Documento 40a ASSEMBLEA BATTISTA - UCEBI
Solidarietà e riconoscimento della cultura ROM

L’Assemblea si è svolta a Bellaria, presso Rimini dal 12 al 14 giugno 2008


L’Assemblea prende atto delle seguenti considerazioni rispetto al­la situazione attuale dei Rom particolarmente in Italia:
Si stima che nel mondo ci siano tra i 12 e i 15 milioni di Rom, tut­tavia il numero ufficiale è incerto in diversi paesi, anche perché mol­ti di loro rifiutano di farsi registrare come etnia Rom per paura di discriminazioni. In Italia, l’Associazione nazionale zingari ha effet­tuato rilevamenti delle presenze di Rom e Sinti sull’intero territorio nazionale. I risultati di tale censimento (pur non dettagliato dal punto di vista statistico) danno una stima numerica di circa 140.000 presenze totali di Rom, Sinti ecc. Di questi circa il 50% sono cittadini italiani residenti in pianta stabile.
L’Italia, al pari di altre Nazioni europee, ha assistito negli ultimi tempi a un abnorme afflusso di popolazioni nomadi. Non vi è dub­bio che anche il nostro Paese resta incapace di accogliere questa massa di persone, le quali sono costrette a vivere in condizioni disu­mane in campi privi dei servizi indispensabili, senza risorse e senza lavoro. Nascono così il triste fenomeno dello sfruttamento dei mino­ri, dell’accattonaggio e del furto. La posizione giuridica dei Rom ita­liani non è riconducibile e accomunabile a quella degli zingari immi­grati, provenienti in massima parte dall’Est Europeo.
I Rom cittadini italiani, in Italia dal 1400, erano parte della Repub­blica Italiana fin dal suo sorgere e hanno partecipato attivamente alla guerra di liberazione. Nonostante ciò, sono considerati comu­nità «sprovviste di territorio», residenti in Italia, eppure prive di ap­posite norme per la reale salvaguardia della loro cultura e lingua.
I Rom italiani chiedono di essere considerati una minoranza lin­guistica nel nostro Paese e come tali desiderano beneficiare delle tutele garantite dalla Costituzione italiana. Le minoranze linguisti­che presenti sul territorio italiano sono tutelate dall’art. 2 della Co­stituzione che riconosce e garantisce, in generale, i diritti inviolabili dell’uomo, come singolo e come comunità, dall’art. 3 della Costitu­zione che afferma la pari dignità sociale di tutti i cittadini e la loro uguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Fondamentale è, tuttavia, l’art. 6 della Costituzione nel qua­le si dichiara esplicitamente che la Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Tuttavia, allo stato attuale, non esiste nel nostro ordinamento al­cuna norma che preveda e disciplini l’inclusione e il riconoscimento delle popolazioni Rom nel concetto di «minoranza etnico-linguistica». Sono state preparate delle proposte di legge (7610 e 7433) in attesa di approvazione.
Sempre con riferimento alla situazione italiana, oltre alla questio­ne etnico-linguistica, è ancora da raggiungere la piena parità di di­ritti e doveri (qualsiasi Rom è tenuto a pagare le tasse, andare a vo­tare, ecc.) il che presuppone un aiuto allo sviluppo secondo i valori e le modalità della loro cultura. Rimane ancora aperta anche la que­stione della loro rappresentatività, soprattutto a livello locale, per­ché possano esprimersi direttamente e partecipare così, responsabil­mente, ai progetti che li riguardano. In particolare è importante che siano i Rom a parlare in prima persona, ad essere presenti là dove si discute o si decide della loro sorte, affermando la propria unità di popolo al di là di ogni suddivisione o contrasto fra gruppi.
Rom italiani desiderano integrarsi nella società italiana, ma chie­dono il rispetto della loro cultura. Infatti il tentativo costante da parte della società civile è quello di assimilarli, in modo che diventi­no il più possibile simili alle persone della società della quale entra­no a far parte, che non si distinguano, che si vestano allo stesso mo­do, che adottino le stesse abitudini, che parlino la stessa lingua della maggioranza. I Rom italiani sono disposti ad essere integrati nella società italiana, ma non sono disposti ad essere assimilati, per cui desiderano inserirsi a tutti i livelli del vivere civile nel rispetto delle loro diversità.
riconoscimento della cultura Rom passa per
- una considerazione urgente delle condizioni di alloggio di colo­ro che sono sedentarizzati;
- una considerazione urgente delle condizioni di accoglienza dei nomadi e seminomadi,
- un riconoscimento del nomadismo come stile di vita volontario;
- un riconoscimento del caravan come habitat di vita;
- un riconoscimento del loro diritto allo spostamento e la possibi­lità di usufruire di aree di sosta attrezzate con l’adattamento dei luoghi agli utenti;
- il sostegno ad installazioni fisse per coloro che si sedentarizzano o pensano di riprendere il viaggio, magari saltuariamente, in parti­colare per il commercio.
Nel settore delle attività professionali i Rom chiedono che:
- venga approvato uno statuto generale alle attività ambulanti;
- venga incoraggiata la riabilitazione dei mestieri tradizionali;
- venga favorito il loro insediamento stabile, mediante aiuti per la costruzione di case e laboratori artigianali;
- che venga attuato un piano sperimentale di avviamento al lavo­ro nelle piccole e medie imprese
- che i Rom abbiano reali tutele contro la discriminazione a scuo­la e sui posti di lavoro.
Si dovrebbe inoltre favorire la creazione di centri culturali zingari, aperti a tutti, come luoghi di incontro delle culture e della comu­nità, come organismi di promozione della lingua, della storia, della cultura, per spettacoli, esposizioni, azioni promozionali volte alla conoscenza della loro cultura per lo sviluppo etico della tolleranza e del rispetto della diversità.
L’ Assemblea generale, pertanto dà mandato al Ce di valorizzare il ruolo della Missione evangelica battista Rom in Italia (Mebri) qua­le referente privilegiato all’interno dell’Ucebi per le problematiche riguardanti i Rom;
avviare campagne di sensibilizzazione attraverso i canali interni ed esterni a disposizione per debellare il pregiudizio e la conse­guente discriminazione nei confronti dei Rom;
coinvolgere la Federazione della chiese evangeliche in Italia nella costituzione di un gruppo di lavoro e pressione presso il Parlamento italiano perché si arrivi al più presto all’approvazione di leggi per la tutela della presenza Rom nel nostro paese,
offrire assistenza, se si rendesse necessario, nei confronti delle au­torità istituzionali dello stato agli associati Mebri in caso di violazio­ni subite dei diritti umani,
attuare, a mezzo Mebri, ogni sforzo per favorire la scolarizzazio­ne dei bambini e delle bambine e l’emancipazione delle donne tra la popolazione Rom associata.

Il presente articolo è tratto da Riforma - SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI Anno 144 - numero 26 - 27 giugno 2008. Ringraziamo la redazione di Riforma (per contatti: www.riforma.it) per averci messo a disposizione questo testo



Giovedì, 26 giugno 2008