Lettera aperta a Gesù di Nazareth

di Gerardo Sacco

Dal Blog di Don Franco Barbero
Caro Don Franco, buon giorno.

Sono un novarese che vive da alcuni decenni in Madagascar, dove sono arrivato per lavoro e ci sono rimasto fondando anche una nuova famiglia. Molto probabilmente abbiamo avuto l’opportunità di incontrarci, giacché, prima di espatriare, ero impegnato in attività legate all’ambiente della pastorale diocesana di Novara.

Purtroppo, sia a causa dei miei impegni di lavoro ed alle difficoltà di comunicazione, sono rimasto per anni alquanto isolato e, solo parzialmente, al corrente di quanto succedeva in Italia e nel resto del mondo.

Dallo scorso anno, tuttavia, avendo smesso di lavorare e grazie alle attuali possibilità offerte da internet, riesco a tenermi maggiormente aggiornato. Devo confessare che sono esterrefatto dal quadro politico e ecclesiale italiano. Non avrei mai creduto alla mia età, ho 71 anni suonati, che si potesse arrivare a tanto sfacelo.

Mi è quindi venuto spontaneo, il mese scorso, di scrivere alcune riflessioni che mi permetto di allegarti. Ti sarei grato di un tuo commento.

Grazie e a presto
Gerardo Sacco


Agosto 2008
Lettera aperta a Gesù di Nazareth

Caro Gesù,

Venti secoli fa, quando sei passato sulla terra, non ti è andata molto bene, e sei finito in croce, per dirla in breve ciò è avvenuto perché la tua testimonianza che privilegiava i deboli, i malati, i poveri, metteva in luce le ingiustizie dell’ordine costituito e, sia il potere romano, che il sinedrio non potevano permettersi che ciò continuasse.

Tu seguivi i dettami della religione ebraica e, non avevi nessuna intenzione di fondarne una nuova, insegnando, ai tuoi discepoli, che dovevano rivolgersi direttamente a Dio padre, ovvero privilegiavi il rapporto diretto, rivolgendosi a Lui con la preghiera, per capirne la sua volontà.

Sai che cosa ne è stato del tuo insegnamento? Alcuni dei tuoi discepoli, circa cento cinquanta anni dopo la tua esperienza terrena, hanno pensato bene di fondare una nuova religione, che hanno chiamato “Cristianesimo”. È stata un’operazione di grande successo che si è diffusa in gran parte del mondo, anche se poi si è divisa in tante ramificazioni, molto spesso seguendo gli interessi politici del momento.

Quale nemesi storica, è stato proprio lo stesso impero romano, che ti ha crocefisso e che ha perseguitato i primi seguaci della nuova religione, ad esserne strumento della sua diffusione.

La Chiesa Cristiana, di cui quella cattolica romana n’è la più importante espressione, ha in ogni caso il merito di aver conservato e trasmesso nei secoli l’essenza del tuo messaggio. Nei primi secoli il Cristianesimo è stato abbastanza fedele al tuo messaggio, ma con il riconoscimento ufficiale dell’imperatore Costantino nel 313, cominciano i compromessi e la forza di testimonianza, da parte della Chiesa, si affievolisce sempre di più, mentre il suo potere temporale aumenta.

Anziché utilizzare la sola testimonianza di fede, le chiese cristiane, hanno prediletto la scorciatoia di chiedere aiuto ai vari poteri costituiti per diffondere la nuova religione. Trovando, in questo, una risposta pronta ed interessata da parte dei potenti della terra, i quali scoprono nella chiesa un alleato insperato per giustificare ogni loro prepotenza. Da qui, ne derivano tutte le teorie secondo cui il potere dei sovrani discende da Dio stesso, evidenziate con le varie cerimonie di incoronazione presiedute da papi e vescovi.

In questo non siamo lontani dai faraoni egizi e dagli imperatori romani che si identificavano negli dei, o si dichiaravano esserne l’incarnazione. Ricordi l’imperatore Cesare Ottaviano Augusto, tuo contemporaneo? Lui è stato un perfetto esempio di utilizzatore della religione a fini politici. Allora si trattava della religione degli dei romani, ma successivamente, i vari potenti della terra hanno sempre utilizzato la religione, compresa quella Cristiana, per perseguire o giustificare i loro interessi.

Esempi di questo connubio tra chiesa e potere se ne trovano in abbondanza. Per ricordarne alcuni, possiamo cominciare con il trattato del 754 firmato da Papa Stefano II con Pepino re dei franchi e padre del futuro Carlo Magno. I motivi di tale alleanza hanno una radice decisamente politica e temporale, anche se giustificata con la difesa e la diffusione della vera fede.

