Lettere da Laodicea

14.06.05


di Associazione Dipingi la pace diPalermo

Mi hai chiamato

Mi hai chiamato ai tuoi piedi, o Madonna delle Grazie. Sono venuto al Congresso Eucaristico in cattedrale e tu puntualmente ti sei fatta trovare. Sei tu che mi hai invitato in cripta a parlare del tuo amore. Ho detto a tutti che ti sei innamorata dello Spirito Santo. Tu ragazza innamorata dell’Eterno. Tu madre - bambina, sei il primo Tabernacolo del Signore sulla terra. E in te ogni uomo è tabernacolo del Signore. Ogni uomo, senza distinzione di razza e di confini, è il Tabernacolo del Signore. In te, Maria, primo tabernacolo del Signore, è la pienezza della Grazia. Da te, dal tuo cuore, dalle tue mani grazie su grazie. Tu sei la piena di Grazia. I miei paesani ti hanno vestita di collane, di catene, di bracciali, di orecchini, di anelli, di spille d’oro. Ai tuoi piedi un bouchet di grazie. A tutti i miei nei secoli una grazia e a me, no? Non si è mai inteso che tu, tabernacolo del Signore, rigetti qualcuno o una misera preghiera. Come è possibile che un tuo figlio venga allontanato dalle tue braccia? Proprio il tuo bambino, così vero, così tenero, così nostro, così rassomigliante ai nostri piccoli, non si commuoverà al nostro pianto. Non ti guarderà pietoso, indicando le nostre abbondanti lacrime? In quella cripta ho parlato delle tue nozze con lo Spirito Santo. Ho parlato del tuo dialogo silenzioso con Giuseppe. Ho parlato delle tue confidenze a tua madre, Anna. Ho parlato del tuo pellegrinare verso Elisabetta. Anche lei riempita dallo Spirito. Ho parlato delle nozze di Cana di Galilea, quando a causa dei discepoli mancava il vino e tu premurosa volevi anticipare il piano di salvezza di Gesù. E tuo figlio a rimproverarti:” Non è ora, o donna. Non è il tempo, o madre. Mi vuoi a morte prima del tempo. Già sulla croce del mio sangue. Vuoi già pieno il calice del mio sangue, rosso come il vino degli sposi. Vuoi già questo vino, preannuncio del nuovo? Maria, non è ora. Maria, non è giunto il tempo, il mio tempo. Maria, per un po’ di vino d’amore, mi vuoi già sulla croce. Per un po’ di vino mi vuoi già pane eucaristico spezzato per gli altri, per tutti? Maria, non è ora. Maria, ti prego, non è ancora giunto il mio tempo. Maria, no. E tu, o Maria, non vedi che anch’io ti supplico come tu fai verso il tuo figlio? Si, ti vedo supplicare tuo figlio, bambino nelle tue braccia, perché tramuti presto questa mia croce in calice di salvezza. Si, so che solo dal tuo cuore esce la Grazia di salvezza. E tu, a Cana, insisti. E tu anticipi l’amore. E tu anticipi la passione di tuo figlio per sollevare il