La parola ci interpella
La Genesi

di Mario Mariotti

PARTIAMO dalla Genesi: Dio ha cr eato il mondo in sei giorni, e il settimo si é riposato.

Questo non lo digerisco più, sia perché non riesco a trovare il soggetto che assisteva,e quindi era testimone,di questa operazione, e sia e soprattutto perché questa concezione contraddice il messaggio del Signore che allude ad una creazione che andrà portata a compimento nel "Regno", e questo attraverso l’impegno e la responsabilità degli uomini, tralci della Vite indispensabili a Lei per portare frutto a tutti i viventi.

Il considerare il creato una realtà conclusa, per me, é quasi una bestemmia, sia per l’ancora sterminata presenza della sofferenza e del male, e sia perché ci deresponsabilizza e ci aliena dal nostro dovere di impegno storico per la materializzazione dell’Amore nel mondo, di cui esso é assetato, di un desiderio inestinguibile.

Ancora la Genesi.

La lettura religiosa attesta che Dio avrebbe fatto l’uomo a propria immagine e somiglianza.

Niente di più sbagliato, niente di più deviante! Tutta la storia umana non fa altro che dimostrare l’opposto: che é l’uomo a fare Dio a propria immagine, ad attribuirgli prerogative e qualità secondo una immagine antropomorfa, a concepirlo in un modo funzionale alle proprie paure, ai propri desideri, alla propria volontà di accumulo e di potere.

L’uomo costruisce Dio a propria immagine e lo usa contro l’uomo, e chi dovrebbe essere strumento per trasformare il mondo secondo Amore e Verità si trasforma in iena della Verità per servire il vero dio in cui crede, gli idoli della ricchezza, del potere e del piacere.

La vicenda di Abramo.

Essa ci presenta un Dio esigente e spietato che richiede sacrifici, e,in questa occasione,il sacrificio più doloroso ed assurdo per un padre che abbia anche solo un minimo di sensibilità umana: quello del proprio figlio.

Questo concetto di un Dio sovrano assoluto ed onnipotente,che gode ad essere adorato, che vuole essere ringraziato, che esige sacrifici per essere placato, che vuole preghiere per concedere amicizia, protezione e benefici alle proprie creature, che,in queste condizioni, si assomiglia­no molto di più a dei servi che a dei figli, questo tipo di Dio, dicevo, é specifico di una accezione religiosa di Lui, é il frutto di una sènsibilità umana ancora opaca e grezza.

Gesù, il laico Gesù, ci fa sapere invece che Dio non é l’Entità onnipotente e lontana della religione, ma che Lui ci é padre, e che é "un Padre speciale, che ci ama di amore gratuito ed incondizionato perché siamo tutti quanti oggettivazioni, espressioni del Suo amore.

Ci ama anche se egoisti e puttanieri, come fa il Padre del figliuol prodigo. E’ un Padre che non vuole essere servito ma servire, e che si incarna nel Figlio per manifestarci che l’Amore é tale se serve e condivide, e che l’oggetto dell’amore e della condivisione é l’uomo stesso, sono tutti i viventi del creato. Ecco che si rovescia la logica religiosa, l’uomo per il Sabato, e viene proposta la laicità fraterna e solidale, il sabato per l’Uomo, l’incarnazione dell’Amore con destinatario l’uomo stesso, e tutti gli altri viventi. Il Dio di Abramo é assurdo, esige una fede assurda, sottopone il suo servo ad una prova da infarto, e poi si accontenta del sacrificio di un altro vivente che é rimasto impigliato in un cespuglio mentre cerca da mangiare. Il Dio di Gesù non fa di questi scherzi, né agli uomini, né alle bestioline, esse pure sue creature.



Martedì, 18 marzo 2008