Ringraziamo Normanna Albertini per questo articolo sulla marcia della giustizia di Quarrata, boicottata dai politici locali perchè ha coinvolto la protesta contro linceneritore del posto.
Sabato 8 settembre, marcia per la giustizia Agliana Quarrata, la quattrodicesima. Il tema è quello dei “Beni comuni”. Si arriva in piazza ad Agliana e già si nota qualcosa di diverso: non ci sono i gonfaloni dei Comuni, né delle Province o della Regione Toscana. Che cosa è successo? Lo si capisce subito, quando arriva il corteo di unaltra manifestazione, a cui ha partecipato anche Alex Zanotelli, quella contro linceneritore di Montale. Sono stati “toccati” gli amministratori locali, qui non si parla di problemi “lontani” di bambini che muiono di fame in Africa, ma della salute dei cittadini del posto e della politica contingente non adeguata. E si scopre che i sindaci hanno inviato un comunicato, che riportiamo qui sotto, e che si sono dissociati dallevento. Partecipa, invece, il Comune di Capannoli, dove si fa la raccolta differenziata per una percentuale altissima dei rifiuti, e il Comune di Gubbio, che deve vedersela con la faccenda dellacqua Rocchetta (anche qui è interessante larticolo riportato sotto). La marcia, nonostante tutto, è molto partecipata e si conclude in piazza a Quarrata con gli inteventi apprezzatissimi di Giulietto Chiesa, Gianni Minà, Giancarlo Caselli, Patrizia Gentilini, don Alessandro Santoro, Alex Zanotelli, Riccardo Petrella e gli assessori dei Comuni presenti. Uno squarcio sulla disinformazione voluta e pianificata a tutti i livelli.
Alcuni interventi prima della partenza ad Agliana.
Antonio Vermigli, Rete Radiè Resch di Quarrata: Ora io voglio dire la verità: avevo ventanni e mi chiamavano terzomondista, a trentanni mi dicevano peggio, a quarantanni mi dicevano peggio ancora, a cinquantasei… e continuo ancora ad andare in Brasile, in Africa eccetera eccetera, e sentirmi dire da un comunicato stampa certe cose … io ci rimango un po male, non per la storia personale, ma per la storia del gruppo che da quattordici anni propone questa marcia, la “Casa della solidarietà” e la Rete Radiè Resch di Quarrata. E ora vedete il “troppo localismo anziché grandi ideali” è importante per un fatto: chi era e che è nato quarantanni fa con il senso profondo degli ideali del Terzo Mondo, ha ascoltato e ha interiorizzato da Raoul Follerau e altra gente un modo di dire: “Pensare nel locale per agire nel globale”. Allora come si fa, se nella nostra realtà diversi mesi fa è fuoriuscita diossina sette volte in più del consentito dal nostro inceneritore, gestito dai nostri tre comuni, quindi è stato chiuso, come si fa a non parlare di questa cosa di fronte ai “beni comuni”? Che cosa cè di strano? Sarebbe strano se questa cosa non fosse successa, ma la cosa è successa e noi respiriamo tutti i giorni diossina e chissà da quanto tempo labbiamo respirata. Io credo che sia importante che qui, oggi, stasera, ci siamo tutti, tutti coloro i quali credono nella salvaguardia della salute, tutti coloro i quali credono che i beni comuni siano lacqua, laria, la terra, la scuola, la sanità, la casa, la pace e tante altre cose, come linformazione. Avremo due giornalisti che parleranno di questo stasera. Giulietto Chiesa lho cercato laltro giorno e si è parlato. Mi ha detto: “Mi è arrivata una lettera da parte dei due sindaci di Agliana e Quarrata. Non ci ho capito niente!” Gli ho detto: “Certo, ci ho capito poco anchio, figurati te!” Io non lo so perché succedono queste cose, però lui mi ha detto una cosa interessante: “Voi conoscete il mio volto perché ero corrispondente dalla Russia, io so cosa sono i soviet, ho paura che la politica italiana stia cominciando ad assomigliargli troppo, perché non si agisce più da un punto di vista di partecipazione della politica, ma da un punto di vista di pratica di gestione della politica. E questa cosa, purtroppo, io la sento anche a livello europeo perché sono deputato europeo.” Quindi io sono felice di dare stasera qui il ben arrivato, lessere con noi ad Alessio Ciacci, assessore del comune di Capannoli, che è lunico gonfalone insieme a quello di Gubbio, cè lassessore, salutiamo anche lassessore regionale che è qui, il presidente del consiglio regionale di Firenze che è qui, vari altri assessori presenti a livello personale.