mio dolore. E tu mi tranquillizzi: “ Sta calmo. Sta buono. Abbi ancora un po’ di pazienza”. Io dai tuoi piedi non mi muovo. Io dai tuoi piedi non mi stacco. Si, ti bagnerò le mani di lacrime. Riempirò il tuo cuore di gemiti. Non mi staccherò da te, finché tu stesso con il tuo sguardo non mi annunci: “ Fa quello che mio figlio ti dirà”. Voglio, Maria. Attendo, Maria, la sua volontà. Non mi preoccupo quando essa verrà. Sono certo, nel tuo sguardo, che già vuole, già mi dice quello che siamo. Voglio essere solo ciò che egli vuole che siamo. Vedo scendere dai tuoi occhi la grazia custodita nel cuore di tuo figlio da secoli. Si, per me. Si, per noi. Si, per tutti. Voglio convertire totalmente la mia mente alla sua volontà. Convertire tutte le mie forze a realizzare il suo progetto d’amore in me, in noi. In te comprendo che tuo figlio ci vuole donare la sua divina misericordia, la sua totale divinità. E così sono partito. Ti ho salutato, regina delle grazie. Non più di tanto. E senza sapere, oggi, mi hai voluto al tuo pellegrinaggio, nel mio paese. Al tuo pellegrinare per le strade a distribuire grazie. E soprattutto al tuo rientro alla chiesetta di san Lorenzo che per farti entrare nei secoli hanno tagliato il bassorilievo del martirio di san Lorenzo. Che barbari! Tutto mi attendevo, eccetto la tua presenza. Eccetto il tuo cammino accanto a me. Ti ho vista in compagnia di san Luigi Gonzaga. Ti ho visto accanto al dipinto stupendo della Pansini. In quella notte del 5 giugno mi hai voluto ai tuoi piedi. Proprio lì, mi hai dato la grazia di affidarmi a te. A te ho consacrato la persona a me tanto cara. “Prenditi cura di lei. Consacrala al tuo cuore. Consacrala al tuo figlio. Ecco te la presento. Ecco te la consacro. Ecco anche lei ha bisogno del vino del tuo figlio. A volte, al cuore manca la spinta. A volte alla mente manca il volere. A volte nel nostro cammino manca il sale. A volte nelle notti oscure manca la tua luce. Ecco siamo pronti. Riempici il cuore del calice di Cristo. Riempi il cuore, la mente, le braccia di coloro che vogliono lavorare a Dipingi la pace, solo con il vangelo, solo con le beatitudini, solo con la mentalità del tuo figlio. Riempici fino all’orlo del tuo amore, fino all’orlo della tua pazienza, fino all’orlo dell’impossibile sopportare. Ecco siamo pronti, abbiamo svuotato il cuore dal nostro egoismo, dal nostro orgoglio di essere niente. Nelle tue nozze del vangelo siamo fermento e pane nuovo per l’Eucarestia nel mondo. Facci pane per tutti. Facci molliche per gli ultimi. Facci calice di consolazione per gli afflitti. Facci ciò che tuo figlio vuole che siamo

