Da : www.infopal.it
03-10-2008
Ieri è stata celebrata la Giornata mondiale della Nonviolenza.
Sempre più spesso, ormai, la violenza è veicolata, oltreché da governi, eserciti, gruppi, bande e lobbies, dai media. I mezzi di informazione, megafoni di potentati economici, politici e militari, sono diventati strumenti fondamentali per vecchi e nuovi conflitti, per la "creazione del consenso" alle guerre, alle fobie, alla "caccia alle streghe". Lo vediamo, tristemente, ogni giorno anche in Italia, dove tv e giornali hanno dato voce, o, ancora peggio, hanno rinfocolato un razzismo, una xenofobia, un anti-islamismo latenti in quella parte della popolazione italiana più arretrata culturalmente, socialmente e psicologicamente. Hanno fatto leva, per anni, sugli istinti e le paure primordiali, ataviche, di tanta gente, coprendo così i reali problemi che soffocano lItalia, lEuropa, lOccidente: la crescente e dilagante povertà. La crisi economica, culturale e sociale viene quindi smorzata da uninformazione sguaiata e manipolatoria che ha come obiettivo "facili" capri espiatori.
Basta accendere la tv e seguire un qualsiasi Tg per ritrovarsi immersi in notizie di scarsa utilità, spesso di cronaca nera o di gossip, ma di cui si intuisce il senso e la finalità: non farci pensare. Farci dirottare rabbia e delusione su "altri" obiettivi - immigrati, rom, musulmani - scelti ad hoc, e non sulle reali cause del nostro nazionale malessere.
Ecco, dunque, che nonostante proclami e manuali di "etica e deontologia" professionale, spesso il giornalismo è un potente e terribile agente in mano a editori, e a direttori e colleghi consenzienti, di conflittualità e di disinformazione finalizzato a tener buone le masse di lettori e telespettatori. O meglio, a indirizzarne i sentimenti più "intestini" verso target che non mettano in crisi il "sistema". Ecco, allora, che sorge il problema "zingari", il problema "immigrati", il problema "moschee e islamici", il problema "terrorismo islamico". Certo, direte voi, la pessima gestione dell"immigrazione" degli ultimi dieci anni ha creato non poche, reali, tensioni, ma da qui a mandare in crisi lItalia, ce ne vuole.
La questione reale è che il nostro Paese sta andando a pezzi, ma non ce lo dicono: sono troppo attenti a stornare la nostra attenzione su altro.
Per non parlare poi dellinformazione sul Medio Oriente, sulle guerre "preventive", su Russia, Iran e America Latina: un cittadino che non attinga ad altre fonti, che non si documenti per proprio conto, prenderà per buono ciò che passano tv e giornali. Uninformazione di parte, quando non del tutto manipolata. Il recente caso della guerra tra Georgia e Russia ne è un incredibile emblema: ci è stato detto, infatti, che a iniziare la guerra è stata la Russia e non la Georgia! E che dire del cosiddetto "conflitto israelo-palestinese"? Ai più sembrerà che i palestinesi siano gli oppressori e gli israeliani gli oppressi. E la comunicazione veicolata dalla maggior parte dei nostri media. E ciò che vogliono farci credere, infatti. Mentendo spudoratamente.
Allora, celebrando la Giornata della Nonviolenza, ricordiamoci del Mahatma Gandhi e di ciò che scriveva sul giornalismo. Angela Lano
"Fin dal primo mese di Indian Opinion ([*]) mi resi conto che servire dovrebbe essere lunico scopo del giornalista. La stampa è una grande forza, ma, come un torrente dacqua che non sia tenuto a freno sommerge intere regioni e devasta i raccolti, così anche una penna incontrollata non serve che a distruggere. Se il controllo viene dallesterno, si rivela più pericoloso della mancanza di controllo. Se il filo di questo ragionamento è esatto quanti giornali nel mondo supererebbero la prova?".
Da "Antiche come le montagne", Gandhi, edizioni Oscar Mondadori, pag. 45.
Note[*] Un giornale fondato da Gandhi in Sudafrica.
Venerdì, 03 ottobre 2008
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