2 OTTOBRE.
Riflettere sulla violenza

di Carlo Gubitosa

[Ringraziamo Carlo Gubitosa (per contatti: c.gubitosa@peacelink.it) per questo intervento]


Per la giornata della nonviolenza forse sarebbe utile e necessario riflettere un attimo sulla violenza, e fare un po’ di chiarezza in un quadro molto confuso. in questi giorni c’e’ chi si straccia le vesti per una vignetta satirica, mentre va tutto bene quando nella realta’ della politica le pistole vere vengono puntate contro popoli stranieri da ragazzi mandati fuori dai confini nazionali col rischio di uccidere o morire, spinti verso l’abisso da uomini politici che in gioventu’ hanno tollerato, esaltato, fiancheggiato o praticato la violenza come forma di lotta politica. Cos’e’ allora la violenza, e dove si nasconde? Perche’ i soldi rubati dalla casta dei politici ci indignano piu’ delle vite stroncate dalle azioni militari che hanno deliberato? Perche’ sorridiamo ascoltando chi chiama ladro Berlusconi e scuotiamo la testa infastiditi quando qualcuno, ricordando le bombe sulla Serbia, sostiene che D’Alema e’ un criminale di guerra?

Da vegetariano come Terzani e Capitini vedo la violenza anche nascosta nel frigo e nelle nostre abitudini alimentari, e dopo aver scoperto che il consumo di carne brucia piu’ petrolio e genera piu’ gas serra di tutte le auto del mondo, la mia vita non e’ stata piu’ la stessa.

Le filosofie orientali ci regalano una visione della vita in cui yin e yang, bene e male, violenza e nonviolenza sono intrinsecamente compresenti e impastati l’uno con l’altro.

L’occasione offerta dalla giornata della nonviolenza e’ proprio quella di aguzzare la vista, per riconoscere le varie forme di violenza che ci circondano e attraversano, ciascuna con un diverso grado di intensita’ e di responsabilita’ individuale.

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Parlando con Pietro Pinna durante un graditissimo incontro a Firenze, ricordo come la forma di violenza piu’ intollerabile ai suoi occhi fosse quella agita per omissione: la sua esperienza come pioniere dell’obiezione di coscienza gli aveva regalato una visione profonda, in cui la rinuncia ad agire il bene da parte di molti pesava sulla bilancia della storia molto piu’ delle azioni malvage di pochi. Da quell’incontro, anch’io cerco di leggere tra le righe di quello che non faccio, scoprendo ogni giorno nuovi spazi di cambiamento e di azione diretta nonviolenta nelle mie scelte quotidiane.

Per questa ragione credo che sarebbe utile cominciare a riflettere sulla violenza, per scoprire che questa dimensione va ben oltre le azioni degli eserciti, e che un dibattito onesto sulla violenza potrebbe diventare "il" dibattito sociale e politico per eccellenza attorno al quale aggregare tutte le forze umane e spirituali che oggi si oppongono alla violenza economica, a quella sull’ambiente, a quella che colpisce i migranti e i poveri e a quella che pratichiamo anche noi quando siamo stati fermi e zitti di fronte a tutto questo, solo perche’ quella violenza proveniva dalla nostra parte politica.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
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Numero 596 del 2 ottobre 2008



Giovedì, 02 ottobre 2008