Proseguendo nella storia troviamo le crociate, le varie conquiste del XVI° e XVII° con i “conquistadores” che avanzano brandendo la spada, in una mano e la croce dall’altra, annientando popoli e distruggendo civiltà antiche, di cui non ci pentiremo mai abbastanza. In tempi più recenti, ritroviamo la religione immischiata in tanti altri conflitti. Tale connubio, non è una prerogativa né delle religioni cristiane, né dei paesi sviluppati. Troviamo, questo scambio di favori o addirittura di sovrapposizioni di ruoli, anche in altre religioni e paesi emergenti con conseguenze disastrose sotto molti punti di vista.

Sarei tentato di affermare che il passaggio, dal tuo messaggio di fede alla ritualità di una chiesa, ha annichilito l’azione salvifica dello stesso.

Tu ed il Padre celeste, oltre all’immensa pazienza che dimostrate per sopportare tutte le stolidità del genere umano, siete evidentemente dotati anche di un grande senso dell’umorismo e vi divertite ad inviare qualche “guasta festa”, sia all’interno che all’esterno delle chiese stesse, a turbarne il conformismo che esse cercano d’imporre ai fedeli. Addirittura fate esprimere, ai capi stessi di queste chiese, delle critiche od introdurre riforme per riportare il tuo messaggio in primo piano.

Sfortunatamente l’ottusità umana e la paura di affidarsi ciecamente alla volontà del Padre fanno sì che, si ritorni in fretta allo status quo conformista ed all’ubbidienza cieca dei dogmi. Non sembra anche a te, un atteggiamento simile a quello dei farisei del tuo tempo? Quanto siamo lontani dal seguire il tuo insegnamento quando affermavi che le leggi sono fatte per gli uomini e non gli uomini per le leggi.

Nei secoli, ci sono stati molti esempi e testimonianze di questi tuoi interventi, come facesti con Francesco d’Assisi, preso per povero pazzo in vita, e poi costretti a santificarlo, anche se i seguaci sembrano dimenticarsi del suo esempio di povertà; oppure con un Mahatma Gandhi, che con l’esempio della sua vita era molto più seguace del tuo messaggio di quanti si dichiarano tuoi discepoli.

Persino Pio XII che, per quanto non fosse un rivoluzionario, nel 1957, in un’omelia in Vaticano cui, grazie al privilegio dell’età ho potuto partecipare, ha affermato che la chiesa, sull’esempio di Davide, spogliatosi della pesante armatura per affrontare Golia, doveva spogliarsi da tutte le esteriorità e pratiche che impediscono l’annuncio del tuo messaggio. Dopo di lui Papa Giovanni XXIII ha dato, con il Concilio Vaticano II, una grande spolverata alla pesantezza della Chiesa romana, ma con il passare degli anni e l’azione della curia, tutto sta ritornando come prima, se non peggio.

C’è una cosa che mi ha sempre lasciato perplesso, forse perché non sono un teologo. Come é possibile affermare, da una parte, che Dio ha creato ed ama tutti gli uomini e poi giustificarne lo sterminio con guerre, mancanza di soccorso, o l’indifferenza a fronte del diffondersi della miseria nel mondo, o addirittura restare inattivi quando a giustificare una guerra ci sono delle differenze di religione, talvolta espressioni diverse della stessa; come il caso del nord Irlanda.

Con quale principio ci si arroga il diritto di affermare che tale religione è più vera di un’altra? Come si giustifica, al punto di averlo poi incoronato imperatore a Roma il giorno di Natale dell’800, il massacro perpetrato da Carlo Magno nel 782 a Verden in Sassonia dove, radunati 5.000 prigionieri tra soldati ed ostaggi nemici, Carlo imponeva loro l’abiura alla religione ancestrale e l’adesione al cristianesimo a difetto di che, era loro tranciata la testa; in quel giorno caddero 4.500 teste. Non credo che siamo molto lontani dalla stessa logica per i massacri e le guerre attuali.

All’epoca Carlo aveva preso spunto dal massacro di un su manipolo inviato in Sassonia per tenere sotto controllo le sue conquiste, per intervenire e punire le popolazioni ribelli. Oggi Bush giustificandosi con la lotta al terrorismo, inizia una sanguinosa guerra in Iraq dove, a fronte di circa tremila morti delle torri gemelle di Manhattan, in Iraq muoiono oltre tremila soldati americani e diverse decine di migliaia di iracheni, fra cui la maggioranza sono civili, compresi donne e bambini.

