La storia di una carta...di soggiorno
di Doriana Goracci
FATMA vive da quattro anni a Capranica, come quattro sono i figli, tra i sei e i 18 anni. Lei ne ha più di trenta ed è una curda, della Turchia. E’ riuscita ad avere l’unica “casa popolare”, messa in palio negli ultimi anni, grazie alla vincente prole, al reddito dimostrato, al fatto che uno di loro che compie lunedì 13 anni, è affetto da un raro virus per cui è stato operato infinite volte e altrettante ne dovrà affrontare e ha ottenuto il certificato d’invalidità. Ha anche un marito, Bawer, rifugiato politico che da sempre è mediatore culturale e operatore sanitario in strutture pubbliche di assistenza a Roma, dove sta sempre. Lei lavora come “donna delle pulizie”, è una freccia, alta, bellissima, carica di dignità e passione: oggi parla quasi bene l’italiano. Così mi ha raccontato proprio ieri la storia della sua carta di soggiorno. Ha scoperto che poteva richiederla e pagare, solo una volta ancora, in via permanente ma…alt: quanto è grande la sua casa? Può davvero ospitare 6 persone? Bene: ha tre stanze da letto, due bagni, cucina e soggiorno, non basta, va misurata. Fatma è andata all’Ufficio tecnico del comune di Capranica già carica di documentazioni necessarie ma non basta, doveva andare a Viterbo: misurare, misurare. L’ha fatta misurare, ha perso in questi valzer, tre giornate di lavoro, correndo a riprendere i figli a scuola e pagare le richieste quotidiane di cancelleria, cartoleria, assicurazioni scolastiche , per l’istruzione gratuita e obbligatoria di elementari e medie inferiori e tra libri e varie sono stati 700 euro, solo a settembre. Attende inoltre dall’Ambasciata di Turchia, l’attestazione che è sposata. Doriana Goracci Domenica, 12 ottobre 2008 |