Don Paolo, parroco di Agliana:
sono quattordici anni che facciamo questa marcia per la giustizia ed è chiaro, dunque, che non è una novità il fatto che coloro che vengono qui sono interessati e coinvolti nei tanti problemi dellesistenza. La salvaguardia del creato se lè ricordata finalmente anche la Chiesa, dopo un po di ritardo, ma penso che se anche noi siamo qui coinvolti su questi temi mi sembra che non sia affatto per creare rotture o essere “contro”. Io credo che la politica sia, prima di tutto, ascoltare la gente, gli stessi politici lhanno detto più volte che bisogna scoltare la gente. Ma se si continua ad ascoltare la gente parlando dai palchi delle feste dei vari partiti, non mi sembra che sia il modo per ascoltarla davvero. Se si va in piazza, la gente si ascolta.
Alex Zanotelli:
Buonasera a tutti! Siccome avete visto quattro maschiacci sul palco, è giusto che ci sia una donna: Gentilini, vieni qui! Con tutte le donne che abbiamo in piazza! Poi dirai due paroline toste a questa gente, perché Patrizia Gentilini è una donna straordinaria che sta lavorando sulle nanoparticelle, ha dato le dimissioni dal lavoro per andare in giro a portare in Italia questo problema gravissimo. Mi meraviglia davvero, non riesco a capire perché questa differenziazione nei comunicati sia dei sindaci sia della Regione sul “localismo”, è una presa in giro totale. Provate a pensare allacqua: lacqua è un diritto, non una merce. Se con quello che si sta mandando aventi, facendo dellacqua una merce, non saranno soltanto le nostre classi deboli a rimetterci, ma se oggi abbiamo 50 milioni di morti per fame allanno, domani ne avremo cento milioni che moriranno di sete. E inutile poi piangere sullAfrica o sui bambini che muoiono di sete per andare a fare loro lelemosina… Finiamola con lelemosina! Si tratta di scelte politiche! La stessa cosa per la storia dellinceneritore. Io vengo da Napoli, sto cercando di dir di no ad andare in giro più che posso perché tra pochi giorni vogliono aprirci, nel triangolo della morte, linceneritore di Acerra che brucerà 850mila tonnellate di rifiuti allanno. E pazzia totale. Capite che è un problema della salute. La Campania, per i rifiuti, ha già oltrepassato il Nond Est in tumori, ma il Nord Est ha fabbriche e lavoro, la Campania, senza fabbriche e senza lavoro per i rifiuti sta praticamente contaminando tutti i suoi cittadini. Il primo diritto che abbiamo è quello della salute garantitoci dalla Costituzione, quindi capite che è fondamentale parlare dellinceneritore oggi. I sindaci non vogliono portare il gonfalone qui e andranno alla Perugia - Assisi, ma con quale diritto? Ma non vadano neanche alla Perugia - Assisi! Noi vogliamo coniugare problemi locali con il globale, perché se non si incomincia da qui… La mia gente a Korogocho, 17 aprile 2002, mi ha imposto le mani, invocando lo Spirito Santo, e mi ha detto:” Papà, dona a questuomo il tuo Spirito perché possa tornare dalla sua gente, dalla sua tribù bianca e convertirla.” Se noi non ci convertiremo non cè speranza per questo mondo.
