CGIL - Milano
Scuole dell’infanzia a Milano vietate ai bambini degli immigrati non in regola con il permesso di soggiorno

di Fulvia Colombini

Su questa sconcertante e triste vicenda, sulla quale sono state dette e fatte molte cose, come l’autorevole intervento del Ministro Fioroni che chiede al Comune di rimuovere questa assurda posizione, si possono aggiungere alcune altre considerazioni.

La condanna di questa iniziativa del sindaco Moratti e dell’assessore Moioli è forte e chiara da parte della Cgil di Milano perché porta a definire clandestini bambini in tenera età che hanno solo la colpa di essere nati in famiglie povere, costrette ad emigrare per cercare un avvenire migliore. Tutto questo in dispregio di qualsiasi politica di integrazione che, in modo particolare, dovrebbe essere rivolta all’infanzia.

Ma una delle vere ragioni viene detta oggi dall’Assessore e cioè che iscrivere a scuola bambini stranieri potrebbe significare escludere bambini italiani per la carenza di posti. Questa affermazione, fatta per cercare di far leva sui sentimenti più egoisti della popolazione e per mettere famiglie italiane contro famiglie straniere nasconde invece una verità amara.

Milano che oggi vanta il tasso di occupazione femminile del 60%, in linea con i più sviluppati paesi europei, non è stata in grado di adeguare l’offerta di asili nido, scuole materne e servizi aggiuntivi per la cura alle necessità attuali. Ogni anno si verificano puntualmente liste d’attesa per bambini che non riescono ad entrare in graduatoria, con grave svantaggio delle famiglie e delle madri.,

E allora la Giunta Comunale inventa di tutto: bonus economico alle madri che rinunciano al posto all’asilo nido e al lavoro, esclusione dei bambini stranieri e così via, per coprire le carenze della programmazione. Una recente statistica che ha esaminato le città “a misura di bambino” ha escluso Milano da ogni parametro positivo: quantità e qualità dei servizi educativi per l’infanzia, strutture ludiche, inquinamento, accessibilità della città, politiche di conciliazione tra lavoro e cura ecc.

Bisogna ripartire da qui; il nostro futuro sono i bambini italiani e stranieri che vivono nel nostro paese, la scuola e l’educazione sono la componente essenziale dell’integrazione sociale e dello sviluppo individuale, soprattutto in una città, come la nostra, segnata da un costate invecchiamento della popolazione.
Fare il contrario significa produrre un danno per tutta la società.
Sindaco e Assessore pensateci e cambiate le vostre decisioni!
Per la Segreteria CDLM di Milano


Fulvia Colombini
Milano, 11 gennaio 2008



Martedì, 15 gennaio 2008