Oltre a qualche mormorio di salotto, non c’è stata nessuna condanna ufficiale da parte di coloro che pretendono essere tuoi discepoli ufficiali; anzi, il presidente Bush è ricevuto in Vaticano con tutti gli onori e si va a riverirlo anche negli USA, ben sapendo che le vere ragioni non sono la guerra al terrorismo, ma la difesa degli interessi personali nel settore petrolifero. Ci sarebbe da chiedersi se i popoli che hanno la sfortuna di nascere in territorio mussulmano, non sono figli di Dio. Tesi, questa, ampiamente applicata nell’ex Jugoslavia.

Come diceva Giovanni Bosco “avere la fede è come scendere o salire una scala con gli occhi bendati ed essere certi che dopo il primo ci sarà anche il secondo gradino e cosi via”: Se le chiese che si rifanno al tuo nome avessero una tale fede, non applicherebbero il politically correct alle loro azioni, cosi non si vedrebbe il timido disaccordo del Vaticano a quanto il Governo cinese sta perpetrando in Tibet, od il rifiuto di ricevere il Dalai Lama perché nel frattempo si hanno in corso tentativi di accordi (sempre lo stesso vizio) con le Autorità di quel grande paese.

Ebbene si, caro Gesù, se ritorni sulla terra, con le stesse idee e dicendo le stesse cose, finiresti, se non crocefisso almeno in una prigione tipo Guantánamo. Una cosa è sicura se passi dall’Italia dovresti prima di tutto dimostrare di essere un immigrato regolare, farti schedare e depositare le tue impronte digitali.

Questi attuali ed illuminati governanti della penisola, benché si professino difensori della religione cristiana, hanno sicuramente dimenticato cosa tu insegnavi a proposito del “prossimo” nella parabola del buon samaritano e, probabilmente a causa dell’impegno nel salvaguardare il loro livello di benessere acquisito, in particolare nell’opulenta “Padania”, hanno dimenticato anche la frase “non sono le leggi buone che fanno l’uomo buono” del loro conterraneo Manzoni; meneghino DOC, non come quei professori meridionali che inquinano attualmente l’aria delle scuole settentrionali, per questo emanano editti e leggi come ai tempi delle grida del Promessi Sposi.

Sempre rimando in tema, si direbbe che anche i parroci attuali della Padania siano ritornati ad essere, quasi tutti, dei Don Abbondio con un’estrema paura di contraddire gli attuali signori. In questo, in ogni modo, spalleggiati anche dalle gerarchie ecclesiastiche più elevate. Ti pare che sia possibile, per quei poveri vescovi e cardinali, sputare nel piatto del Governo che promette aiuti alle scuole confessionali ed altri benefits? Non siamo mica ai tempi di quell’esaltato di San Giovanni Battista che, ci ha rimesso la testa per protestare contro il potente di allora. ? vero, che tu hai detto che non c’era nessuno più grande di lui, ma queste erano le tue solite esagerazioni.

Qualche secolo dopo il tuo passaggio sulla terra, un profeta di nome Maometto ha fondato, una religione: l’Islam. Si è rifatto anche ai tuoi insegnamenti, considerandoti come il più grande fra i profeti, si ricollegava, come gli ebrei, ad Abramo. L’islam è di un monoteismo radicale, ed i suoi seguaci dimostrano, molto spesso, una fede da fare invidia al lassismo di molti cristiani.

Questa loro fede, del resto, è stata lo stimolo che ha risvegliato in Charles de Foucauld il desiderio di assoluto, di Dio; ecco che cosa scriveva in proposito: « L’Islam a produit en moi un profond bouleversement. [...] La vue de cette foi, de ces âmes vivant dans la continuelle présence de Dieu, m’a fait entrevoir quelque chose de plus grand et de plus vrai que les occupations mondaines. » (L’Islam ha prodotto in me un profondo sconvolgimento.[…] La vista di questa fede, di queste anime che vivono nella continua presenza di Dio, mi ha fatto intravedere qualche cosa di più grande e di più vero delle occupazioni mondane).

Charles de Foucauld pur essendo diventato religioso trappista desidera, come hai fatto tu, guadagnarsi da vivere con le proprie mani in mezzo ai poveri tuareg del deserto. Si è sempre rifiutato di predicare il vangelo, considerando che anche la fede dell’Islam poteva salvare le popolazioni fra le quali viveva.

Questo suo atteggiamento mi ricorda un incontro che avuto in Mozambico, negli anni settanta. Un vecchio missionario bergamasco, da anni lasciato ad occuparsi della pastorale nella parte nord del paese; una “parrocchia” grande quanto la pianura padana, mi raccontava che per praticità aveva fatto un accordo con l’imam mussulmano del posto, ed alternativamente ogni sei mesi uno o l’altro facevano il giro della “parrocchia” per stimolare i fedeli a pregare. Purtroppo si lamentava, che quando aveva riferito di questo suo accordo al Nunzio Apostolico di Maputo, costui, non lo aveva capito e gli aveva disapprovato l’iniziativa.

