Riflessione
Uomini

di LUIGI MALABARBA

A proposito del razzismo dilagante in Italia


[Ringraziamo Gigi Malabarba (per contatti: luigi.malabarba@senato.it) per questo intervento dal titolo "Barbari rumeni e italici. O maschi?". Luigi (Gigi) Malabarba, gia’ senatore e gia’ capogruppo in senato del Prc, e’ stato segretario della commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito e membro del Copaco (il Comitato parlamentare di controllo sui servizi di informazione e sicurezza); operaio dell’Alfa Romeo di Arese per trent’anni, dirigente della Fiom e poi coordinatore nazionale del Sin. Cobas, e’ stato anche fortemente impegnato nella solidarieta’ internazionale, ed editore e redattore della bella e non dimenticata rivista "Quetzal" per la liberazione dell’America Latina; e’ attualmente impegnato nell’associazione "Sinistra critica". Tra le opere di Luigi Malabarba: Dai Cobas al sindacato, Datanews, Roma 1995; Il salario sociale, Nuove edizioni internazionali, Milano 1999; 2001-2006: segreti e bugie di stato, Edizioni Alegre, Roma 2006]


La prima causa di morte e di invalidita’ permanente nel mondo e’ data dalla violenza degli uomini. Non lo dice solo la "Marcia mondiale delle donne contro la violenza e le poverta’", che da oltre dieci anni mobilita donne di tutti i continenti contro il patriarcato. Lo dice l’Onu, con dati agghiaccianti: e’ un massacro quotidiano ad opera di mariti, padri, fratelli e fidanzati. Ossia consumato dentro le mura domestiche.

L’efferata violenza di un giovane rumeno contro una donna in una periferia romana e’ stato il fatto scatenante per mettere sul banco degli imputati un intero popolo e per emanare un editto di espulsione di cittadini comunitari da parte di un Consiglio dei Ministri, convocato in un clima di emergenza e di furore securitario.

Naturalmente si sottace che e’ stata una donna rumena a denunciare il violentatore. Naturalmente e’ stata completamente cancellata la notizia che, poco dopo, un cittadino italiano aveva dato fuoco alla sua convivente sudamericana. Naturalmente nessuno si ricorda piu’ di chi ha commesso i delitti di Erba e, presubilmente, di Garlasco. Naturalmente. Si finge di non vedere quel che avviene in casa o nelle sue dirette prossimita’. Dagli al rumeno o al rom e speriamo di strappare consensi elettorali tra le pulsioni irrazionali di persone che, a torto o a ragione, si sentono insicure e minacciate!

Un bel servizio realizzato recentemente da Canale 5 ci mostrava qualcosa di poco conosciuto in Italia: in Romania - dove, detto per inciso, il problema rom semplicemente non esiste, nonostante gli zingari costituiscano una minoranza assai consistente - c’e’ un problema assai grave di criminalita’ italiana. Lo confermano dirigenti d’azienda italiani con interessi in quel paese, giustamente preoccupati per un’immagine negativa dell’Italia, data la dilagante presenza mafiosa in Romania, che ammazza, sfrutta, traffica e ricatta in proporzioni industriali. E contro la temuta "invasione" rumena dopo l’ingresso nell’Unione europea, si chiariva che e’ in atto anzi un ritorno in patria, data la forte richiesta di manodopera frutto dell’espansione produttiva in corso.

Le autorita’ di Bucarest, ben conscie della differenza tra i cittadini italiani e i clan della criminalita’ organizzata, non si sono mai appellate al nostro governo aizzando la popolazione contro gli italici barbari. Cosa che invece e’ avvenuta qui da noi con il decreto lampo del governo. La donne che scenderanno in piazza a Roma il 24 novembre contro la violenza hanno chiesto a chiare lettere di non utilizzare le donne per colpire stranieri e migranti con misure xenofobe. Altrimenti, logica vorrebbe che cacciati dalle frontiere dovrebbero essere in primo luogo i maschi italiani.

Tratto da
Notizie minime de
La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini.
Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

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Numero 268 del 9 novembre 2007



Venerd́, 09 novembre 2007