Patrizia Gentilini, oncologa:
Io sono unoncologa, ho lavorato per oltre trentanni in ospedale, certamente quello che ho capito è che noi stiamo rincorrendo le malattie che ci creiamo da soli. Oggi, come tanti di voi, ho visto alla televisione i funerali di Luciano Pavarotti. Queste malattie non risparmiano nessuno: né giovani né vecchi, né ricchi né famosi, né poveri. Apriamo, per favore, gli occhi. Rispetto al problema della relazione tra linquinamento e i tumori, devo dire che cè, purtroppo, una compromissione enorme di quella che è la medicina e la ricerca scientifica. E quindi anche una colpa dellinformazione. Vi dico solo questo: chi ha sottostimato trentanni fa i rischi dellinquinamento attribuendo solo il 2% dei tumori a rischi ambientali, e questo tuttora oggi si continua a dire, dopo quarantanni è saltato fuori che era pagato in percentuale rispetto alla produzione annua delle varie multinazionali della chimica dei veleni che venivano prodotti. Allora: quando voi sentite dire che la tal cosa non fa male eccetera, vi ricordo le parole di un altro famoso epidemiologo e medico della fine del 900 che ha detto: “Quando vi dicono che tutto va bene, vuol dire che se tutto va bene, va bene per loro.” Il primo che deve cominciare a difendere la salute deve essere il cittadino, quindi apriamo gli occhi!
Cosa dicono gli organizzatori.
XIV Marcia per la Giustizia Agliana-Quarrata (Pistoia) 8 Settembre 2007 pistoia
Le notizie riportate sui quotidiani di oggi -le due amministrazioni non ci hanno inviato nessun comunicato- ci obbliga ad alcune precisazioni in merito alla “querelle” che è stata montata sullo svolgimento e la partecipazione alla 14 Marcia della Giustizia di sabato prossimo. Come organizzatori della Marcia siamo stati convocati due volte dagli amministratori. In entrambi, i sindaci hanno impostato la discussione non sul tema della marcia: i beni comuni, ma sulla preoccupazione della presenza dei comitati antinceneritore di Montale alla stessa. Alle due amministrazioni ricordiamo: 1- la nostra marcia non è “assolutamente” contro le istituzioni, il contrario. E uno stimolo per ricreare il dialogo, a nostro parere ormai logoro, tra la politica e i cittadini; 2- il tema della marcia è i beni comuni, cioè: acqua, aria, salute, scuola, casa, informazione ecc… non solo inceneritore di Montale, attualmente chiuso per le note vicende. I nomi dei relatori che saranno presenti sono una garanzia per lo sviluppo degli stessi; 3- da sempre, con chiarezza abbiamo affermato e scritto che la partenza ufficiale della marcia è da piazza Gramsci ad Agliana, vedi manifesto. A tuttoggi non sappiamo cosa ne sia stato dei manifesti consegnati alla segreteria del Comune. Gli scorsi anni venivano inviati attraverso lAnci regionale ai sindaci con rispettiva lettera di invito alla partecipazione, e affissi sul territorio comunale; 4- sappiamo invece che è stata inviata loro una lettera -della quale abbiamo ricevuto copia da un amministratore amico, meravigliato dal contenuto- con la menzogna che “le modalità della marcia sono state concordate dagli organizzatori delliniziativa con i comitati contro gli inceneritori”. Non cè stata nessuna riunione tra noi organizzatori e i comitati, ripetiamo, mai; 5- lo stupore (ma non troppo, memori del precedente episodio successo in campagna elettorale, quando un assessore aveva contattato padre Zanotelli per convincerlo a non partecipare ad una iniziativa elettorale) nellapprendere da parte da uno degli invitati da noi contattato per motivi organizzativi, del ricevimento della lettera-comunicato (inviata a tutti i relatori) da parte dei sindaci di Agliana e Quarrata; il quale ci ha confessato che non ha capito niente; 6- apprezziamo e ringraziamo le amministrazioni, nonostante le divergenze esistenti, per la disponibilità a mettere a disposizione le strutture per il buon esito della manifestazione. Ai Comitati ricordiamo: 1- la partenza ufficiale della Marcia è da Agliana e non dal presidio, come strumentalmente o erroneamente avete scritto nei vostri comunicati, contribuendo a creare confusione sui ruoli; 2- a titolo personale ognuno è libero di partire da dove crede più opportuno, dal vostro presidio o da Agliana.
Cosa dicono i sindaci..
