Sudafrica
Preoccupazione delle chiese per l’ondata xenofoba

di Agenzia NEV del 28-5-2008

Roma (NEV), 28 maggio 2008 - I responsabili di chiese africane temono un’espansione dell’ondata xenofoba scoppiata in Sudafrica. In sole due settimane a Johannesburg e Città del Capo le violenze hanno causato 50 vittime e più di 15mila sfollati. Nel mirino degli aggressori soprattutto somali e zimbabwesi che giungono in Sudafrica a centinaia di migliaia. Si parla di 2 milioni di rifugiati provenienti solo dal vicino Zimbabwe.
Profonda preoccupazione per la situazione è stata espressa ieri dal pastore metodista Mvume Dandala, segretario generale della Conferenza delle chiese di tutta l’Africa (CETA). Dandala, che vive e lavora a Nairobi (Kenya) ma è sudafricano di nascita, negli anni ’90 è stato, insieme al vescovo anglicano e Premio Nobel per la pace Desmond Tutu, tra i mediatori della riconciliazione post-apartheid.
Intanto, nel tentativo di fermare l’ondata di violenze, il Consiglio delle chiese dello Zambia in una lettera inviata lo scorso 21 maggio ha esortato il proprio presidente, Levy Mwanawasa, che è anche a capo della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale, ad indire un tavolo di confronto con i leader di tutta la regione. I responsabili di chiese temono l’allargarsi ai paesi circostanti del clima da “caccia allo straniero”. Serve una risposta sovranazionale a problemi che riguardano tutto il Sud del continente, dicono. “L’integrazione tra le nazioni non può essere solo economica e commerciale, ma riguarda anche la libera circolazione delle persone”, si legge nella missiva.
Alcune chiese sudafricane sono concretamente impegnate nella protezione e nell’accoglienza degli stranieri. Recentemente a Johannesburg, la Central Methodist Church - che ospita un migliaio di immigrati provenienti in massima parte dallo Zimbabwe - è stata però presa d’assalto da una folla di persone determinate a cacciarli dal loro “rifugio”. Diversa la situazione della United Church di Rondebosch a Città del Capo, che in questi giorni ha accolto centinaia di somali sfollati, come riferisce l’Agenzia ecumenica ENI. Il pastore Robert Steiner ha riferito di una solidarietà diffusa tesa “a dare il benvenuto a chi non era stato ben voluto altrove”.



Venerdì, 30 maggio 2008