Verso il congresso del movimento nonviolento
Per una federazione politica nonviolenta

di Enrico Peyretti

[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: e.pey@libero.it) per questo intervento in vista del XXII congresso del Movimento Nonviolento, che si svolgera’ a Verona dal primo al 4 novembre 2007. Enrico Peyretti (1935) e’ uno dei maestri della cultura e dell’impegno di pace e di nonviolenza; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e’ ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell’Ipri (Italian Peace Research Institute); e’ membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita’ piemontesi, e dell’analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e’ membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la’ del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall’albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e’ pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov’e’ la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita’. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; e’ disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, ricerca di cui una recente edizione a stampa e’ in appendice al libro di Jean-Marie Muller, Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004 (libro di cui Enrico Peyretti ha curato la traduzione italiana), e che e stata piu’ volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un’ampia bibliografia degli scritti di Enrico Peyretti e’ in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]


Cercando di contribuire alla riflessione che prepara il XXII congresso nazionale del Movimento Nonviolento, scorro il programma come appare in www.nonviolenti.org (lo riporto in calce a questo intervento).

In questo momento sento che bisognerebbe puntare, nella tragedia dei tempi, sul positivo, sul "programma costruttivo" gandhiano da tradurre nei giorni nostri (tentavo di farlo, alla buona, nello scritto pubblicato il primo luglio in queste "Notizie ninime della nonviolenza in cammino"). E puntare anche su un’analisi della realta’ esterna nazionale e mondiale, che nel programma (ma posso sbagliare) appare in secondo piano rispetto alla ricerca e all’azione interna del Movimento.

Infatti, "La nonviolenza e’ politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti", come suona il titolo generale, dice troppo e troppo poco: dice i massimi obiettivi, sempre davanti agli occhi, ma il vero problema di un congresso per una linea di lavoro, e’ vedere i passi migliori e i passaggi possibili verso quegli obiettivi, nel momento specifico. Dice pero’, quel titolo, una cosa importante: la nonviolenza e’ politica.

Le sei commissioni mi sembrano orientate in questa direzione auspicata. Credo che i sei temi possano tradursi anche cosi’: 1) contributo nazionale alla gestione internazionale dei conflitti preventiva e alternativa alla guerra; 2) pratica di socialita’; 3) livello personale interiore e relazionale della pace positiva; 4) modello produttivo, economia nonviolenta; 5) modello civico, qualita’ politica; 6) modello minimo necessario di legalita’, entro la societa’ italiana, costruito coi metodi della nonviolenza.

E’ mia opinione che il Movimento Nonviolento, con la sua storia ed esperienza, sostenute pero’ da un numero troppo esiguo di aderenti attivi, e ancor meno conosciuto e compreso nel grosso dell’opinione pubblica, confusa e deviata dai media piu’ influenti, di infima e greve qualita’, possa sempre meno cercare da solo questi obiettivi, ma che necessiti di coordinarsi sempre meglio con ogni analoga ricerca interna e internazionale, di cui non mancano valide presenze.

Sul piano internazionale, vedrei necessario sviluppare, con apposito incarico e mezzi, un costante lavoro di scambi, confronti, comunicazioni, visite, traduzioni: ormai la dimensione del lavoro nonviolento e’ insufficiente se non e’ inserita in una circolazione mondiale di apporti reciproci, nella diversita’ ma unita’ e interdipendenza dei problemi, che possa anche dare maggior forza alla solidarieta’ con le piu’ gravi situazioni di violenza sofferta.

Sul piano interno, riprendo con convinzione la proposta non nuova, ma sempre piu’ necessaria (che gia’ ripresi nel seminario di ottobre 2006 a Verona, riferito in "Azione nonviolenta" n. 1-2, 2007, pp. 12-13): pensare, preparare, costruire una Federazione politica nonviolenta, in cui i vari movimenti e associazioni nonviolente italiane, da piu’ o meno tempo entrate in questa sincera ricerca, si aiutino a vicenda nel convergere a costruire, anche col guadagnare consensi sociali, una concreta cultura politica nonviolenta e di conseguenza una prassi politica piu’ nonviolenta dell’attuale.

Infatti, la nonviolenza deve diventare politica, pur continuando a fare, prima di tutto, cultura, educazione, propaganda ideale, esperienze, e premendo gia’ ora, quanto puo’, coi mezzi della democrazia partecipativa, sulla politica operativa.

Ogni politica e’ fatta di valori (ideali, obiettivi); di idee (programmi concreti, percorsi sul terreno del possibile verso gli obiettivi necessari); di numeri (consensi necessari per attuare i programmi verso gli obiettivi). Ora, la nonviolenza ha valori, forse puo’ elaborare idee e programmi, ma non ha assolutamente un numero di consensi nella societa’, tali da poter contare nella politica deliberativa. Peraltro, sono in corso esperienze di lotta nonviolenta su vari problemi politici, militari, giuridici, economici, ambientali, che accomunano diversi rami del movimento per la pace nonviolenta, ognuno con la sua modalita’. La varieta’ e’ ricchezza, ma non quando e’ dispersione. Ora, attorno ad elementi essenziali di politica nonviolenta (in forma partecipativa dal basso e non necessariamente rappresentata nelle istituzioni elettive, che possono pero’ essere fertilizzate dalla nonviolenza), quei rami del movimento dovrebbero saper convergere (non unificarsi ma federarsi) in una Federazione politica nonviolenta, che forse tocca proprio al Movimento Nonviolento proporre e promuovere.

Sappiamo che non si tratta solo di un problema organizzativo o comunicativo. In gioco e’ la concezione della politica nelle societa’ umane. La politica e’ di necessita’ legata al potere degli uni sugli altri? E’ un puro gioco di forza tra interessi separati e opposti? Il potere politico e’ irrimediabilmente, in definitiva, gestione della morte per gestire la vita? Stato e guerra sono legati in un matrimonio ancora indissolubile, nonostante l’affermato "ripudio" costituzionale italiano e dell’Onu? Gli esseri umani in grandi societa’, e le civilta’ umane nel mondo che si unifica, sono capaci di convivere affrontando i problemi di relazione senza farsi violenza o affidarsi alla violenza? Sappiamo che questo nostro e’ un lavoro di generazioni e che, proprio per questo, e’ una serena urgenza quotidiana.

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Appendice: il programma del congresso XXII congresso nazionale del Movimento Nonviolento, Verona, 1-2-3-4 novembre 2007

"La nonviolenza e’ politica per il disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti"

Primo novembre, giovedi’

- mattina, ore 10,30: Apertura del segretario e relazione introduttiva.

- pomeriggio: Comunicazioni sulla rivista "Azione nonviolenta", sui centri studi, sui gruppi locali; dibattito in assemblea plenaria. 2 novembre, venerdi’

- mattina: lavoro in tre commissioni: I Corpi civili di pace; Il Servizio civile volontario; L’educazione alla nonviolenza.

- pomeriggio: lavoro in tre commissioni: Economia, ecologia, energia; Risposte di movimento alla crisi della politica; Resistenza nonviolenta contro il potere mafioso. 3 novembre, sabato

- mattina: Riferiscono le prime tre commissioni e poi dibattito; riferiscono le altre tre commissioni e poi dibattito; spazio per presentare le mozioni.

- pomeriggio: Dibattito sulle mozioni; votazioni; rinnovo delle cariche. 4 novembre, domenica

- mattina: "Non festa, ma lutto", iniziativa nonviolenta: camminata attraverso luoghi simbolici della citta’.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 163 del 27 luglio 2007



Venerd́, 27 luglio 2007