AGLIANA e QUARRATA - I Comuni intervengono sulla partecipazione alla Marcia per la GiustiziaAzioni sul documento Da sempre i Comuni di Agliana e Quarrata collaborano allorganizzazione della Marcia della Giustizia, intervenendo di fatto nellorganizzazione dellevento anche attraverso contributi economici a sostegno delliniziativa e la messa a disposizione di tutte le strutture a attrezzature di cui dispongono gli organizzatori. Per questo motivo lo scorso anno, pochi giorni dopo la Marcia, abbiamo ricevuto una lettera da parte del sindaco di Poggio a Caiano, che in qualche modo ci chiedeva conto del perché una manifestazione denominata “Marcia della Giustizia”, alla cui organizzazione i Comuni di Agliana e Quarrata partecipano attivamente, invitando anche gli altri a partecipare coi loro gonfaloni, si fosse trasformata in un attacco alle Istituzioni e ai loro rappresentanti, più volte offesi nel corso della manifestazione. In quella lettera il sindaco Gelli chiese anche di poter incontrare gli organizzatori, cosa che è stata fatta il giorno 1 agosto. E per questo che ci siamo posti il problema della chiarezza rispetto allorganizzazione della Marcia di questanno: se si tratta di uniniziativa organizzata anche dai nostri Comuni, dobbiamo essere parte attiva nellorganizzazione dellevento, perché responsabili della manifestazione davanti a coloro che ogni anno invitiamo; se invece lorganizzazione è completamente autonoma, non possiamo naturalmente assumercene la responsabilità, dal momento che non ci è dato di sapere niente fino al momento del suo inizio. Questo è quanto chiediamo a qualsiasi associazione che intenda organizzare un qualsiasi genere di evento in collaborazione con le Amministrazioni comunali. Questo è quanto abbiamo chiesto, con assoluta chiarezza e trasparenza, agli altri organizzatori della Marcia. E un problema di correttezza, di rispetto e di senso di responsabilità, che noi come sindaci dobbiamo avere prima di tutto per le Istituzioni di cui facciamo parte, oltre che per i cittadini - tutti i cittadini - che ci troviamo a rappresentare coi nostri gonfaloni. Si possono criticare le scelte degli amministratori, perché fa parte della normale dialettica fra le persone; non ci si può permettere di prendersi gioco delle Istituzioni. La storia ci insegna che le Istituzioni che oggi esistono sono il frutto di tanta fatica, di tante sofferenze e dolori da parte di chi, a rischio anche della propria vita, ha lottato per conquistare la democrazia. E prima di tutto grazie a loro che esistono oggi le Istituzioni, coi loro limiti, coi loro difetti, con tanti aspetti sicuramente perfettibili, come per ognuno di noi, ma col grande pregio di essere garanzia per tutti, e non solo per una parte. Lintento del nostro colloquio, a cui ha partecipato infatti anche il sindaco di Poggio a Caiano, era questo: capire se doveva trattarsi di un evento organizzato insieme e quindi collaborare, oppure se la nostra partecipazione era ben accetta solo per quel che riguarda i contributi economici e materiali per lorganizzazione dellevento. Dallarticolo apparso sulla stampa, ci sembra di capire che liniziativa sia già stata in sostanza organizzata, senza che i nostri Comuni siano stati coinvolti. Se così non fosse, siamo naturalmente disponibili a collaborare fattivamente con gli organizzatori. Il Sindaco di Agliana, Paolo Magnanensi Il Sindaco di Quarrata, Sabrina Sergio Gori
Cosa dice la Regione Toscana.
Firenze, 7 Settembre 2007 - Né il gonfalone, né una rappresentanza ufficiale della Regione Toscana saranno domani alla XIV edizione della marcia Agliana-Quarrata per la giustizia. La decisione è stata presa per la prima volta dagli amministratori toscani, da quando si tiene questa iniziativa, pur continuando a condividere i valori fondamentali - la giustizia, la pace, la solidarietà - che hanno sempre ispirato la manifestazione. Valori che, negli anni passati, hanno indotto la Regione a sostenerla, patrocinarla e parteciparvi e che continueranno a ispirare e a impegnare il Governo regionale sia sul piano politico che amministrativo. Tantè che anche questanno la Toscana sarà presente alla marcia per la pace Perugia-Assisi del prossimo 7 ottobre. La scelta della Regione nasce a seguito della decisione presa dai sindaci di Agliana e Quarrata che, pur ospitando la marcia e pur avendo sempre sostenuto, con impegno, mezzi e risorse, questa importante iniziativa, hanno avuto questanno una rottura con gli organizzatori. La Regione auspica che si possa riprendere, quanto prima, un cammino interrotto attraverso un pieno e coerente recupero dello spirito originario della marcia,- quello appunto dellimpegno sui temi della giustizia, della pace e della solidarietà. Il governo regionale ritiene che linteresse e lattenzione verso i problemi delle realtà locali possa sì avvenire ma nel rispetto del ruolo e delle responsabilità di ciascuno e che comunque questioni locali, sicuramente sentite, non possano, neppure lontanamente, essere paragonate alle tragedie che continuano a sconvolgere la vita quotidiana di uomini, donne e bambini in tanti paesi del mondo. Mauro Banchini REGIONE.TOSCANA.it
Sullinceneritore.
