Un messaggio di saluto al convegno di palermo del 21-22 maggio su lotta alla mafia e nonviolenza

di PEPPE SINI

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo,
il messaggio di saluto del responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo al convegno su nonviolenza e lotta alla mafia che si svolgerà a Palermo il 21-22 maggio.

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo

Viterbo, 20 maggio 2005

Mittente: Centro di ricerca per la pace strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it


Carissime e carissimi,

pur non essendo fisicamente presente a questo nostro convegno vorrei inviarvi un affettuoso saluto e i migliori auguri di buon lavoro.

E consentitemi anche di rivolgere un trepidante pensiero, che so essere condiviso da tutte e tutti, a Clementina Cantoni, che vogliamo sia presto libera; e pensando a lei naturalmente pensiamo anche a tutte le altre persone vittime delle guerre, delle dittature, dei poteri criminali, del terrore, dell’oppressione, della violenza.

E poiché avrei piacere di mandarvi anche un minimo mio contributo ai lavori, ma non ignoro che un messaggio scritto deve essere assai breve per poter essere agevolmente ascoltato, mi limito a proporre all’attenzione dei partecipanti, senza argomentarle affatto, le seguenti sette tesi.

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1. La nonviolenza é già il cuore della lotta contro la mafia, poiché nella storia dei movimenti c he contro la mafia si sono battuti e si battono la scelta della nonviolenza, le tecniche della nonviolenza, il progetto della nonviolenza, sono stati in vario modo e misura sempre e decisivamente presenti e operanti.

Ed é naturale che sia così, poiché sistema di potere mafioso e azione nonviolenta sono del tutto antitetici, e quindi ogni progresso della riflessione e dell’azione nonviolenta é uno scacco per il sistema di potere mafioso.

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2. La riflessione e le pratiche dei movimenti delle donne sono il cuore della nonviolenza e il cuore della lotta antimafia. Cosicché chiunque si voglia impegnare nella lotta contro la mafia e chiunque si voglia accostare alla nonviolenza, e massime chi voglia operare contro la mafia con la scelta pienamente consapevole della nonviolenza, non può non far riferimento al pensiero e all’agire delle donne e dei movimenti delle donne.

Ed é naturale che sia così, poiché il sistema di potere mafioso é una delle manifestazioni più evidenti anche di quella forma di oppressione che é il patriarcato, e non si dà lotta contro la mafia, come non si dà lotta contro la guerra, e contro ogni discriminazione ed ogni totalitarismo, se non si riconosce il nesso che queste forme di oppressione lega alla dominazione patriarcale.

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3. La nonviolenza é scelta di lotta contro ogni violenza. Certo, essa é anche sempre comprensione, comunicazione, riconoscimento di umanità: ma lo é proprio specificamente in quanto é lotta contro ogni violenza. Ed essendo la mafia un sistema di potere fondato sulla violenza, la nonviolenza é sempre e comunque opposizione al potere mafioso. Ne consegue che essa combatte altresì contro ogni complicità, ogni collusione, ogni ambiguità, ogni resa, ogni collaborazionismo coi poteri assassini.

Ed é naturale che sia così, poiché la nonviolenza é conflitto; non solo coscienza e denuncia ma opposizione pugnace ad ogni concrezione di violenza, di menzogna, di ingiustizia; é insurrezione e rivolta contro il male e la morte.

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4. La nonviolenza sostiene anche senza esitazioni l’impegno delle istituzioni nella lotta contro la mafia: la nonviolenza invera la legalità in quanto essa é - e sempre dovrebbe essere - difesa dell’oppresso dalla violenza del potente; la nonviolenza sostiene lo stato di diritto contro la guerra di tutti contro tutti, l’ordinamento giuridico contro la barbarie, il sistema democratico contro ogni totalitarismo; la gestione pubblicamente condivisa di ciò che é bene di tutti contro la rapina privata che per l’appunto altri priva di beni essenziali che devono essere comuni. La nonviolenza rafforza con la sua azione anche le istituzioni: sia fornendo alle istituzioni valori, strumenti, risorse, esempi; sia criticando e contrastando ciò che nel corpus legislativo e negli assetti istituzionali non fosse accettabile alla luce della dignità umana; sia lottando per avere leggi ed istituzioni migliori, per cancellare ogni abuso e ogni arbitrio, per realizzare il potere di tutti, perché a tutti gli esseri umani siano riconosciuti tutti i diritti umani.