P. Paolo Turturro

Un angelo al Villaggio Ruffini di Palermo

Mi resta in mente il ricordo di una persona mite, dolce. Un volto pronto sempre alla sorpresa. Un volto sempre alto al dono per gli altri. Maria Grazia Caprì un dono per la chiesa di Palermo. Un impegno sempre nuovo, indefesso, sempre pronto per sollevare chi soffriva e chi era oppresso nell’umiliazione della vita umana. Veniva sempre con le sorelle Mimma e Melina al Borgo della Pace a trascorrere momenti e giorni di Dio. Trovava tanta serenità al Borgo della Pace, specialmente quando alla mattina presto si inginocchiava nella cappella, dinanzi al tabernacolo. Lì, versava gioie e lacrime della sua malattia. Lì, versava, nel sangue di Cristo, il suo lungo patire. Lottava tanto per la sua malattia. E poi all’improvviso una totale serenità e abbandono al volere di Dio. Quanta vivacità di impegno a santa Silvia. Quanta capacità di animazione in quelle aule sociali di santa Silvia. Quante giovani animate all’amore verso gli altri. Lei totalmente per gli altri. Lei totalmente presente alle esigenze degli altri. La sua serenità infondeva mitezza e tranquillità. Quante volte nel dolore mi ha infuso speranza e pazienza. Lo Spirito Santo ti è accanto. Affidati a Dio. Leggi i pensieri del cardinale Ruffini. Mi diceva. La mia povera, piccola cattedra, piena di pensieri d’impegno sociale. Al Borgo della Pace vedeva la continuità dell’opera sociale di santa Silvia. Vedeva concretamente come era possibile riempire i piccoli, gli indifesi, di gioia e di serenità evangelica. Si meravigliava delle beatitudini vissute lassù, nella cappella di Maria, donna di Pace. D’allora non ha smesso di pregare per i piccoli di Dipingi la pace. D’allora non ha smesso di soccorrerli con il suo aiuto economico. D’allora si è sentita una piccola componente di Dipingi la pace. Era felice di noi e con noi. Si sentiva bene con noi. Sembrava che la sua malattia, in quelle pietre del Borgo della Pace, scomparisse d’incanto. E Mimma e Melina sistemavano il bazar di Dipingi la pace. E ci raccontavano l’impegno sociale di Maria Grazia all’Opera Ruffini. Ci raccontavano la sistemazione della grande Biblioteca di mons. Petralia. La preghiera di Maria Grazia era continua per noi. Continuo il suo affetto. Continuo il suo sostegno. Continua la sua adorazione dinanzi al tabernacolo. Era un nostro segreto, come con tante altre suore, incontrarci tutti all’aurora nel tabernacolo di Gesù Cristo. Là, ogni mattina ci incontravamo. E ora più che mai, cara Maria Grazia. Anche il tuo ultimo gesto trovato sulla tua scrivania per noi ci ha riempito di lacrime e di speranza. Ora ci puoi sostenere di più presso Dio, presso il Padre di tutti gli orfani, di tutti i piccoli del mondo. Il tuo ricordo non è un passato. Solo l’uomo che pensa solo a se stesso, per conto suo, è un uomo del passato. Tu sei presente in noi come non mai. L’abbraccio che il cardinale Salvatore Pappalardo ha donato ai nostri piccoli nel giorno del tuo funerale ci è di forza e di sostegno. Tu ci hai uniti ancora una volta alla chiesa di Dio. Non dimenticheremo mai questo tuo dono. I tuoi piccoli di Dipingi la pace hanno pregato ai tuoi piedi. Per noi non sei morta, sei la speranza concreta che i piccoli, gli ultimi sono sempre aiutati, amati, sostenuti da Dio, Provvidenza e Divina Misericordia. Ora abbiamo in te ancora un avvocato presso il Giudice Misericordioso per offrire il nostro dolore nel fianco squarciato di Cristo, da dove tutti noi siamo nati, da dove è nata la chiesa che tanto amiamo. Un abbraccio e non dimenticare di abbracciare la nostra madre Maria, donna della nostra Pace.

P. Paolo Turturro


La solidarietà sfida le istituzioni

Agostino Picicco di Milano ha sollecitato i soci dell’associazione nazionale Pugliese a condividere i progetti dell’editoria della solidarietà. Ha coinvolto pure i tanti giovani della Bocconi di Milano assieme a mons. Walter Magni. Russo Letteria Miceli di Messina. Gli allievi della V° elementare dell’Istituto don Bosco di Messina. La Comunità Parrocchiale S. Nicola di Bari di Messina. Padre Marcellino del Policlinico di Messina.