Diossina dallinceneritore, ora lallarme è per le colture
Si allunga il periodo di chiusura dopo la scoperta delle emissioni tossiche. Comitati e ambientalisti sul piede di guerra
di Fabio Calamati (ha collaborato Roberta Ripaoni)
MONTALE. Il presidente del consorzio che gestisce linceneritore di Montale si deve dimettere. E i tre Comuni della zona - Montale, dove sorge limpianto, Agliana e Quarrata - devono vietare il commercio dei prodotti agricoli dellarea a rischio. Sono queste le ultime richieste del coordinamento dei Comitati anti-inceneritore, dopo la clamorosa scoperta della presenza di diossine e furani oltre i limiti di legge nei fumi delli nceneritore che sorge a una dozzina di chilometri da Pistoia. Li mpianto è stato chiuso il 18 luglio scorso, ma questo non è bastato a frenare le polemiche. Anche perché le ultime analisi dellArpat, eseguite dopo le riparazioni fatte allimpianto, hanno confermato una presenza fuori legge di diossine. Gli ambientalisti annunciano un presidio permanente davanti alla ciminiera che svetta sopra il paese di Montale. E si preparano per lassemblea di domani sera, che si annuncia rovente: ci saranno infatti i consiglieri regionali Fabio Roggiolani (Verdi) e Anna Maria Celesti (Forza Italia), a fianco delloncologo-ematologa Patrizia Gentilini e di Rossano Ercolini, della Rete nazionale Rifiuti-Zero. E allassemblea rimbalzeranno le domande che da giorni ambientalisti e semplici cittadini si fanno a Montale e dintorni. Una su tutte: perché il Cis non ha avvertito lArpat che qualcosa non andava nel suo impianto? Sì, perché a Montale qualcuno si era già accorto che linceneritore non marciava a dovere, tanto che il 6 giugno viene effettuato un intervento di ripristino. Ma la circostanza emerge solo l11 luglio, a pochi giorni dalla diffusione, da parte dellArpat, dei risultati delle analisi sui fumi, dai quali emerge una presenza di diossina di 0,7 miliardesimi di grammo (la soglia di legge è a 0,1). Come mai un silenzio così lungo? LArpat, che per legge deve fare un prelievo allanno sui fumi dellinceneritore, aveva preso un campione degli scarichi il 3 maggio. I risultati li ha forniti poi il 17 luglio, giustificandosi con alcuni inconvenienti tecnici e il superlavoro di questi mesi. Ma anche col fatto che il Cis non aveva segnalato problemi particolari. Su questo quadro certo non entusiasmante sono poi piombati, laltro ieri, i risultati dei nuovi controlli eseguiti dallArpat dopo gli interventi che avrebbero dovuto rimettere a norma linceneritore. Risultati che dicono che la concentrazione di diossine è scesa a 0,3 miliardesimi di grammo, ma che siamo sempre oltre i limiti di legge. La Provincia - che ha comunicato il clamoroso risultato addirittura prima di avere i dati ufficiali in mano - ha subito ribadito che non riattiverà lautorizzazione al funzionamento delli mpianto se i parametri non saranno a norma. Ieri i risultati Arpat sono arrivati anche per le vie ufficiali e pure il sindaco di Montale Piero Razzoli ha confermato lo stop allinceneritore. Resta il fatto che quei dati dimostrano che anche dopo lintervento del Cis di giugno dal camino dellinceneritore è continuata ad uscire diossina oltre i limiti di legge fino a metà luglio. Anche per questo i comitati anti-inceneritori della piana fiorentina, insieme a Legambiente e al collettivo ambientalista “Liberate gli orsi” hanno chiesto ieri di bloccare la commercializzazione di frutta e verdura che potrebbe essere contaminata. In questo quadro gli amministratori si sforzano di sottolineare almeno un aspetto positivo: che cioè nonostante linceneritore di Montale sia fermo ormai da una decina di giorni, la spazzatura non si accumula per le strade. E questo grazie al piano interprovinciale che prevede lo smaltimento alternativo negli impianti di Empoli, dove ci sono discariche che stanno ricevendo i rifiuti pistoiesi. Ma ambientalisti e comitati non gradiscono queste considerazioni, le bollano come tentativi di sfuggire alle proprie, gravi responsabilità. Domani sera i cittadini di Montale e dintorni diranno la loro. (30 luglio 2007)
Sui problemi della privatizzazione dellacqua in Toscana.
