razzismo
Riflettete anche voi, giornalisti, su questa Italia senz’anima...

di Roberto Malini

Questo non è un comunicato stampa, ma un invito ai giornalisti affinché riflettano su quanto il razzismo che ammala l’Italia e l’iniquità dei nostri governanti e amministratori siano vicini - moralmente, ma anche civilmente - al "punto di non ritorno"...
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I vescovi italiani lanciano un disperato appello: "Sindaci, non combattete l’elemosina!"

Roma, 28 luglio 2008. Le persone che non hanno perso la via dei Diritti Umani devono schierarsi a fianco dei vescovi italiani, che condannano le ordinanze inique, disumane e incivili che proibiscono ai poveri di chiedere l’elemosina. L’elemosina evangelica è l’espressione reale della virtù teologale della carità, un fondamento del cristianesimo, dell’islamismo, dell’ebraismo e di tutte le principali confessioni. Nel Discorso della Montagna, Gesù Cristo afferma la santità di colui che a causa della povertà tende la mano a chi è più fortunato: "Beati i mendicanti nello spirito, perché il Regno dei Cieli appartiene a loro". L’elemosina, nei secoli, ha consentito a coloro che non posseggono nulla di continuare a vivere, anche nelle nazioni in cui i governanti non si prendevano a cuore la piaga della miseria. I provvedimenti che oggi combattono l’accattonaggio non trovano riscontro nella Storia. Hitler proibì la questua solo durante eventi internazionali come le Olimpiadi di Berlino del 1936, ma non varò mai leggi contro l’elemosina, per evitare di inimicarsi i cittadini credenti. L’Italia tocca il fondo della crudeltà sociale, del razzismo e della repressione delle fasce più vulnerabili della popolazione. Punire l’elemosina non significa solo punire i Rom, cui la feroce discriminazione ha lasciato solo tale estrema forma di sopravvivenza, ma vuol dire rendere ancora più rapida ed efferata l’azione di annientamento del popolo "nomade". Non vi è fine all’orrore. Le città che hanno emesso o stanno per emettere ordinanze contro l’elemosina rappresentano un’Italia senza più etica né spirito di umanità, espressione di un Paese caduto nella barbarie, che sarà presto giudicato dall’Europa e dal mondo per la sua ingiustizia, il suo odio razziale, la sua indole persecutoria nei confronti delle minoranze più deboli. "I poveri non sono mai un fastidio e non si può vincere la povertà togliendo i poveri d’attorno," ha scritto Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana, giudicando con grande severità gli amministratori che dichiarano guerra agli indigenti, che nel Cristianesimo rappresentano l’immagine del Figlio di Dio nel mondo. Roberto Malini

roberto.malini@annesdoor.com



Martedì, 29 luglio 2008