Direi che è la stessa cosa che è successa recentemente a Bologna, in occasione della domanda fatta dalla comunità islamica che voleva costruire una nuova moschea. Anche in questo caso Vescovo ed autorità politica si sono trovati alleati nell’ostacolarla. Devo, in ogni caso congratularmi con te che, nonostante l’ottusità di tanti esponenti della gerarchia ecclesiastica, sei riuscito a far dichiarare Beato Charles de Foucauld da Benedetto XVI il 13 Novembre 2005.

Vedi, il problema delle Chiese Cristiane, che si rifanno al tuo insegnamento è che, pur avendo delle buone intenzioni, nella realtà mancano di vera fede; quindi si affidano a dei palliativi, come gli ebrei nel deserto non avendo delle prove concrete della promessa fattagli da Dio tramite Mosè, pensavano di risolvere il problema con un vitello d’oro, così le varie gerarchie ecclesiastiche credono che consolidando la presenza delle chiese stesse con l’appoggio del potere temporale, da una parte, e con il moltiplicare regole e dogmi cui i fedeli sono tenuti a conformarsi, risolvono il problema della salvezza delle anime o del mondo stesso.

Quanto sono patetici certi vescovi e cardinali, quando si accendono di sacro zelo nel condannare una povera ragazza che ha abortito, senza sapere cosa veramente nasconde un tale drammatico gesto. A fronte di un atteggiamento d’eguale virulenza, tu hai sollecitato i presenti a scagliare la prima pietra se ritenevano di essere senza peccato. Evidentemente, questi pretesi tuoi rappresentanti, hanno dimenticato che tu per incarnarti hai scelto l’umiliazione di una ragazza madre.

Probabilmente liberandosi della misoginia di cui sono impregnati, e magari anche abbandonando il celibato obbligatorio per i sacerdoti, sarebbero molto più sereni nei loro giudizi, avrebbero meno preti pedofili nei loro ranghi, e meno missionari costretti a nascondere le loro relazioni “coniugali” e conseguenti figli. E’ facile predicare bene, o nascondere le proprie debolezze al riparo delle varie curie ma, lo sai sicuramente tu meglio di me, quanto deve essere difficile per un povero giovane prete, abbandonato a se stesso, non a Carate Brianza, ma in uno sperduto villaggio africano o dell’america latina.

Il massimo della loro virulenza da parte dell’autorità ecclesiastica (ricordi i membri del sinedrio quando si strappavano le vesti?), che riescono a trasmettere anche ai politici, o forse sono questi ultimi che n’approfittano per attingere voti dai fedeli, si manifesta quando capita qualche caso di cosiddetta eutanasia. È strano come questo succeda solo nei paesi ricchi.

Da qualche decennio vivo, per lavoro, in un paese africano; qui, come credo, in tutti i paesi del terzo mondo, chi si ammala in modo grave muore tranquillamente senza che nessuno si agiti più di tanto, esattamente come succedeva anche in Italia od altrove un secolo fa. Dobbiamo forse dedurne, come certamente è l’opinione della Lega o di altri movimenti elitari, che le popolazioni del nord del mondo sono più figlie di Dio delle altre, e quindi occorre accanirsi per tenerli legati ad una vita artificiale, mentre nel resto del mondo si è liberi di morire per mancanza delle minime strutture ospedaliere, od annegare in mare su delle vecchie carrette giacché Fini, Bossi, Maroni, Berlusconi e soci, alla pari del ricco epulone, non vogliono essere disturbati dal povero Lazzaro. Chissà se il Berlusca riuscirà a trovare, con l’aiuto del Vaticano, una cruna d’ago abbastanza grande da passarci.

Caro Gesù, scusa se ti ho raccontato delle cose che tu già sapevi, e dammi la capacità di prendere la realtà delle cose di questo mondo con maggiore filosofia. Tuttavia, se ti capita, cerca di scrollare un poco l’apatia dei membri delle varie confessioni cristiane facendo capire loro che non è saggio ubbidire acriticamente, anche se ha parlare sono le gerarchie, poiché non ci può essere merito se non si è coscienti dei propri atti.

Ciao, a presto
Gerardo, cittadino del mondo
Pubblicato da don Franco Barbero a 18:56 http://donfrancobarbero.blogspot.com/2008/09/ricevo-e-pubblico-volentieri.html



Mercoledì, 17 settembre 2008