Migranti
Roma: seminario internazionale sulle prospettive del “reinsediamento” in Italia

di Agenzia NEV del 14-11-2007

Roma (NEV), 14 novembre 2007 – “Reinsediamento: quali prospettive per l’Italia?” Un seminario internazionale su questo tema si è svolto a Roma giovedì 8 novembre, su iniziativa del Servizio rifugiati e migranti (SRM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e del Consiglio italiano per i rifugiati (CIR). Circa 50 esponenti di chiese, ONG e governi si sono riuniti per discutere insieme il futuro dell’Italia come paese che riceve i rifugiati attraverso programmi di “resettlement”, cioè di reinsediamento in paesi terzi. Il seminario si è svolto proprio all’indomani dell’arrivo del primo gruppo di rifugiati africani reinsediati in Italia.
Il prefetto Giuseppe Forlani ha spiegato che l’Italia ha fatto dettagliati studi di fattibilità per un programma di reinsediamento nel nostro paese, dove è appena iniziato il progetto pilota “Oltremare” per consentire a una quarantina di eritrei di lasciare un campo profughi in Libia e ricostruirsi una vita nella città di Rieti. Durante il dibattito alcuni partecipanti hanno espresso delle critiche sul fatto che l’Italia intraprenda simili progetti senza prima essersi dotata di un’adeguata legge sull’asilo. Franca Di Lecce, direttrice del SRM/FCEI, ha accolto gli impegni presi dai rappresentanti del governo, affermando che “è incoraggiante vedere come l’Italia si stia impegnando a fornire uno strumento aggiuntivo per la protezione dei rifugiati. Sulla base della nostra esperienza quotidiana, comunque, sappiamo che questo deve necessariamente andare di pari passo con regole efficaci e vincolanti sull’asilo e con condizioni ricettive adeguate”.
Il seminario è parte del progetto “Reinsediamento dei rifugiati – ampliare la base dell’Europa”, coordinato dalla Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), che da tempo promuove attivamente i programmi di reinsediamento presso i governi europei. Ogni anno circa 100.000 rifugiati vengono reinsediati verso gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia, mentre attualmente solo sei paesi dell’Unione europea adottano programmi del genere, reinsediando circa 3.500 profughi ogni anno.



Giovedì, 15 novembre 2007