Le Omelie di Padre Aldo Bergamaschi

Giovanni 1,29-34


20 gennaio 2008

In quel tempo Giovanni vedendo Gesù venire presso di lui disse: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi é passato davanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”. Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito é colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e reso testimonianza che questi é il figlio di Dio”.

Passo evangelico, per la verità, molto complicato. Cercherò di ridurlo alla sua essenzialità. Qui c’é qualcosa nella prima Chiesa, questo battesimo di Giovanni aveva sconvolto, perché molti l’avevano seguito.
E poi ci si domandava qual’é il significato di Gesù, é il vero profeta che ha rinnovamento? E qui allora la preoccupazione di tutto il gruppo cristiano di spiegare, per far capire che Giovanni non era che il precursore, che il vero riformatore era Gesù Cristo, che il vero Salvatore era Lui. Ed ecco tutti gli episodi messi in opera per dimostrare, anche da parte di Giovanni, che Gesù é il Salvatore vero. Questo che io ho battezzato, dice Giovanni, é il figlio di Dio.
Adesso farò alcune ricerche, seguitemi e poi capirete dove andrò a finire “Questo che battezzo é il figlio di Dio”. Allora non é vero che il primo a riconoscerlo fu Pietro. Ricordate? “Tu sei il figlio del Dio vivente…”, mentre è Giovanni che dice: “Questi é il figlio di Dio”, dunque il battesimo di Giovanni era da Dio, e così i discepoli di Giovanni potevano pacificarsi con il loro leader il quale, per sua stessa ammissione, dichiarava che Gesù Cristo é Dio e che quindi il suo battesimo aveva soltanto il compito di rompere con il passato e dichiarare insufficiente la circoncisione. Aveva il compito di dichiarare la circoncisione una follia di gruppo, il quale gruppo ha tentato di auto celebrarsi come unico gruppo di salvezza in questo mondo, e quindi tutta la polemica nei confronti di Israele. Anzi la circoncisione é pericolosa perché circoscrive la salvezza e discrimina gruppo da gruppo.
Il battesimo invece, ci rende figli di Dio e ci toglie dal peccato, dobbiamo liberarci dal peccato che è un retaggio comune che riguarda tutti gli uomini. Guai a concepire il battesimo come una forma di circoncisione in cui io vengo separato dagli altri, in cui io sono il buono e gli altri sono i cattivi solo per avere il segno di appartenenza.Con il battesimo si dichiara che da questo momento abbiamo l’intenzione di accettare la parola di Dio e diventare delle creature nuove, così come quando ci si vuole liberare dall’ignoranza si va a scuola, si impara l’ alfabeto e si parte, e questo vale per tutti gli uomini.
Gesù è “L’agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”, mi domanderete che cosa é questo peccato del mondo? Ormai oso dirlo, si possono trovare tante circonlocuzioni, si possono fare molti giri di parole, ma bisogna centrare il concetto. Io ho questa mia presunzione: Il peccato del mondo di cui parla qui Giovanni, il Vangelo, e anche Gesù, consiste nel fatto di non riconoscersi uguali.
Specifico: vuoi per elezione divina - vedete allora la pericolosità del vecchio testamento dove già c’è la spaccatura del genere umano - il non riconoscersi uguali, vuoi per induzione razionale ideologica, la quale induzione consiste nel dire o nel pensare che esistono razze inferiori, come dire sul piano sociale, che chi ha ricevuto più talenti deve stare meglio di chi ne ha ricevuti meno.
Un po’ sibillina questa affermazione, ma pure costituisce il nostro dramma sociale.
Se si ammette che il peccato del mondo è il peccato originale, l’essere cioè io il centro del mondo e sottomettere gli altri, cito Rousseau che credo abbia azzeccato il discorso: “Il male è l’apparire dell’altro sull’orizzonte dell’io”. Il meccanismo scatta nella nostra psiche quando incontriamo l’altro, noi abbiamo il desiderio di vederlo sottomesso a noi, e ciò che non ci passa per la testa è il fatto di riconoscersi uguali. Questa è la mia interpretazione del peccato originale.
Nella Bibbia, Adamo non riconosce più Dio. Adamo dove sei? Fino a ieri passeggiavamo insieme nel paradiso terrestre.
Poi l’altro esempio clamoroso é quello di Caino. Caino ignora Abele. "Caino dov’é tuo fratello?” Domanda Dio, e Caino risponde: "Chi mi ha fatto custode di mio fratello?" Canaglia, lo hai ucciso perché non lo hai riconosciuto uguale e adesso continui la commedia. Dunque vedete che anche nella scrittura, se quello é il peccato originale, ritorna la verifica di quello che vi ho detto.
