Le Omelie di Padre Aldo Bergamaschi
Luca 21,5-19

di Padre Aldo Bergamaschi

18 novembre 2007

Luca 21,5-19

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei dono votivi che lo adornavano, Gesù disse: “Verranno giorni in cui di tutto quello che ammirate non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”. Gli domandarono: Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?".
Rispose: “Guardate di non lasciarvi ingannare. molti verranno sotto il mio nome dicendo: “Sono io” e: “Il tempo è prossimo”; non seguiteli.
Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine”. Poi disse loro: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, cui carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.
Questo vi darà occasione di rendere testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere né combattere. Sarete traditi dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”.


Un vangelo che fa rasentare la voglia di andare dai maghi per sentire come andranno le cose. Ma Gesù dice di non lasciarci ingannare. Anche quando molti diranno “sono io”, non credete, molti diranno che la fine del mondo avverrà nel tale anno, non credete.
Neanche a farlo apposta ho qui un libricino che ha come titolo Orizzonti ritrovati pubblicato nel l981. Credo che sia dei “Bambini di Dio”, i quali appunto presumono di saperla più lunga su nostro signore Gesù Cristo. C’é qui un prospetto che vi mostro, guardate la profezia dei settanta anni della fine, trovo scritto l968-89 fine del tempo dei genitivi.
Chi sono questi genitivi? Sarebbero tutti quelli che non sono cristiani, tutti quelli che non sono ebrei, vedete già quali forme di razzismo, contravvenendo al messaggio di Cristo, per inseguire queste profezie si perde di vista il messaggio.
La tribolazione in questo caso sarebbe il recupero dei passi di Gesù il quale dice: prima della fine del mondo sarete perseguitati.
Noi cristiani, dunque, mi ci metto anch’io, abbiamo fatto l’opposizione alla concezione storicistica del mondo per tre secoli, con Costantino siamo entrati dentro a una fascia storica di umanità, da lì abbiamo cominciato a parlare di nazioni, di popoli, di patrie che hanno dato origine alla bella dilacerazione che abbiamo.
Sto pensando che questa tensione dei cristiani doveva durare ancora per cinque o sei secoli, per potere finalmente scardinare il concetto di etnia, che ha dato origine alle nazioni europee, alle varie lingue e così via. I cristiani, secondo i testi, nella loro prima storia dovevano scardinare tutto questo in nome dei principi annunciati da Gesù, che poi si rifanno alla prime quattro righe del Vangelo.
Poi, purtroppo anche il cristianesimo, anziché tenere questa tensione fino alla unificazione del genere umano e alla caduta del cosiddetto etnocentrismo, rifluì dentro a una parte, vale a dire si inserì dentro all’impero romano. Poi quel bravo Costantino si converte e si fa dare il battesimo in fin di vita.
In questo passo che abbiamo letto oggi, mentre alcuni parlavano del tempio, delle belle pietre e dei doni votivi, Gesù dice che tutto quello che stanno ammirando andrà in polvere. Allora sarebbe la presa di distanza, da parte di Gesù dal concetto di tempio. Ci eravamo lasciati domenica passata con questo brutto pensiero: sarebbe bello diventare cristiani adulti e riuscire a fare senza il tempio. Secondo la natura umana, mi dicono alcuni colleghi teologi, no, è secondo la corruzione della natura umana, perché tutte le religioni hanno un tempio. Costruzione ambita il tempio, ma se dovessimo vedere come storicamente é nato, non vi é dubbio che non sia costruito su di un lago di sangue, su qualche omicidio, oppure sulla conquista di qualche popolo nei confronti di qualcun altro. Questa é l’origine del tempio di tutte le religioni.
Ora, questo passo é la presa di distanza da parte di Gesù nei confronti del tempio, passo che sarebbe in linea con quell’altro che riguarda le parole alla Samaritana “Né sul Garizin, né a Gerusalemme, si adorerà, i veri adoratori adoreranno in spirito e verità”.
Lo so che i difensori del tempio, dicono che le parole di Gesù, vanno interpretate così: non la fine del tempio, ma che dentro al tempio si deve adorare in spirito e verità.
E allora no, mi di spiace perché é proprio questo che viene contestato, adorare in spirito e verità vuol dire liberarsi da questo incomodo. Incomodo, si capisce, per la nostra raggiunta maturità.
Certo non mi ci metterò io a demolire il tempio con lo scalpello o con il piccone, perché vi ho detto che se voi fate l’operazione di tipo estrinseco, ci sarà qualcuno che ne costruirà un’altro e questo non è il concetto. Il concetto deve essere riassorbito prima nella coscienza e poi probabilmente sparirà anche da11a faccia della terra.
Questo passo è abbastanza chiaro, però debbo anche essere onesto e in linea di continuità con il messaggio di Gesù, troviamo il primo martire santo Stefano, che è morto, lo sapete, perché contesta il tempio e contesta le istituzioni mosaiche. Questo non dobbiamo mai dimenticarlo.
Se guardiamo in Matteo e Giovanni abbiamo l’episodio di Gesù, che caccia i venditori del tempio. Gesù caccia questi venditori e poi dice: “Avete fatto della casa del padre mio una spelonca di ladri”. Poi ancora in Matteo, sarebbe Gesù che cita la scrittura: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera, voi ne avete fatto una spelonca di ladri”.
Per Marco: “Non sta forse scritto la mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti, voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri”.
Queste parole sono proprio di Gesù? O sono degli evangelisti, i quali hanno interpretato le parole di Gesù?
Ma se è la casa di Dio non si capisce perché egli ne preveda la distruzione. Se è casa di Dio non c’è nessuno al mondo che potrà distruggerla.
Ecco semplicemente vi ho messo le pulci nell’orecchio, per andare a rivedere questi passi, per ricavarne una dottrina che per me resta quella che vi ho detto.
Abbiamo bisogno di unirci in qualche cosa d’altro che non sia la preghiera, perché l’unità passa attraverso l’egemonia; dovrebbe passare invece attraverso la conversione e anche i cristiani dovrebbero caratterizzarsi per l’annullamento di ogni rito.


16 novembre 1986



Martedì, 20 novembre 2007