Nel tuo fianco squarciato

Cristo è l’uomo totalmente esistente per gli altri. L’uomo aperto agli altri è l’uomo del presente. L’uomo a sé stante, che vuole vivere per conto suo è l’uomo del passato, è l’uomo fuori degli altri. E’ l’uomo inesistente al presente degli altri. Cristo è l’uomo essenzialmente per gli altri, perché ci dona l’essenza della nostra stessa esistenza: la divinità di essere, senza la quale noi non siamo. Cristo è il passaggio ( pasqua ) del nostro umano esistere all’Esistente. La chiave di tale apertura è lo Spirito Santo. Così si apre nell’umanità, in quel seno - tabernacolo di Maria, la divinità. Lì, Cristo frantuma ogni barriera umana. Lì, Cristo sfonda l’impossibile. Lì è il primo cenacolo chiuso, dove Dio entra liberamente. Lì, lo Spirito Santo è la chiave di una apertura senza porte, senza confini, senza pareti, senza l’altro. E noi, già nel seno e nel primo sangue nascituro di Gesù Bambino, siamo l’apertura di Dio in noi. Cristo nell’incarnazione è già il passaggio, è già il sangue pasquale, egli è già integralmente passaggio dell’umanità al Padre. Passa nel seno di Maria per raggiungere tutti noi. Qui si sublima ciò che in Adamo è verificato. Dal suo fianco, dal suo costato nasce Eva. Dal suo fianco e non dalla costola. Se guardiamo il costato dell’uomo, esso è una tenda che respira, dove abita lo spirito. Solo qui dentro si nasce all’amore. Solo qui dentro, nella tenda di Dio, nasciamo di nuovo dall’alto. Già nel beati i poveri in spirito è il nostro coinvolgimento totale nella ricchezza di Dio. Noi poveri, eredi della sua sapienza e dei suoi infiniti doni. Già nel cieco nato l’uomo vede la vera luce che è capace di oltrepassare l’invisibile. Non ha importanza nell’agire di Gesù il miracolo. Esso è solo un segno per indicare Altro e Oltre. Già nel paralitico, scoperchiato il tetto, è l’energia di scoperchiare ogni nostra resistenza, di andare oltre i nostri passi. Alzati e cammina è la sinergia che ti fa passare dalla paralisi, dal blocco di ogni cuore, dal fermo di ogni mente, all’azione donante di Dio. Ogni azione di Cristo è il passaggio, è la Pasqua, alla mentalità del Padre. Nel cenacolo egli è l’esistente che sfonda pareti, resistenze mentali; che frantuma il tempo, lo spazio e ci catapulta già nell’eterno. Chi crede è gia nella mentalità di Dio , è già nell’eterno. Proprio nel cenacolo è data la vita eterna, in un pane spezzato, eucaristico, che ci rende integralmente nuovi. Nella Pentecoste, oltre le pareti sfondate, frantumate egli è il nuovo, è il nuovo corpo dell’umanità, è l’apertura totale alla divinità. Proprio sotto la croce avviene l’overdose della nostra vita nuova; un’overdose totale nel suo sangue. Proprio in quel fianco squarciato dalla lancia avviene la nascita della nuova Eva, la Chiesa. Proprio in quell’istante della lanciata che mette fine alla sua vita terrena, si apre la nostra vita nuova nel Padre. Si apre in noi la totale effusione dello Spirito Santo. Proprio da quel fianco squarciato nasce la Chiesa nei simboli concreti del sangue e dell’acqua. Non solo allusioni, ma l’estrema goccia di sangue, l’estrema goccia di acqua che creano e fondano la chiesa nei sacramenti del Battesimo e dell’Eucaristia. E’ l’effusione completa della nuova vita trinitaria nella Chiesa e nell’umanità. La Chiesa in questo lavacro d’amore dell’acqua e del sangue adora Cristo Gesù che versa tutto il suo sangue per noi e nel suo sangue tutta la sua divinità in noi. Proprio quella lancia che segna la fine di Cristo uomo, ci apre definitivamente le porte del paradiso. Apre in ogni uomo la mentalità di Dio. Versa in ogni uomo il fiume d’acqua viva dell’eternità. Quel fiume che ci travolge, anche nei momenti più aridi e sterili. Il suo sangue per noi versato è il passaggio che ci travolge liberamente, è la sorgente che contrariamente alla mentalità del tempo, sale in alto e non scende vorticosamente in basso. Sale in alto, nella vita trinitaria di Dio. Il suo sangue è una calamita così potente di energia che attira ( trae) a sé anche il ferro più arrugginito.

