Il 26 gennaio è la data proposta dal Forum Sociale Mondiale per il Global Day of Action, ossia per iniziative in tutto il mondo contro la guerra, il liberismo, il razzismo e il patriarcato. Gli obiettivi di questa giornata di mobilitazione sono il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra, la chiusura delle basi militari e lopposizione a nuove basi(a partire da Vicenza con il Dal Molin), la drastica riduzione delle spese di guerra e laumento delle spese sociali, la riconversione delle fabbriche darmi e degli altri luoghi/strumenti di guerra, la smilitarizzazione dei territori, la revoca dellaccordo per la produzione e lacquisto dei caccia F35. Il 26 gennaio in Italia dovrà essere una giornata contro linsieme della politica militarista del governo Prodi che ha imposto lulteriore aumento delle spese militari (per un totale del 24% in due anni), alle missioni militari (a gennaio il governo presenterà il decreto per il rinnovo delle missioni in Afghanistan e negli altri teatri di guerra), alle basi e al complesso militare-industriale, e che include laccordo militare Italia-Israele, lembargo alla Palestina, ladesione allo scudo missilistico USA, la nuova grande minaccia alla pace mondiale. A tale scopo si propone una mobilitazione articolata con lotte sui territori a partire dai luoghi di guerra: basi militari, siti di assemblaggio dei nuovi armamenti, caserme e luoghi di partenza delle truppe, ambasciate, consolati e ministeri coinvolti nella guerra permanente. Le spese militari sono aumentate a tutto danno delle le spese sociali, di quelle destinate al lavoro e al reddito dei settori popolari, mentre lItalia è invasa e avvelenata da basi militari, porti nucleari, depositi di armi atomiche e di munizioni, poligoni di tiro e polveriere, aeroporti militari e ben 107 basi USA-NATO a cui il governo vorrebbe aggiungere il Dal Molin, la base di Novara (assemblaggio dei cacciabombardieri a Cameri ) e il potenziamento della base militare di Sigonella per linstallazione dei nuovi aerei da guerra senza pilota e del micidiale sistema planetario di comunicazioni satellitari MUOS. Dunque, la guerra permanente, mentre insanguina e devasta decine di paesi nel mondo, entra quotidianamente nelle nostre terre e nelle nostre città, ingigantendo derive securitarie, razzismi e xenofobie, repressione politica e sociale, riduzione drastica delle libertà. Per tutto ciò vogliamo caratterizzare il 26 gennaio come una giornata contro i luoghi di guerra sui territori, a partire soprattutto da quelli dove le lotte sociali hanno già individuato gli obiettivi da smilitarizzare. Tra questi, in particolare le caserme e i luoghi militari in dismissione possono essere soggetti da subito alla riconversione ad usi civili, ad esempio in case per sfrattati e precari ed in ostelli per i richiedenti asilo, modo concreto anche per opporsi ai Cpt/lager per migranti.
La giornata del 26 gennaio viene organizzata anche in vista della manifestazione nazionale che il Patto permanente contro la guerra propone a Roma in coincidenza col voto in Parlamento sul rifinanziamento delle missioni di guerra, che dovrebbe tenersi nel periodo tra fine febbraio e prima parte di marzo.
Comitato Via le atomiche di Ghedi
Confederazione Cobas
Sinistra Critica
Centro sociale Magazzino 47
SdL Intercategoriale
Centro sociale 28 maggio - Rovato
Radio Onda dUrto
Venerd́, 18 gennaio 2008
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