopie)! Allora, e sarebbe già ora oggi di farla, la pianteremo di definire la Genesi come parola di Dio, e completeremo lenunciato aggiungendo “secondo luomo”, e aggiungeremo soprattutto che il Signore è venuto per liberarci da questo Dio costruito da noi, e per farci conoscere e sperimentare lo Spirito del Padre buono, che ha bisogno dei tralci per portare frutto a tutte le creature, che è una Presenza immanente a noi stessi nel momento in cui amiamo e condividiamo, nel momento in cui facciamo agli altri ciò che vorremmo ricevere da loro; Presenza che ha bisogno del nostro impegno, per portare a compimento, secondo Amore, una creazione ancora satura di sofferenza, di ingiustizia, di male praticato e subito da tante Sue creature.
Mario Marotti
Mercoledì, 03 ottobre 2007
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