Impronte digitali bambini rom
Ci vuole altro per proteggere i bimbi rom

di Save the Children Italia

30 Giugno 2008
Minori Rom, impronte digitali: Save the Children, sono altre le misure veramente urgenti ed efficaci per la protezione dei bambini Rom
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Se l’obiettivo del Ministro degli Interni Maroni è di proteggere i minori Rom, le misure da mettere subito in atto e veramente efficaci sono altre rispetto a quella delle impronte digitali che, non solo appare inutile ma rischia di produrre l’effetto contrario, spingendo ancora più ai margini e nell’invisibilità molti bambini Rom e di discriminarli pesantemente.
Queste alcune delle indicazioni e commenti di Save the Children dopo le recenti dichiarazioni del Ministro degli Interni Maroni sul censimento e schedatura della popolazione Rom residente in Italia, compresi i bambini e i minori Rom.
“Save the Children ha di recente condotto una ricerca qualitativa sulla condizione delle donne e dei bambini Rom e da anni lavora, anche in collaborazione con le istituzioni della Giustizia Minorile, con molti minori stranieri o neocomunitari, anche di etnia Rom, in condizioni di particolare vulnerabilità e marginalità”, ricorda Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
“Alla luce di questa esperienza sul campo, chiediamo e raccomandiamo al Ministro Maroni, come già fatto con i suoi predecessori, di mettere subito in atto alcune misure che possono realmente offrire protezione e opportunità a molti minori Rom, contribuendo a farli uscire da quelle condizioni di povertà e marginalità alla base di fenomeni di sfruttamento e illegalità. Nello specifico”, prosegue Valerio Neri, “Save the Children chiede al Governo investimenti e politiche per promuovere l’inserimento lavorativo e abitativo dei Rom e il superamento dei campi Rom e della segregazione abitativa, affinché le famiglie non siano indotte dall’estrema indigenza o dalla mancanza di strutture idonee a mandare i minori a svolgere attività su strada. Inoltre chiediamo che sia data la possibilità ai minori Rom di essere inseriti in percorsi di istruzione e inserimento lavorativo e che, nel rispetto dell’obbligo formativo, possano iniziare a lavorare e guadagnare in tempi rapidi anche attraverso borse lavoro. Infine chiediamo che sia incrementato l’impiego di educatori “alla pari”, cioè di operatori che per esperienze vissute, età, nazionalità sono vicini ai minori Rom e possono quindi supportali con più facilità e contattarli e agganciarli sia all’interno dei campi che su strada”.
“Queste misure, se adottate su ampia scala e sul lungo periodo, possono veramente contribuire a migliorare le condizioni di molti minori Rom, mettendoli al riparo da fenomeni di sfruttamento e dalla caduta in attività illegali”, prosegue il Direttore Generale di Save the Children Italia.
“Al contrario, il ricorso alle impronte digitali ci sembra una misura inutile e non necessaria non solo perché non ci sembra contribuisca in modo significativo alla protezione e sicurezza dei minori ma soprattutto perché li discrimina rispetto a tutti gli altri bambini ai quali tale misura non viene applicata. Inoltre temiamo che il rilevamento delle impronte digitali potrebbe spingere eventuali sfruttatori a tenere nascosti e ancora più segregati quei minori Rom vittime di sfruttamento, rendendoli invisibili e inaccessibili a coloro – forze dell’ordine, servizi sociali, istituzioni della giustizia minorile - chiamati a proteggerli. Come Save the Children”, conclude Valerio Neri, “siamo disponibili a mettere a disposizione del Ministro Maroni le nostre competenze ed esperienze e a dare il nostro contributo in favore e a supporto dei minori Rom e di tutti quei bambini in condizioni di particolare vulnerabilità e difficoltà”.

Per ulteriori informazioni
Ufficio stampa Save the Children Italia
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press@savethechildren.it

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http://www.savethechildren.it/2003/comunicati.asp?id=527



Mercoledì, 02 luglio 2008