CORPUS DOMINI TRA I NUOVI "SAGRATI" ABUSIVI

di don Agostino Rota Martir

Quando ogni anno si celebra la festa del Corpus Domini la memoria mi porta al mio paese natale al tempo dell’infanzia, quando la processione era un evento che coinvolgeva la comunità intera, atteso e preparato: strade con balconi addobbati, la banda che accompagnava la processione per le vie del paese, la gente vestita a festa, commossa e speranzosa di poter ricevere quelle grazie che la vita dura le aveva privato, in attesa del passaggio dell’ostensorio luccicante con in mostra la santa Eucarestia portata solennemente dal parroco, attorniato dai sacerdoti del paese fino al sagrato, dove la solenne benedizione del Corpus Domini sull’intera comunità era attesa quasi come l’acqua per l’assetato.

Allora, quello che non riuscivo capire bene, era perché il percorso della processione era sempre lo stesso: perché non raggiungere di volta in volta altre vie, altri quartieri, così che tutti potessero godere e ottenere le grazie desiderate?

Anche oggi, nonostante i tempi cambiati, è rimasta ancora viva la processione del Corpus Domini, continua ad attraversare le nostre strade e piazze, anche se con meno addobbi, più contenuta e discreta nella forma, ma quei sentimenti di attesa e di fiducia in molti sono ancora vivi: Dio che cammina nella nostra storia, un Dio che non disdegna di “scendere” e di condividere le nostre vite, un Dio che non si limita a fermarsi sui sagrati ma scivola lungo le stradine nascoste, i sentieri battuti da chi vive ai margini, un Dio che senza ronde e scorta si affretta a visitare anche gli accampamenti abusivi abitati da tanti suoi figli: clandestini, Rom, migranti, Rumeni, accattoni di vario genere, soprattutto oggi addobbati di paura in nome del nuovo dogma della sicurezza.

La festa del Corpus Domini è la memoria di un Dio che ci conduce sempre fuori, di un “Dio fuori posto”: “Io li ho condotti fuori dal paese d’Egitto.” (Lev.23, 43)

Quando Dio esce dal suo luogo è inevitabile che si crei un movimento, un esodo che scombussola i nostri piani, le nostre sicurezze, i nostri confini…e questo movimento fa paura, è la stessa paura che provarono i sommi sacerdoti del tempio e gli scribi quando arrestarono Gesù e lo fecero condurre legato nel cortile del tempio per interrogarlo e condannarlo a morte: perché Dio non poteva stare ed amare i peccatori e i poveri, un Dio che attraversa i confini ci spiazza e ci lascia insicuri.

Non sono forse da questi “sagrati fangosi e fuori luogo”: sagrati clandestini, nascosti sotto i ponti o dai canneti che oggi il Corpus Domini passa per intrattenersi con queste persone, per spezzare insieme il pane dell’amicizia, perché anche le loro vite sono: “terra benedetta” da Dio: “ Fermati! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!” (Es. 3, 5)

E’ anche da questi “sagrati clandestini” che la Chiesa oggi è sollecitata ad innalzare il Corpus Domini per Bene-Dire l’intera comunità umana che vive le nostre città, perché sappiamo purificare innanzitutto il nostro sguardo e riconoscere che ogni uomo è il riflesso del suo splendore.



don Agostino Rota Martir
Campo nomadi di Coltano (PI)
Festa del Corpus Domini 2008



Mercoledì, 28 maggio 2008