Congresso Movimento Nonviolento - Materiali congressuali
Le commissioni di lavoro congressuali

Articolazione e metodo


di Movimento Nonviolento

[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: e-mail: azionenonviolenta@sis.it, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]



Le commissioni di lavoro

Gran parte del lavoro del Congresso e’ affidato alle commissioni, aperte alla partecipazione non solo degli iscritti ma degli amici della nonviolenza che vorranno dare il loro contributo.

E’ necessario che il lavoro si concluda con proposte il piu’ possibile operative per indirizzare l’attivita’ del Movimento. Si tratta cioe’ di portare all’approvazione dell’assemblea progetti nei quali siano chiaramente individuati i contesti, le finalita’, le risorse, le collaborazioni necessarie.

A questo scopo i coordinatori delle commissioni proporranno al gruppo un insieme di stimoli per orientare la discussione e assicurarne la concretezza.

Seguono brevi spunti introduttivi che i coordinatori vorranno, se ritenuti utili, adoperare unitamente alle indicazioni del precedente congresso e una scheda progetto nella quale raccogliere gli esiti del lavoro di commissione.

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Corpi civili di pace

I Corpi civili di pace costituiscono un terreno di forte impegno per strutturare esperienze differenti che mirano a questa prospettiva. E’ una prospettiva in cui vi sono molti elementi di integrazione a livello europeo ma che richiede un grande impegno anche a livello nazionale. Sottolineiamo la necessita’ di una preparazione adeguata, di chiari obiettivi e strumenti, e l’utilita’ di conoscere in modo approfondito logiche e modalita’ dell’intervento militare, laddove si operi in condizioni di compresenza.

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Il Servizio civile volontario

Non va sottovalutato il rischio di una deriva del servizio analoga a quella che ha caratterizzato, nel tempo e per gran parte, il servizio civile degli obiettori.

E’ un servizio civile tagliato su misura delle grandi associazioni e in secondo luogo degli enti pubblici, non e’ un caso che movimenti come il nostro abbiano gravi difficolta’ nell’utilizzarlo.

Si avverte, sotto le solenni proclamazioni della normativa, un’incertezza del ruolo sia rispetto alla difesa popolare nonviolenta, che lo vedrebbe come luogo privilegiato di esperienza, sia rispetto alla proposta che costituisce per i giovani.

E’ uno strumento che serve davvero ai giovani e al welfare?

Se e’ cosi’, perche’ non generalizzarlo almeno per tutti i volontari? - anche senza arrivare all’obbligatorieta’ prevista in Abolire la miseria, lo studio che Ernesto Rossi pubblico’ nell’immediato dopoguerra.

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L’educazione alla nonviolenza

Di un’opera educativa c’e’ grande bisogno giacche’ nonviolenza e’ acquisizione di un’apertura, di un metodo, non mera conoscenza di tecniche. La scuola, nei diversi ordini e gradi, appare in seria difficolta’ a svolgere un compito di apertura e di aumento della capacita’ critica. Esclusione e separazione sembrano in aumento, cosi’ come espressioni di violenza, non riducibile a semplici episodi. La difficolta’ di un’azione incisiva, nella quale l’impegno non e’ solamente nostro, e’ attestata dalla scarsa attuazione del Decennio per l’educazione alla pace e alla nonviolenza. Quale azione del Movimento, in collaborazione con altri, nelle esistenti istituzioni scolastiche e nelle diverse agenzie educative, appare capace di un’aggiunta significativa?

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Economia, ecologia, energia

Educare alla nonviolenza vuol dire anche indirizzare verso una societa’ in cui l’economia riconosca i vincoli ecologici e sappia produrre e diversamente usare l’energia.

Riportiamo l’attenzione su tre "e" fondamentali senza le quali le "e" piu’ ripetute (economicita’, efficienza, efficacia) non hanno alcun fondamento, servono al piu’ a ottimizzare i disastri sociali. Naturalmente ciascuno dei tre termini evocati presenta aspetti complessi, ed anche piu’ complesso e’ il loro rapporto. Si e’ diffusa la consapevolezza dell’insopportabilita’ ecologica dei consumi energetici e del modello di sviluppo fondato sull’economia capitalistica. Pesa pero’ in modo schiacciante il fallimento di modelli che richiamandosi al socialismo si sono pretesi alternativi, e si sono mostrati solamente una via particolarmente sanguinosa al capitalismo. C’e’ il problema complesso di una trasformazione e della capacita’ di vederne necessita’ e desiderabilita’.

