La parola ci interpella
Gesù salvatore

di Mario Mariotti

Ora provo ad oggettivare qualche riflessione sulla caratterizzazione del Signore quale salvatore.
Gesù sarebbe venuto per salvarci, facendo di sé stesso l’Agnello di Dio
che toglie i peccati del mondo.
Attingendo ai meriti infiniti acquisiti dal Suo sacrificio-suicidio sulla croce ad opera del sacramento della penitenza, verrebbe appianato il con­tenzioso, concesso il perdono di Dio, al peccatore, con la mediazione del sacerdote.
L’uomo, facendo del male al proprio prossimo, offenderebbe in prima istanza Dio; i meriti del Figlio verrebbero usati per ristabilire la Grazia-Amicizia di Dio nei confronti dell’ex peccatore ora pentito. Di coloro che hanno subito le conseguenze della cattiveria dell’ex peccatore si parlerà alla prossima puntata.
Quanto ho scritto finora può essere considerato il fondamento della diffusione e del successo del cristianesimo vissuto in chiave religiosa. La casta sacerdotale, delegata all’amministrazione del sacramento della riconciliazione, si ritroverebbe nel preziosissimo possesso delle chiavi del Regno dei cieli: da questo millantato credito é derivato, e deriva tuttora, il potere della stessa casta sacerdotale, nonché l’autorevolezza della gerarchia.
Quanto ho scritto finora può altresì essere considerato il top dell’alienazione religiosa, e la negazione più radicale del progetto di Dio per noi, progetto che indica nell’incarnazione dei Valori da parte dell’uomo lo strumento per la trasformazione storica di questo nostro mondo in Regno. Gesù non é il Salvatore che sacralizza un esistente in cui c’è il perdono perpetuo per il peccato perpetuo; Egli é il Paradigma dei giudizi, delle scelte e dei comportamenti che gli uomini devono adottare per trasformare il mondo secondo Amore, togliendo sofferenza e portando il necessario e la gioia, il tutto nella dimensione laica del rapporto dei viventi fra loro. Gesù é il messaggio che rompe il concetto di sacrificio di uno che paga per gli altri, che rifiuta la logica del capro espiatorio dei peccati di tutti.
Ognuno, seguendo il Paradigma, deve pagare di persona, deve fare di sé stesso pane e vino, il necessario e la gioia per gli altri viventi, deve entrare nel popolo di coloro che amano, servono, lavorano onestamente e professionalmente per gli altri,e condividono i frutti del proprio impegno e dei propri talenti con loro.



Martedì, 22 aprile 2008