Razzismo
Treviso: non possiamo tacere

di Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia

Riceviamo questo comunicato da Anna Maffei, presidente dell’
Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (Per contatti:
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www.ucebi.it).
La vicenda a cui fa riferimento il comunicato risale al 5 dicembre 2007.



«Usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto fatto a un nostro cittadino». Per queste parole pronunciate da un consigliere intervenuto durante una riunione del consiglio comunale di Treviso per dare il suo appoggio ad un’ordinanza che chiede metodi più duri contro gli stranieri che abitano in città, per espressioni simili usate successivamente da un esponente politico che ha definito i musulmani come un tumore da estirpare, e per altri successivi atti di intolleranza esprimiamo il nostro sdegno e la nostra preoccupazione.
Siamo certi che quelle invettive non siano espressione della città di Treviso ma sono tuttavia segnali di una pericolosa tendenza a diffondere nella nostra città una ideologia razzista e intollerante.
La tradizione battista è stata storicamente la prima che ha affermato sin dal suo nascere nel secolo 17° il principio di libertà di coscienza e di religione come i capisaldi di una società veramente civile e rispettosa di tutti. Per questo non possiamo tacere mentre si diffonde intorno a noi e nella nostra città un clima intimidatorio e di complicità con frange estremiste e violente.
Noi vogliamo affermare con coerenza e con forza che una società che non valorizza la diversità, che non è in grado di accogliere gli stranieri con umanità e calore, che non riconosce il debito di gratitudine ai tanti lavoratori stranieri che sono in mezzo a noi per supplire alle necessità di ampi settori produttivi e a quelle di cura dei nostri anziani e ammalati è una società ingrata, incapace di aprirsi ad un futuro sempre più diversificato e multietnico.

Noi evangelici in Italia veniamo da un passato di minoranza perseguitata e dunque siamo sensibili alle grida di sofferenza che vengono da tanti paesi dove ancora oggi i cristiani soffrono discriminazione, violenza e sono tutti i giorni minacciati di morte. Anche se poco se ne occupano i nostri mass media tale violenza è molto diffusa nel mondo: in Kenya, Pakistan, Turchia, Iraq, India, Arabia Saudita e in molti altri paesi. Ma proprio per questo riteniamo che non sia giusto trattare i nostri amici musulmani qui in Italia con la stessa moneta di intolleranza e disprezzo che i cristiani soffrono altrove. Siamo convinti infatti che non si combatte l’intolleranza e il fanatismo con una dose speculare di intolleranza e fanatismo ma esaltando il valore della libertà e del rispetto delle diversità.
Il forte richiamo del Vangelo di Cristo all’agape, all’amore disinteressato ci chiama ad affermare a parole e a fatti l’importanza della fratellanza universale e della libertà di coscienza e di religione per tutti.
Vinci il male con il bene dice la Parola di Dio. Noi riteniamo che questa sia la chiave per costruire un futuro insieme nella libertà e nella pace anche nelle nostre città.

Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia



Mercoledì, 23 gennaio 2008