Ed é naturale che sia così, poiché la nonviolenza é anche giuriscostituente, si fonda sul principio responsabilità, invera e adempie i principi giuridici in cui si traducono le istanze di giustizia e libertà; né é giammai "terza parte" o estranea spettatrice nella lotta tra chi uccide e chi salva le vite, ma sempre si colloca dalla parte delle vittime, dalla parte del diritto, sempre si batte contro chi uccide.

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5. La nonviolenza contrasta il sistema di potere mafioso già anche nell’affermare valori e metodi intesi alla più vasta solidarietà, la coerenza tra mezzi e fini, la consapevolezza che una e la stessa é la lotta contro il patriarcato, lo sfruttamento, l’inquinamento, la guerra, il corrompere, il terrorizzare e l’uccidere. La nonviolenza afferma il nesso che lega un modello di sviluppo equo e solidale, con tecnologie appropriate e rispettoso della biosfera, la democrazia estesa a tutti gli esseri umani, la costruzione della pace intesa come relazioni di giustizia e di solidarietà fra tutte e tutti, l’umanizzazione dei conflitti, la scelta della convivenza e della sicurezza per tutte e tutti. E promuove azioni e tecniche e strumenti e progetti con quei valori e metodi coerenti: come ad esempio la difesa popolare nonviolenta.

Ed é naturale che sia così, poiché così come, per dirlo con le esatte parole di Umberto Santino, "mafia é un insieme di organizzazioni criminali, di cui la più importante ma non l’unica é Cosa Nostra, che agiscono all’interno di un vasto e ramificato contesto relazionale, configurando un sistema di violenza e di illegalità finalizzato all’accumulazione del capitale e all’acquisizione e gestione di posizioni di potere, che si avvale di un codice culturale e gode di un certo consenso sociale", ebbene, la nonviolenza ad essa si oppone sistemicamente ad un pari ed anzi superiore livello di complessità, con forza maggiore e invincibile - la forza della verità: satyagraha -, contrastando la dominazione del potere violento, oppressivo e distruttivo, in tutte le sue forme, e in tutti i gangli e fin alle radici.

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6. La nonviolenza non é affare di pochi, e non é affare di pochi la lotta contro la mafia.

La nonviolenza, la lotta alla mafia, così come la poesia, deve essere fatta da tutte e tutti.

Ed é naturale che sia così, poiché tutte e tutti la mafia opprime, poiché tutte e tutti la nonviolenza chiama alla lotta per la liberazione comune.

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7. La nonviolenza é una scelta ardua e impegnativa. E quante persone amiche della nonviolenza sono state assassinate dagli oppressori: Mohandas Gandhi come Martin Luther King, Marianella Garcia come Chico Mendes, e quante e quanti altri ancora. Ma insieme può essere una scelta facile e gioiosa, come bere un bicchier d’acqua.

La lotta contro il sistema di potere mafioso é impegnativa e ardua. E quante persone impegnate contro la mafia sono state dalla mafia assassinate: il loro numero é così grande che a dire solo qualche nome non riesci. E tuttavia insieme é scelta semplice e spontanea - come spiegò una volta per sempre Paolo Borsellino, come spiegò una volta per sempre Libero Grassi - se ascolti ciò che ti detta la voce che dal cuore ti chiede di spezzare le catene e conoscere il fiore vivo.

Ed é naturale che sia così.