LETTERA DI SOLIDARIETA ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI DI PUBLIACQUA S.p.A (ATO 3 Acqua Toscana)
di Padre Alex Zanotelli Missionario dellOrdine dei Comboniani
Licata, 14 Ogosto 2007
Carissimi, pax et bonum. E con questo augurio di Francesco di Assisi che saluto la vostra straordinaria lotta per “sorella” acqua. Laria e lacqua sono dei “beni” fondamentali, dei diritti umani senza dei quali non ci potrà mai essere pace. Il vostro impegno, la vostra “lotta” per lacqua è un gesto di speranza, di umanità, di civiltà per tutti. Grazie per questo “sciopero alla rovescia” che avete inventato per fare scoppiare lo scandalo di ATO 3 della Toscana che comprende 51 Comuni tra cui Firenze, Prato e Pistoia che hanno “venduto” lacqua allACEA, la ex municipalizzata di Roma dove la seconda più potente multinazionale dellacqua lONDEO (ex SUEZ) detiene l8% del capitale. E grave che Comuni “illuminati” come quello di Firenze di centro-sinistra “vendano” lacqua (in barba anche al Programma dellUnione che prevede lacqua pubblica) alla ex-municipalizzata di Roma, dove cè unAmministrazione di centro-sinistra guidata da Veltroni. Una volta che il privato (40% di Publiacqua) ha preso in mano la gestione se ne sono viste subito le conseguenze. Anche se minoritario il privato esige che sia lui a dettare regole. E da sottolineare il fatto che lONDEO ha esigito che il Direttore Finanziario sia di sua nomina. Prima conseguenza: riorganizzazione del lavoro con diminuzione del personale, problemi per la sicurezza sul lavoro ed un servizio inefficiente per i cittadini che non potranno essere garantiti sulla qualità della propria acqua dato che rimarrà un solo operatore a controllare la potabilità dellacqua. Poi saliranno anche i prezzi (di solito il 300%) delle bollette (vedi lesperienza con Acqualatina a Aprilia in Lazio). Ma chi mai ha preso una tale decisione sullacqua a Firenze? Dove erano i partiti del centro sinistra ? E possibile che nessun partito abbia protestato? Chiedo a voi Sindacati (Filcem-CGIL Femca-CISL Uilcem-UIL) di continuare a resistere, a non mollare con questo sciopero alla rovescia. Grazie a quei lavoratori, che dopo il loro turno rimangono di notte a fianco del monoperatore. Tenete duro. Così farete scoppiare lo scandalo dellacqua “venduta” ai privati e cosa questo significa per i cittadini. Ma soprattutto mi appello ai Sindaci soci dei Comuni serviti da Publiacqua perché si decidano da che parte stanno: con i cittadini o con la finanza? Chiedo che escano alla scoperto e dicano pubblicamente se stanno dalla parte dellacqua come diritto fondamentale umano e quindi dalla parte dei lavoratori in sciopero, oppure dalla parte della finanza e del capitale. Da parte mia accetto quanto detto dallec Arcivescovo di Messina G. Marra “lacqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne “illecito profitto”. Pertanto si chiede che rimanga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubbliche che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al più basso costo possibile. Buona resistenza P. Alex Zanotelli
LETTERA DI SOLIDARIETA ALLE LAVORATRICI E AI LAVORATORI DI PUBLIACQUA S.p.A (ATO 3 Acqua Toscana)
ATTAC ITALIA - CONTRATTO MONDIALE dellACQUA - FORUM MOVIMENTI ACQUA