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Risposte di movimento alla crisi della politica

Ci sono esperienze e frequenti tentativi in vari ambiti, dal trattamento delle scorie radioattive, ai rifiuti, alla disponibilita’ dell’acqua, alla realizzazione di infrastrutture, come su temi piu’ direttamente connessi al militare: allargamento di basi, presenza di bombe atomiche. Indicano una sensibilita’ presente, di stimolo alle forze politiche tradizionali e di pratica diretta. A parte il necessario rifiuto di ogni forma di violenza, che dovrebbe essere ovvio dopo ripetute esperienze per qualsiasi essere ragionevole, occorre un’estrema attenzione nell’impiego dei mezzi di coinvolgimento della popolazione e nella formulazione e praticabilita’ delle proposte alternative. Forme di disobbedienza incivile possono attrarre l’attenzione dei mass-media, non avvicinare la soluzione dei problemi. E’ alla luce dell’accresciuta o meno consapevolezza delle persone coinvolte, e della qualita’ del programma costruttivo che ne e’ scaturito, che vanno analizzate le diverse esperienze.

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Resistenza nonviolenta contro il potere mafioso

Si tratta di un fenomeno particolarmente radicato nel nostro Paese, con diverse denominazioni, connotazioni e specializzazioni, e assieme diffuso in tutto il Paese e nel mondo come componente importante della criminalita’ internazionale.

Per l’intensita’ che nella nostra societa’ presenta e per la sua diffusione globale e’ dunque un tema decisivo, nel quale sperimentare la capacita’ della nonviolenza.

Si e’ visto come la resistenza al pizzo, all’usura, l’uso dei beni confiscati alle mafie siano elementi fondamentali.

Va considerato il valore della legalita’, talora sottovalutato anche in ambienti attenti ai temi della nonviolenza.

La tolleranza verso l’inosservanza delle norme e’ una caratteristica diffusa nel nostro Paese, si tratti di limiti alla velocita’ o all’edificazione, di obblighi fiscali o di norme sul lavoro.

Sappiamo che alla legge si puo’ disobbedire: a malincuore, apertamente, e per ottenere una legge migliore. Altra disobbedienza non ci e’ concessa.

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Metodo di lavoro per le Commissioni: una traccia e alcuni spunti

1) problema: definirlo il piu’ chiaramente possibile.

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2) motivazioni: cosa ci spinge ad affrontare questo problema.

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3) attori:

- chi deve prendere l’iniziativa,

- chi (gli stessi che prendono l’iniziativa e/o altri) deve assumersi la responsabilita’ della realizzazione,

- chi altro e’ coinvolto,

- quali sono i maggiori destinatari delle iniziative,

- in che modo possono collaborare i differenti soggetti.

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4) finalita’:

- quali sono gli scopi generali del progetto

- e quali obiettivi specifici si pensa di poter raggiungere

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5) risorse:

- quali risorse umane, con le rispettive competenze e professionalita’, sono a disposizione,

- quali attivabili,

- quali risorse finanziarie sono necessarie,

- quali strutture.

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6) azioni:

- cosa occorre fare,

- da parte di chi,

- come integrate fra di loro,

- come coerenti con le finalita’.

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7) tempi:

- in quale tempo si presume di realizzare il progetto,

- in quali tempi le parti di cui e’ eventualmente composto.

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8) risultati:

- i risultati che ci attendiamo da una buona realizzazione del progetto,

- anche risultati intermedi in relazione a diverse fasi del progetto.

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9) valutazione:

- intermedia e/o finale rispetto al piano di lavoro,

- rispetto ai risultati attesi,

- chi la fa, come la fa.

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10) sintesi: chi e come presenta il lavoro svolto all’assemblea.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Arretrati in:
http://lists.peacelink.it/

Numero 260 del primo novembre 2007



Domenica, 04 novembre 2007