P. Paolo Turturro

Ho fiducia nelle infinite risorse del dialogo. D. Walter Magni
Rettore S. Ferdinando - Università Bocconi - Milano


Nel suo sangue…
Quanta è lunga la via della purificazione. Ho imparato in questo tempo a distaccarmi dalle cose della terra, dalle stesse mie opinioni. Non so neppure d’aver cominciato a convertirmi, a convertire tutte le mie forze, tutto il mio animo, tutto il mio cuore alla mentalità di Dio. Non mi sono mai pentito d’aver pregato. “ Senza la vigilanza non si progredisce neppure in una virtù”. ( Agatone ). Le omelie mi infiammano, ma dopo tante arringhe mi accorgo di aver appena cominciato a credere davvero. Comincio da me. Sto imparando a fare ciò che Dio vuole, ad essere ciò che egli vuole che noi siamo. Quando penso al sangue di Cristo, subito mi viene in mente il martirio di p. Michele Stallone. Noi in famiglia siamo orgogliosi che il nostro sangue è stato versato per Gesù. Noi siamo orgogliosi che il nostro sangue in P. Michele Stallone è versato per amore di Cristo e della chiesa. E’ un orgoglio che ci riempie di fede e di salvezza. Così sono oltremodo orgoglioso del sangue di Cristo per noi versato, per farci chiesa. “ Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai vostri padri, ma con il sangue prezioso di Cristo come di agnello senza difetti e senza macchia” ( 1Pt. 1,17 - 21 ). Il mio sangue è il sangue sacerdotale di Cristo. Nella consacrazione avviene in me una reale, concreta trasfusione del sangue di Cristo nelle mie vene. Su questo altare non adoro e lodo soltanto; non riparo e ringrazio soltanto; non amo e intercedo soltanto; ma il suo sangue mi spinge all’assimilazione totale con la sua divina realtà e sostanza. In me avviene l’annunciazione, in me l’incarnazione. Sull’altare mi sposo a Cristo, come in ogni matrimonio, come nelle nozze di Cana di Galilea, come in ogni sponsale. Sull’altare annuncio il discorso della montagna e al di là dei segni ogni giorno si compie in me la trasfigurazione, come sul monte Oreb. Assimilo le beatitudini. Assimilo la vita trinitaria che si effonde in tutto il mio corpo, in tutto il corpo della chiesa. Nel sangue di Cristo non ho devozioni, ma vivo realmente il cenacolo, la fractio panis con gli stessi apostoli, con i vescovi, con le comunità parrocchiali, con la chiesa universale; il mandato di essere semplici come colombe e prudenti come serpenti. Il che non significa che debbo andare ad annunciare la sua croce come cretino. Sull’altare di ogni messa si aprono in tutti noi le infinite possibilità di dialogo con tutti. Soprattutto si apre in me l’essenziale di vivere con i peccatori, di stare con loro; è la sua scelta, è la sua opzione fondamentale; “…non sono venuto per i sani, ma per i malati ”. Di scegliere gli ultimi, i drogati, i poveri, gli ammalati che sono i poveri più disperati. Anche se stare con loro oggi, con i ladri e i delinquenti, è una vera sconcezza. Non a caso Cristo sulla croce del suo altare ha voluto accanto a sé due ladri. Non si è trovato per caso. E’ stata una sua precisa scelta, di morire tra i ladri. Ha vissuto con i peccatori e con essi è morto, per essi è morto. Ha condiviso in tutto anche la condanna da ladro. Io sono oggi sull’altare della croce il segno tangibile che è possibile donarsi a Dio. Il mio pastorale è la sua croce. Il mio altare è il suo corpo e il suo sangue. Ogni giorno da lassù effonde grazie su grazie. Sull’altare dell’Immolazione è il lavacro dell’umanità, è il lavacro della chiesa. Qui soltanto il sangue di Cristo elargisce effetti di grazia. Qui soltanto il sangue di Cristo muta la mia rupe testarda in un fiume di grazia. Qui soltanto e ancora il suo sangue muta la mia roccia di cervello duro in una sorgente di santità. Io oggi sono quel canale, attraverso il quale circola la grazia per pagare ogni debito, per acquistare ogni merito, per cancellare ogni macchia, per ornarci di ogni bellezza, per fertilizzare l’umanità di humus divino. Io sono quel calice, da cui trabocca il sangue divino nelle vene di ogni cuore, nel polmone di ogni grazia. Io sono quella mensa, dove ogni uomo cena con Dio. Ogni sacerdote è quella tovaglia su cui si immola il corpo e il sangue di Cristo. Io sono quelle mani che spezza Dio all’umanità.

