La parola ci interpella - Approfondimenti
La Bibbia e lAutorità
di Aldo Antonelli
I pilastri fondamentali sui quali regge il potere e lautoritarismo sono il BISOGNO, la PAURA e lIGNORANZA! Papa Gregorio VIII nel 1075 pubblica Dictatus Papae con cui in 27 enunciazioni afferma l’autorità assoluta e indiscussa del papa. In queste dichiarazioni non viene mai menzionata la Scrittura (se non una volta nella proposizione n. 22 come garante di questa autorità assoluta). Da questo momento l’autorità della Scrittura passa alla persona del papa per cui si arriverà a proibirne la lettura diretta per evitare che ciascuno possa agire in base alla propria coscienza. Il primo atto ufficiale che proibisce la lettura pubblica della Scrittura è del concilio di Tolosa (1229) che nel canone 14 proibisce ai laici il possesso materiale della Bibbia. Questa decisione è avallata da papa Gregorio IX. Alcuni anni dopo il concilio di Terragona (1234) emana un decreto con cui ordina a chiunque possegga una Bibbia di consegnarla entro otto giorni ai vescovi che hanno l’obbligo di bruciarle tutte. Il concilio di Trento non si pronuncia sulla lettura della Bibbia, ma nella Sessione 18 del 26-2-1562 compone un catalogo di libri di cui si proibisce la lettura. Il 24 marzo del 1564 il papa Pio IV pubblica la bolla papale Index librorum prohibitorum con cui emette dieci regole per l’attuazione del dettato conciliare. La quarta proibisce la lettura della Bibbia in lingua volgare senza l’autorizzazione esplicita del vescovo. Gregorio XV nel 1622 restrinse ancora l’uso della Bibbia ai fedeli, proibendola in modo assoluto e quindi revocando anche le licenze concesse ai vescovi. Nel 1631 Urbano VII riprese l’ingiunzione di Gregorio IX e ordinò a chiunque di consegnare eventuali copie della Bibbia per essere bruciate e questa volta pena la denuncia alla «santa inquisizione» e relative torture. In epoca recente fu Pio VII nel 1820 che condannò la traduzione italiana della Bibbia; vi incluse anche quella dell’arcivescovo di Firenze mons. Antonio Martini, pubblicata nel 1776. Ancora una volta la Bibbia fu posta all’indice dei libri proibiti! Nel 1960 Giovanni XXIII chiese a don Giacomo Alberione, fondatore della Pia Società San Paolo di predisporre una Bibbia economica, in modo che potesse entrare in tutte le case. Le edizioni Paoline misero in cantiere quella che fu chiamata la «Bibbia da mille lire» stampata in milioni di copie e diffuse con apposite giornate nell’ambito delle parrocchie. Il concilio ecumenico Vaticano II, convocato da papa Giovanni dedica una costituzione dogmatica all’importanza della Parola di Dio e ne auspica la diffusione capillare tra il popolo. Tra tutti e sedici i documenti conciliari, la Dei Verbum è forse il più bello e il frutto più maturo dell’intero concilio e degli ultimi venti secoli di Cristianesimo. Sabato, 19 gennaio 2008 |