Il vescovo di Crotone attacca Famiglia Cristiana per la sua posizione contro il razzismo

con una nota del nostro direttore

Era facilmente prevedibile ed è successo: un Vescovo, quello di Crotone per la precisione, ha attaccato Famiglia Cristiana per la sua posizione contro il razzismo in merito alla identificazione mediante impronte digitali, ma anche di molto altro compresa l’appartenenza religiosa, dei Rom adulti e dei loro bambini decisa dal Ministro leghista Maroni, da lui difeso a spada tratta.
La notizia è stata riportata dal sito di una associazione il cui nome è tutto un programma, quello della “Milizia di San Michele arcangelo”, uno dei tanti gruppi cosiddetti “carismatici” della Chiesa Cattolica. L’associazione si occupa di “angeli, demoni, guarigioni, esorcismi, preghiere” e ora anche dell’attacco ai diritti umani dei migranti oltre che al Vangelo di Gesù.
Significative le parole di questo vescovo che bolla le posizioni di Famiglia Cristiana come “il solito buonismo cattolico autolesionista”. Per questo vescovo è corretto, correttissimo, anche prendere le impronte ai bambini. Fra non molto sicuramente lo troveremo fra gli autori di una nuova versione del racconto evangelico dell’incontro fra Gesù e i bambini, con Gesù nella veste di poliziotto che attira i bambini per farli schedare.
Sembra incredibile ma l’idea propugnata dal Vescovo di Crotone, che crediamo rappresenti la maggioranza dei vescovi italiani, Papa compreso, è la stessa che avevano i grandi sacerdoti dei Tempi di Gesù, quando i bambini non contavano nulla, erano entità che potevano essere massacrate (vedi Erode) senza battere ciglio, perché già ne morivano a bizzeffe per cause naturali e nessuno si curava di loro, tranne Gesù. I nuovi “sacerdoti” del “nuovo tempio” dove si venera il “dio mercato”, ripropongono tutto il loro carico di odio e disprezzo dei deboli e dei bambini in particolare, classificati come criminali a prescindere, solo perché di etnia rom.
Si Vergogni signor Vescovo.

Giovanni Sarubbi

Di seguito il testo dell’intervista ripreso dal sito della Milizia di San Michele arcangelo. Ringraziamo l’amica Ornella che lo ha segnalato.


Vescovo di Crotone bacchetta Famiglia Cristiana, indispensabili le impronte digitali ai rom
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CITTA’ DEL VATICANO - L’ Arcivescovo di Crotone monsignor Domenico Graziani bacchetta Famiglia Cristiana. Come è noto, il prestigioso settimanale Paolino, ha lanciato un servizio molto critico nei confronti dell’iniziativa governativa che propone di prendere le impronte digitali ai bambini di etnia rom presenti in Italia. Monsignor Domenico Graziani, la cui Diocesi si trova in una zona fortemente interessata dal fenomeno immigrazione dissente con garbo dal settimanale. Eccellenza, il Ministro dell’Interno Maroni chiede di raccogliere le impronte digitali dei bimbi rom presenti in Italia. Il settimanale Famiglia Cristiana è insorto: qual è la sua posizione? “ In linea teorica, ma solo teorica, Famiglia Cristiana parla bene. Ma che ne sanno loro? Nel loro servizio partono dal classico buonismo cattolico autolesionista che alla fine premia giochi o interessi criminali molto più forti e presenti. Il parlare chiaro mi impone poi di dire che da tempo la sinistra cavalca la tigre dell’immigrazione clandestina come strumento di lotta politica e non è giusto speculare su drammi tanto forti e penosi”.

Insomma, Lei è favorevole alla presa delle impronte digitali… “ Nel concreto, si. Ho parlato a lungo con le forze di polizia, con il Prefetto e mi sono fatto un’idea chiara. Le impronte servono per dare un’identità a bimbi che spesso non la hanno. Non possedendo dati documentali si prestano al commercio degli organi, a delitti su commissione da parte di bande di adulti senza scrupoli. Insomma, tutti noi chiediamo collaborazione alla polizia e alle forze dell’ordine, quando qualcuno si muove come ha fatto il Governo, ecco le critiche. È necessario dare un’identità a questi bimbi proprio nel loro interesse e per stroncare traffici criminali”.

Passiamo all’immigrazione clandestina, la Santa Sede si è espressa in senso contrario al reato o all’aggravante, Lei di che opinione è?

“Intanto non mi sembra giusto definirli clandestini, ma irregolari. Ovvio che compito dei cattolici e della Chiesa è quello della solidarietà e dell’accoglienza. Quello dell’immigrazione è un fenomeno disumano, un vero business per pochi delinquenti. Credo che il problema vada risolto con la collaborazione dei Paesi rivieraschi, anche se esprimo la mia solidarietà alle forze di polizia. L’esodo ormai è una isteria di massa e produce guadagni spaventosi per pochissimi. Ne parlo con competenza di causa. Nella mia diocesi esiste un Centro di temporanea accoglienza ormai ingestibile e lancio l’allarme: è una vera bomba ad orologeria, ormai ingestibile”.

In concreto che fare?

"Coniugare solidarietà ed accoglienza, ma ridurre al minimo i tempi di permanenza. Impopolare ma è cosi, poi scattino i provvedimenti”.

Eccellenza, nella Sua Diocesi ci sono molte comunità Neocatecumenali, che ne pensa un Vescovo poco tempo dopo l’approvazione degli Statuti?

"Intanto analizziamo perchè è nato il movimento di Kiko. Originariamente si proponeva il compito di alleviare la vita difficile della favelas di Madrid. Mi sembra anche pacifico che liturgicamente i Neocatecumenali abbiano goduto nel passato grazie anche alla tolleranza di vescovi e cardinali razionalisti stravaganze liturgiche al limite del tollerabile, irrituale e fuori della comunione con Roma. Ora il Santo Padre ha posto rimedio e spero che tutto ciò cambi. Per dimostrare la mia tolleranza emanerò a Settembre una nota pastorale che anche in caso di non disponibilità dei parroci ad a celebrare di sera, ci siano sempre due sacerdoti diocesani di turno”.

a cura di Bruno Volpe

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dal sito Milizia di San Michele arcangelo - http://www.miliziadisanmichelearcangelo.org/content/view/1197/139/lang,it/



Venerdì, 04 luglio 2008