P. Paolo Turturro


Nel tuo cuore

Fammi entrare nel tuo cuore, là dentro voglio pregare. Là dentro voglio sentirti. Là dentro voglio palpitare. Là dentro voglio contemplare. Qui dentro, nel tuo sacro cuore, non disprezzare il mio cuore affranto e umiliato. Crea in me, o Cristo Gesù, un cuore nuovo, rinnova in me uno spirito saldo. Più entro nel tuo petto e più sento palpitare il tuo amore. Palpita più forte ogni qualvolta che avverti scatti di peccati, bestemmie e ire contro ogni uomo. Qui dentro avverto anch’io la forza e l’energia pulsante di tutta la chiesa. Qui dentro brucio nella fornace dello Spirito. Qui dentro tutto viene purificato e santificato. Solo luce e non tenebre. Il tuo cuore palpita a ossigenare la chiesa e tutta l’umanità. Qui dentro nessuno resiste al tuo amore. “ In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” ( 1 Gv 4,10 ). Che fornace questo tuo costato. Qui arde ogni uomo. Arde di passione e di compassione. Ogni uomo è una fiamma del tuo stesso amore. Dentro di te si arde solo di bene. Il tuo cuore è il cenacolo, dove sgorgano continuamente sorgenti di battesimo e di purificazione. Il tuo cuore è la mensa del Padre, dove raduna i suoi figli alla sua cena. Il tuo cuore mi infiamma di Spirito Santo, mi arde tutto il petto, mi arde le mani, mi arde il costato, mi arde di perdono e di vita nuova. Non dimentico quel tuo costato ardente nel duomo di Milano. Qui si allarga il respiro alla comprensione, alla tolleranza, all’uguaglianza, alla solidarietà. Qui, nel tuo cuore, palpita a circoli concentrici tutta la tua vita trinitaria. Qui sono nell’Incarnazione. Qui sono nelle beatitudini. Qui sono nel grido dei”guai a voi”. Qui sono tra Marta e Maria. Qui sono nel grido della risurrezione di Lazzaro. Qui sono a terra, sulla polvere dei sassi non lanciati all’adultera. Qui sono al pozzo di Giacobbe, dove la samaritana apprende di adorarti in Spirito e Verità. Qui sono sulle vie di Damasco, dove il sangue di ogni uomo si converte, si purifica e si ossigena di speranze nuove. Qui sono sulla via di Levi, dove, lasciati poteri e interessi, mi immergo in un infinito tesoro di dialogo divino. Qui credo alle infinite possibilità di dialogo con tutti. Qui sono sulla via di Emmaus, dove brucio e ardo nell’ascoltarti e nel sentire il fiato e il palpito ardente del tuo amore per me. Qui sono nel cenacolo di paura degli apostoli, dove sfondate le pareti di ogni cuore, di ogni resistenza, mi inebrio di risurrezione. Qui sono ai piedi degli apostoli, perché anch’io, lavati i piedi, possa scattare ardito sulle vie dell’annuncio del perdono.


Qui sono nel libro della vita, dove tutti hanno già un posto del tuo amore. Qui sono ai piedi di Maria, tua madre, che abbraccia l’umanità per costruire assieme la civiltà dell’amore. Qui sono al centro dell’universo, qui l’alfa e l’omega, qui l’inizio e il compimento, dove le tue vene sono vie di sapienza per tutto il creato. Qui è la via dell’instaurare omnia in Cristo. Qui in questo tuo costato è l’altare dell’Eucaristia. Questo tuo cuore, dove ora io abito, è la mensa, dove ogni sacerdote consacra il tuo matrimonio con il creato. Io da questo cuore non voglio uscire. Qui voglio annientarmi. Qui voglio abitare per sempre. Qui voglio appena essere un tuo palpito, solo l’ultimo, quasi inesistente, perché ogni uomo si senta amato in questa tenda del tuo amore, in questa tenda, dove abita la SS. Trinità. Nessuno qui sia escluso. Nessuno qui manchi. Qui nessuno si senta straniero. Il tuo cuore è la casa di tutti. E’ il cuore della chiesa. E’ il cuore dove l’universo viaggia per essere per sempre energia del tuo stesso amore.