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Un forte abbraccio dal vostro

Peppe Sini

Viterbo, 20 maggio 2005

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UNA BREVE NOTIZIA SUL CONVEGNO DI PALERMO

Il 21-22 maggio 2005 a Palermo, presso il Convento dei Frati Minori di Baida (via Convento 43, Baida - Palermo, tel. 091223595), si svolge il convegno sul tema "Superare il sistema mafioso. Il contributo della nonviolenza". Il convegno é promosso da: Gruppo-laboratorio "Percorsi nonviolenti per il superamento del sistema mafioso"; Seminario Nonviolenza; Quaderni Satyagraha; Mosaico di Pace; Centro Siciliano di Documentazione G. Impastato; Arci Sicilia; Libera; Dipartimento di Studi "Politica, Diritto e Società" e Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo; Corso di Laurea in Scienze per la Pace dell’Università di Pisa.

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Programma

Sabato 21 maggio 2005

Sessione mattutina: Analisi

Moderatore: A. Cavadi, Scuola di Formazione Etico-Politica G. Falcone.

Ore 9: Saluti degli enti promotori. Ore 9,30: relazioni: V. Sanfilippo, Movimento dell’Arca: "Nonviolenza e mafia: alcune indicazioni di percorso"; U. Santino, presidente Centro Siciliano di Documentazione G. Impastato, Palermo: "Nonviolenza, mafia, antimafia"; G. Scardaccione, Università di Chieti: "Il modello riparativo di giustizia: la sfida ’impossibilé dell’applicazione ai reati di mafia"; N. Salio, Centro Studi D. Sereno Regis, Torino: "Politiche di lotta nonviolenta contro i poteri senza volto"; don L. Ciotti, presidente Libera: "L’antimafia ripensata. Nonviolenza ed associazionismo".

Ore 12: dibattito.

Ore13,30: pranzo.

Sessione pomeridiana: Esperienze

Ore 15,30-19: Gruppi di lavoro: "Pratiche di mediazione e di giustizia rigenerativa", introduce: M. Cannito, esperta di ’giustizia rigenerativà di Witness for Peace di Washington; "Pratiche di resistenza civile", introduce: G. Abbagnato, Libera-Palermo; "Difesa popolare nonviolenta, servizio civile, contrasto alla mafia", introducono: A. Cozzo, Università di Palermo, e N. Salio, Centro Studi D. Sereno Regis, Torino; "Ruolo delle donne", introduce: A. Puglisi, Centro Siciliano di Documentazione G. Impastato; "Strategie educative", introducono: A. Cavadi, Scuola di Formazione Etico-Politica G. Falcone, e S. Rampulla, Seminario Nonviolenza, Palermo; "Comunità religiose e mafia", introduce: don F. M. Stabile, storico della Chiesa; "Percorsi di accompagnamento per vittime, testimoni, dissociati", introduce: don R. Bruno, cappellano del Carcere di Lecce; "Un’esperienza di Teatro dell’Oppresso", conduce: S. Di Vita, esperto di Teatro dell’Oppresso.

Ore 20: cena.

Ore 21: serata conviviale con musica e danze, a cura di L. Tedesco, musicista, Movimento dell’Arca.

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Domenica 22 maggio 2005

Sessione conclusiva: Prospettive

Moderatore: A. Foti, presidente Arci Sicilia.

Ore 9,30: sint esi dei gruppi di lavoro.

Ore 11,30: Ipotesi per un programma di lavoro: interventi di R. Altieri, direttore Quaderni Satyagraha, Università di Pisa; A. Cozzo, Università di Palermo; G. Fiandaca, Università di Palermo; E. Villa, Libera-Palermo.

Ore 13: chiusura dei lavori.

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Iscrizioni e segreteria del convegno: e-mail: v.sanfi@virgilio.it, tel. 0916259789, fax: 091348997. Altre e-mail di riferimento: acozzo@unipa.it, csdgi@tin.it

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Venerdì, 20 maggio 2005