Vorremmo esprimere la nostra piena solidarietà ai lavoratori turnisti degli impianti di potabilizzazione di Mantignano che hanno deciso, in maniera spontanea e responsabile, di entrare in agitazione contro le scelte con cui Publiacqua Spa sta cercando di perseguire i propri obiettivi: la massimizzazione dei profitti a scapito della qualità del servizio per i cittadini e a scapito dei diritti dei lavoratori e della loro sicurezza. Questa doppia tenaglia è leffetto diretto della privatizzazione. Siamo a fianco dei lavoratori, convinti - assieme ai 43 mila cittadini toscani e ai 406 mila concittadini italiani che hanno sottoscritto le leggi diniziativa popolare per la ripubblicizzazione dellacqua- che la logica privatistica dellazienda Publiacqua Spa possa essere sradicata attraverso un comune impegno per una gestione totalmente pubblica del servizio idrico integrato, partecipata dai lavoratori e dai cittadini, il cui obiettivo sia la garanzia del diritto allacqua per tutti e non laccrescimento dei profitti di pochi. Marco Bersani (Attac Italia) Tommaso Fattori (Forum movimenti acqua) Rosario Lembo (Segretario Comitato italiano Contratto Mondiale dellAcqua) Emilio Molinari (Presidente Comitato italiano Contratto Mondiale dellAcqua) Roma 08/08/07
Sul problema creato dalla “Rocchetta” in Umbria.
15 agosto 2007
Rocchetta lacqua contesa
In Umbria, gli abitanti di Gualdo Tadino scendono in piazza contro la Rocchetta, che per pochi spiccioli imbottiglia la loro acqua per venderla al supermercato. A Gualdo Tadino, lacqua del Rio Fergia è in pericolo e migliaia di persone sono recentemente scese in piazza per difenderla. Nuovamente. Già allinizio degli anni 90 gli abitanti della zona intorno al Rio Fergia avevano capito quanto questo fiume, che segna il confine tra i Comuni di Gualdo Tadino e di Nocera Umbra e da cui dipendono ben tre acquedotti pubblici, fosse importante. Decisero allora, per la prima volta, di scendere in piazza per difendere la propria acqua da un eccessivo sfruttamento da parte dei Comuni. Risale proprio al 1993 la nascita del Comitato del Rio Fergia. Per ben due anni e mezzo i cittadini occuparono la sorgente del Fiume Fergia e alla fine il Comitato, i Comuni di Nocera Umbra e di Gualdo Tadino e la Regione Umbria firmarono un protocollo di intesa che stabiliva che il prelievo dacqua avrebbe potuto essere effettuato per soli scopi idropotabili e non avrebbe potuto essere superiore a 28 litri al secondo: 20 litri per alimentare lacquedotto di Nocera Umbra e 8 litri per lacquedotto di Gualdo Tadino. Tutto bene dunque: sembrava proprio che la battaglia per la difesa del Rio Fergia fosse stata vinta. Un giorno di dieci anni dopo però, nel 2003, gli abitanti di Boschetto si accorsero che le acque del fiume Fergia erano diventate schiumose e stranamente torbide, e iniziarono a pensare che di mezzo ci fosse Rocchetta, in Umbria proprio dagli inizi degli anni 90. Pochi mesi prima, infatti, la nota azienda aveva chiesto ed ottenuto dalla Regione il permesso di ricerca sulle acque locali, procedendo alla costruzione di tre pozzi: uno di essi, il cosiddetto pozzo di Corcia, era stato scavato ad una profondità di 360 metri. Tramite gli studi dell Arpa, lazienda regionale per la protezione dellambiente, e del professore Tulipano dellarea di geologia applicata della facoltà di ingegneria delluniversità La Sapienza di Roma, si scoprirono poi delle interferenze tra i pozzi e le falde del Rio Fergia. Più di 3000 persone ripresero dunque la loro battaglia. Anche il Comitato del Rio Fergia si rimise in moto, dopo 10 anni, affiancandosi questa volta al Comitato Umbro per la promozione della legge di iniziativa popolare sulla ripubblicizzazione dellacqua. Inutilmente. Le istituzioni continuarono a promuovere atti diretti a concedere lutilizzo delle acque della zona alle società di acque minerali. Nel 2005 la Giunta Regionale Umbra si preoccupò di rilasciare una nuova concessione di acqua minerale a favore di Rocchetta, di 20 litri