Opposizione al razzismo
Verso una campagna nonviolenta con un programma costruttivo

di GIOBBE SANTABARBARA

L’opposizione al razzismo non puo’ consistere solo di belle parole e di gesti meramente simbolici, ininfluenti le une come gli altri. Anzi, come scrisse quel medico latinoamericano, esse ed essi appaiono come analoghi all’applauso della plebe ai morituri nell’arena del Colosseo.

L’opposizione al razzismo deve diventare una campagna di resistenza nonviolenta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

E questa campagna di resistenza nonviolenta deve avere un programma costruttivo.

Non basta dire no agli infami provvedimenti governativi - odierni e pregressi -, occorre ottenerne la revoca, ed insieme e subito occorre anche realizzare le alternative possibili e necessarie nel vivo stesso della lotta; alternative pubbliche, anche e soprattutto valorizzando il ruolo e i poteri dei servizi pubblici e delle amministrazioni locali, tali da contrastare praticamente, effettualmente, quegli infami provvedimenti; alternative attraverso cui uscire dalla subalternita’, e dall’apatia.

Alternative attraverso cui agire una politica pubblica dell’accoglienza fondata sulla legalita’ costituzionale, sul riconoscimento della dignita’ e dei diritti di ogni essere umano, sulla consapevolezza che la sicurezza va garantita a tutti, ed in primo luogo a chi ne ha piu’ bisogno.

E ad esempio:

a) Per tutti i migranti il diritto alla mobilita’ nell’unico pianeta che e’ la casa di tutti. Cessi l’apartheid planetario. Vi e’ una sola Terra e vi e’ una sola umanita’.

b) Per tutti i migranti che non hanno commesso alcun reato l’abolizione della detenzione amministrativa, e quindi l’abolizione dei campi di concentramento.

c) Il diritto di voto (elettorato attivo e passivo) in tutte le istituzioni, e il riconoscimento pieno di tutti i diritti civili, per tutte le persone che in un territorio effettualmente risiedono.

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d) Per le persone e le comunita’ comunque viaggianti realizzare anche campi di sosta e campi di transito con strutture e servizi adeguati e regole condivise e responsabilizzanti: campi di sosta e di transito da realizzare in tutti i Comuni o consorzi di Comuni cosi’ da poter avere dimensioni limitate ed autogestibili, con adeguata capacita’ di carico e con rapporti trasparenti e democratici con la pubblica amministrazione erogatrice dei servizi.

e) Difesa intransigente dei diritti dei bambini attraverso il diritto allo studio e all’assistenza e la garanzia di servizi pubblici atti a rendere le condizioni esistenziali, abitative e di socializzazione realmente vivibili. f) Contrasto di ogni forma di discriminazione e persecuzione, difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

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g) Lotta alla schiavitu’ ed ai poteri mafiosi.

h) Lotta al razzismo e al femminicidio.

i) Una politica locale inclusiva e partecipata, fondata sul riconoscimento e l’incontro delle persone e delle culture ed insieme sulle pratiche che inverano i diritti umani fondamentali per tutte e tutti.

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Tutti gli enti locali potrebbero attuare politiche efficaci, e sarebbe ora che lo facessero. Non e’ affatto necessario attendere le elezioni politiche per rovesciare i rapporti di forza parlamentari: le politiche razziste e mafiose possono essere contrastate e sconfitte dal basso, con l’azione amministrativa degli enti locali fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana. Il quadro normativo di riferimento c’e’ gia’. Le esperienze pratiche di rifermento ci sono gia’. Le riflessioni teoriche di riferimento ci sono gia’. Si tratta di piantarla con l’antirazzismo solo a chiacchiere e passare all’antirazzismo concreto.

Tratto da
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La nonviolenza è in cammino


proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

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Numero 517 del 15 luglio 2008



Marted́, 15 luglio 2008