Agnello di Dio, sarebbe la definizione che di Gesù dà la prima comunità cristiana. C’é qualche incertezza di come la intendesse, ma per il fatto che abbia scelto questa parola, voglio credere che la prima comunità cristiana abbia inteso la vera definizione di Gesù. Gesù non é un condottiero, Gesù non é un capitano, ma tutt’al più un agnello biblico che muore, si immola per salvare la umanità intera.
Non posso ora esaminare le cosiddette costituzioni apostoliche, per vedere come questa concezione dell’altro si sia appunto codificata in alcuni precetti interessanti, e poi via via, come dal punto di vista sociale, si sia codificato il cosiddetto capitalismo eterno e così i cristiani hanno operato e operano come tutti i figli di mammona. Ai nostri giorni si tira fuori la parola solidarietà, lasciamo stare, ci sono già i sindacalisti e gli industriali che lo dicono. Questo tutto fra virgolette, intendiamoci, guai a chi dovesse sospettare che io parteggi per una parte o per l’altra, perché io sono per l’annullamento delle parti.
Solidarietà non é altro che il concetto di carità a cui é ricorso il medioevo per non potere o volere fare la giustizia. Vi cito la bellissima pagina in cui Marx descrive la via borghese del capitalismo, anche se criticabile: "Ogni uomo si ingegna di procurare all’altro uomo un nuovo bisogno per costringerlo a un nuovo sacrificio, per ridurlo a una nuova dipendenza e spingerlo a un nuovo modo di godimento e quindi di rovina economica. La sua miseria cresce nella misura in cui aumenta la potenza del danaro, il produttore fa la parte del mezzano fra i propri simili e i loro bisogni. Eccita i loro appetiti morbosi spia la loro debolezza per esigere il prezzo dei suoi buoni uffici".. Manoscritti Economici-Filosofici del 1844. Bisognerebbe scriverle a lettere d’oro, solo queste parole s’intende, senza le radici concettuali filosofiche.
Ora, l’errore di Marx in che cosa consiste? Nell’aver applicato la diagnosi a una classe di uomini, i capitalisti, che egli pretende di conoscere per nome e cognome, e altrettanto di avere illuso l’altra classe, cioè la classe del proletariato, anche questi conosciuti per nome e cognome, eliminando la prima per correggere quel male. Per me sono tutti capitalisti. Questo è lo svarione di Marx, ma non nell’aver fatto quella diagnosi, che bisognerebbe estenderla a tutti gli uomini e allora saremmo in area cristiana. Se la diagnosi é applicata a tutti gli uomini é una esplicazione del Vangelo laddove Gesù manda i suoi discepoli come agnelli in mezzo ai lupi, vale a dire, non per conquistarli ma per portare loro la esemplificazione di come si risolve quel fatidico rapporto socio-economico che crea tutte queste disgrazie.
Per quanto ci concerne vorrei mettere il dito su una piaga assai diffusa. Magnifichiamo l’iniziativa privata, la capacità di arricchirsi e diciamo di creare posti di lavoro. In questa situazione, se Imelia Marcos ha mille paia di scarpe che costano duecentomila lire al paio, e compera un Michelangelo per sei miliardi, se coloro che le stanno attorno dicono che questa donna promuove la cultura e il commercio, poi quando questa donna cessa di essere la prima donna e si scopre che insieme al suo adorato marito gestisce una dittatura a colpi di sorrisi, - in televisione l’ho vista io dire alla povera gente: “ vi sembra che delle persone belle come me possano ingannare”? la malvagità è giù nel profondo e tutte quelle operazioni ne erano la prova.
Quando siamo cristiani? Mai, perché siamo sempre o capitalisti o marxisti, cioè, in posizioni contrarie, ma all’interno di una stessa logica.
Signori che cosa é questo correre di danaro da New York a Francoforte a Tokio? Lo so il danaro produce danaro e il punto di riferimento non é neanche più l’oro. Tutti sappiamo che il punto di riferimento è il prestigio di un paese, il più forte economicamente dà il diapason, dà il valore alla moneta, ma questo paese rischia di caderci sotto come un attaccapanni in cui tutti vogliono appendere il cappotto.
Se poi c’é anche il cappotto del Vaticano, allora non ci resta che ripetere: “Ecco i lupi di Dio travestiti da agnelli che benedicono il peccato del mondo".



Domenica, 20 gennaio 2008