Sembra che lattuale amministrazione non voglia partecipare alla marcia Perugia-Assisi del 7 ottobre, orientata ad affermare il rispetto dei diritti umani come base della pace, nel contesto di numerose iniziative.
Ci piacerebbe andare ad Assisi non solo come esponenti di un movimento ma anche come veronesi, con unadesione del Comune, sua massima istituzione, espressione di una città europea e internazionale che negli ultimi anni ha inventato loriginale iniziativa del "Municipio dei popoli" che andrebbe sviluppata e rilanciata.
Dire che tali iniziative sono unilaterali fa ormai parte di unargomentazione schematica e pigra come quella che vede nella bandiera arcobaleno un emblema di partito.
Invitiamo il sindaco e la Giunta comunale a continuare la bella esperienza di questi ultimi anni e a rivedere la loro opinione, aggiungendo due parole sul significato della bandiera e su Verona.
1. Larcobaleno della pace raccoglie sette colori (il numero, simbolico,indica moltiplicazione e totalità) proprio per evitare l’identificazione con un solo colore, una sola realtà politica o culturale, una sola nazione. E’ un segno plurale, universale, fraterno. Intende esprimere l’unità nella varietà, la "convivialità delle differenze". Questa idea spinse Aldo Capitini,fondatore in Italia del Movimento Nonviolento, a fare dellarcobaleno il simbolo della prima marcia da Perugia ad Assisi nel 1961 daccordo con i francescani di Assisi, che diventeranno subito promotori della marcia. Oggi l’organizzazione della Perugia-Assisi avviene per iniziativa del collegamento associativo "Tavola per la pace", nel contesto delle Assemblee dell’“Onu dei popoli” e del Coordinamento degli Enti locali per la pace.
La nostra trama colorata contiene un forte richiamo biblico. Nel capitolo 9° del libro della Genesi, l’arcobaleno si presenta come promessa di vita dopo il diluvio. Dio promette di non distruggere più la terra e ordina agli uomini di non uccidere: ”Questo è il segno dell’alleanza che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future; io pongo il mio arco tra le nubi ed esso sarà segno di alleanza tra me e la terra”. L’arcobaleno è, contemporaneamente, promessa divina e impegno umano per la vita.
2. Verona è stata ed è la città di tanti operatori di pace, di gruppi missionari, degli incontri areniani dei "Beati i costruttori di pace" (anni 80 e inizio 90), del cartello associativo "Nella mia città nessuno è straniero" (1995), del "Giubileo degli oppressi" (2000), della nascente rete Lilliput, di riviste come "Nigrizia", "Raggio" e "Azione nonviolenta", della grande manifestazione contro la guerra allIraq (2003), delle "feste dei popoli" a Villa Buri, di aggregazioni ecumeniche e interreligiose, di persone come Renzo Bellomi, Enzo Melegari, Natale Scolaro, Silvio Tubini, Bruno Bertolaso, Filippo de Girolamo, Cecilia Dal Cero e tanti altri variamente attivi sui temi della pace, ora, come dicono gli scaut, tornati alla "casa del padre" ma nel cuore di molti. Verona, infine, è gemellata con tante città dal Perù al Medio Oriente, comprese lisraeliana Ranana e la palestinese Betlemme. Anche questa è Verona, la nostra Verona.
Shalom.
Pax Christi -Verona-
(Sergio Paronetto, Serena Rama, Rosa Pia Bonomi) Verona 24.7.07
Giovedì, 26 luglio 2007
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