al secondo; nel 2006 stabilì che gli 8 litri al secondo di acqua per le utenze domestiche del comune di Gualdo dovessero essere prelevati da Idrea: i cittadini sarebbero stati riforniti dacqua mediante la costruzione di un nuovo acquedotto. Fino ad arrivare a settembre del 2006, quando una delibera regionale ha autorizzato Idrea, una società che fa capo alla stessa finanziaria che controlla Rocchetta e Uliveto, ad estrarre poco meno di 300 milioni di litri dacqua lanno dal pozzo scavato in località Corcia, nonostante gli studi dell Arpa abbiano dimostrato le ripercussioni di tali prelievi sul Rio Fergia. "Il Protocollo del 1993 stabiliva che le acque del Fergia potessero essere sfruttate solo per scopi idropotabili, senza emungimento artificiale e non per scopi commerciali" denuncia Sauro Vitali, presidente del Comitato del Rio Fergia. "Il timore dei cittadini è che gli ulteriori prelievi diminuiranno sostanzialmente la portata del Fergia. La Regione Umbria non deve concedere ulteriori concessioni alla Rocchetta" afferma Michel Drouin, del Comitato umbro per la promozione della legge diniziativa popolare sulla ripubblicizzazione dellacqua. "Lacqua non è sufficiente. Basti considerare che le ultime concessioni rilasciate faranno mancare lacqua a circa 240 famiglie di Boschetto e Gaifana, che verranno staccate dallacquedotto alimentato dal Rio Fergia e allacciate a spese pubbliche ad un altro bacino idrico. Il tutto sperando che la falda tenga, che non si abbassi". "Siamo preoccupati" dice Sauro Vitali. "Ci troviamo di fronte ad un tentativo di furto dacqua, uno dei crimini più grandi della terra. La nostra zona vive dacqua, la nostra economia ruota intorno allacqua. E troppo facile che qualche impresa privata arrivi qui e faccia quello che vuole. Tutti gli studi effettuati dimostrano limpossibilità di approvare nuove concessioni". Peraltro il nuovo piano industriale di Rocchetta non avrà importanti conseguenze sul piano dellassunzione di nuovi lavoratori. "Su circa 45 milioni di investimento dellazienda, circa 35 milioni saranno spesi per la pubblicita" denuncia Michel Drouin. "I nuovi posti di lavoro saranno pochissimi". In Italia quello dellacqua minerale è un vero e proprio business. Tra il 1995 e il 2005 la produzione è aumentata del 45%. Il consumo pro capite nel nostro paese, nel giro di venti anni, è quasi triplicato e con circa 180 litri allanno è oggi il più alto del mondo. Sebbene i marchi di acque minerali in commercio in Italia siano oggi più di 300, l84% del mercato - circa 3 miliardi euro - è in mano ad una dozzina di gruppi. Rocchetta, controllata dalla Compagnia generale di distribuzione, la finanziaria proprietaria anche del marchio Uliveto e terzo gruppo del paese, nel 2005 ha imbottigliato circa 400 milioni di litri dacqua. Lazienda paga alla Regione Umbria 0,0005 euro per ogni litro dacqua imbottigliato, 50 centesimi ogni mille litri. Acqua che viene poi rivenduta nei supermercati a 55 centesimi di euro al litro. I conti sono presto fatti. I guadagni sono enormi, spropositati: i 400 milioni di litri dacqua del 2005 sono stati pagati alla Regione Umbria 220 mila euro, generando circa 148 milioni di euro di fatturato. Ora il destino del Rio Fergia è in mano ai legali: "Dopo aver presentato un ricorso straordinario al presidente della Repubblica, ora il Comune di Nocera Umbra ha fatto ricorso al Tar dellUmbria. Staremo a vedere" dice Vitali. Articolo di Federica Seneghini pubblicato su Terra Nuova, un giornale che si trova nei negozi di alimenti biologici..
Lunedì, 10 settembre 2007
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