P. Paolo Turturro


Notizie da Dipingi la pace

Dal 18 al 26 giugno c.m., campionato nazionale di calcio tra i ragazzi di Palermo ( Borgo Vecchio) e i ragazzi di Castegnato ( Brescia ). Il campionato si svolgerà nei campi sportivi di Castegnato, animato dai vari giocatori, tra cui Baggio. Il campionato - gemellaggio di pace attraverso la sport è stato ideato dal Gruppo Famiglie Dipingi la pace di Castegnato, capeggiato dall’infaticabile Dario. Grazie a tutta l’amministrazione comunale che ha consentito la realizzazione. Invitiamo i giovani di Castegnato e di Brescia a venire durante l’estate al Borgo della Pace per l’animazione e lo sport.

Riceviamo un incoraggiamento dal Brasile

Ciao caro don Paolo, prego sempre per te, soprattutto perché non venga mai meno il tuo coraggio e la forza dall’Alto per guidarti nel sogno di un mondo migliore per tutti, non solo per Toti(!?). Dal Brasile ti invio il mio abbraccio con affetto. Cordialità vivissime. Leo.

Un matrimonio d’amore tra gli amici di Dipingi la pace.

Giuseppe La Juppa e Sonia Termini
Annunciano il loro matrimonio che sarà celebrato nella chiesa di S. Francesco d’Assisi ( Piazza S. Francesco - Palermo) il giorno 24 giugno 2005 - ore 17, 30. La gioia è di tutti. L’associazione Dipingi la pace esprime letizia e felicità alla nuova serena famiglia.

Ci prendono d’animo le riflessione di don Walter Magni, a cui chiediamo un articolo sull’animazione dei ragazzi attraverso le parabole.

Riceviamo dall’edizione La Meridiana di Molfetta l’invito a considerare l’ultimo libro di Nicola Porro “ Che cos’è un sistema non profit e che c’entra con lo sport. Chiediamo all’autore una relazione sull’animazione sportiva per l’estate.



Iscrizione alla Collana dell’editoria della Solidarietà
L’associazione Dipingi la pace propone una collana di 12 volumetti di educazione alla pace e alla non violenza, a tutti coloro che aderiscono ai progetti di solidarietà di Dipingi la pace. 12 volumi di favole, di racconti e di proposte forti sui temi di attualità della nostra società.
Puoi iscriverti compilando questa scheda e inviarla all’indirizzo: Associazione Dipingi la pace- piazza della pace, 3 - 90139 - Palermo. Ogni mese ti arriverà il volumetto a solo euro 5,00.
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Scheda di adesione

Nome ………. Cognome………………………

Via…………………………………., n……

Codice postale………Paese………………………Provincia…………………….

Firma
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Da Roverbella - Mantova

Buona sera padre, mi chiamo Andrea Bassoli e sono un ragazzo che era presente Domenica mattina con gli scout di tutta la provincia. Inutile dire che appena finita la sua conferenza ho sentito il desiderio di avere la sua e - mail per potere scambiare qualche idea con lei. Sono rimasto felicemente sorpreso dell’incontro e ho capito parecchie cose…., in primis che esistono davvero persone che fanno un servizio gratuito… cioè dando tutto se stesso senza pretendere nulla.
Ecco… giunti a questo momento mi rendo conto che potrei andare avanti a descrivere ciò che fa…ma preferisco farle alcune domande.
Ma lei ha paura della morte? Raccontando la sua storia ai miei amici sono usciti commenti forti:” Quello è …. Ma è un morto che cammina.”… Lei non ha paura di questo? Come reagisce a questa paura? So che lei è molto impegnata ma mi farebbe piacere se lei mi rispondesse. Ieri sera l’ ho ricordata nella preghiera perché è un uomo che ha bisogno di sostegno da parte di Dio. Grazie, spero che mi possa rispondere. Con affetto . Andrea.
La risposta è stata data personalmente.

Rifletti
Quando vedrai la tempesta schiantare la foresta, e i terremoti scuotere la terra, e il fuoco bruciare la tua casa, dì a te stesso: Credo che la foresta si rifarà, la terra tornerà nella sua immobilità e io ricostruirò la mia casa.
Quando il peccato ti stringerà alla gola e ti sentirai soffocato e finito, dì a te stesso: Cristo è risorto dai morti e io risorgerò dal mio peccato.
Quando la vecchiaia o la malattia tenterà di amareggiare la tua esistenza, dì a te stesso: Cristo è risorto dai morti e ha fatto nuovi cieli e terra nuova.
Quando vedrai tuo figlio fuggire da casa in cerca di avventure e ti sentirai sconfitto nel tuo sogno di padre o di madre, dì a te stesso: Mio figlio non sfuggirà a Dio e tornerà perché Dio lo ama.
Quando vedrai spegnere la carità attorno a te e vedrai gli uomini come impazziti nel loro peccato e ubriacati dai loro tradimenti, dì a te stesso: Toccheranno il fondo, ma torneranno indietro perché lontano da Dio non si può vivere.
Quando il mondo ti apparirà come sconfitta di Dio e sentirai la nausea dei disordini, della violenza, del terrore, della guerra dominare sulle piazze e la terra ti sembrerà il caos, dì a te stesso: Gesù è morto e risorto proprio per salvare e la sua salvezza è già presente tra di noi.
Quando tuo padre o tua madre o tua figlia, la tua sposa, il tuo amico più caro, ti saranno dinanzi sul letto di morte e tu li fisserai nell’angoscia mortale del distacco, dì a te stesso e a loro: Ci rivedremo nel regno, coraggio. Questo significa credere nella risurrezione.


Carlo Carretto

La speranza di Carlo Carretto è di tutti noi. Senza vedere male la nostra esistenza, non possiamo dimenticare il progetto di Dio in noi, chiamati, alla fine, a vivere nella sua vera casa.


Carissimo don Walter Magni, ecco l’appello per i giovani della Bocconi di Milano. Palermo e i suoi giovani, i suoi ragazzi ha bisogno di voi. Venite, mi aspettiamo con gioia e con inaspettata sorpresa.


Campi di animazione a Palermo,
dal 15 giugno al 15 settembre 2005.

I campi di animazione sono per i ragazzi/e di Palermo e si svolgono al Borgo della Pace - Villafrati - Palermo.
I campi di animazione hanno lo scopo di animare i ragazzi del Borgo vecchio e di Ciaculli di Palermo. I giovani/e di ogni luogo possono prenotarsi presso Rosi Conigliaro ( 349 -2897568). I campi di animazione prevedono giochi, canti, impegni, divertimenti, formazione alla pace e alla non violenza, evangelizzazione attraverso le parabole del Vangelo. Cominciare da Gesù Cristo per socializzare assieme. E’ un tempo forte, dove ragazzi/e e animatori vivono una settimana assieme, da lunedì a sabato. Puoi scegliere la settimana che vuoi, comunicandola a Rosi.
Nel campo di animazione sono previsti i campi di servizio per cucinare assieme, lavare, coltivare l’orto della solidarietà, curare l’ambiente del Borgo della Pace.
A sera sono previsti incontri con testimoni di impegno cristiano e sociale. Tutto all’insegna della familiarità e dello stare assieme in semplicità.

Prenota il campo. Vi aspettiamo numerosi a Palermo.
Dipax



Martedì, 14 giugno 2005