Libertà per i 7 pescatori tunisini detenuti ad Agrigento per aver compiuto unazione umanitaria LArci aderisce e sarà presente al sit-in indetto il 7 settembre davanti alla Prefettura della città siciliana Dichiarazione di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci E in corso ad Agrigento il processo a sette pescatori tunisini, arrestati con laccusa di aver "favorito limmigrazione
clandestina", reato che prevede pene fino a 15 anni di detenzione.
Perseguiti come fossero dei trafficanti, questi pescatori hanno in realtà assolto ad un elementare dovere di solidarietà,
quello di salvare delle vite umane. Mercoledì 8 agosto stava infatti per consumarsi lennesima tragedia in mare, se i 44
migranti che si trovavano su un gommone non fossero stati soccorsi da due motopescherecci tunisini e condotti a riva. Senza
il loro intervento, i naufraghi, tra cui due donne incinta e due bambini, sarebbero probabilmente andati ad ingrossare il
numero dei migranti morti in mare nel tentativo di raggiungere le coste europee.
Questo processo è lennesimo atto della guerra portata avanti dallUnione Europea contro i migranti e i richiedenti asilo.
Dopo la militarizzazione e lesternalizzazione delle frontiere, le espulsioni di massa, gli accordi per centri di
detenzione in paesi dove non vengono rispettati i diritti umani, si decide di mettere sotto accusa e processare la
solidarietà verso le persone in pericolo, con una forte azione di dissuasione verso quei marinai o pescatori che, nel
rispetto del diritto internazionale del mare, oltre che della loro coscienza, decidano di aiutare naufraghi o dispersi. E
leco mediatico di questa vicenda sta già producendo i suoi effetti nefasti, perché in molti casi sullazione di
solidarietà prevale la paura dellincriminazione. Quanto sta accadendo in queste settimane nel Canale di Sicilia è conseguenza diretta dellimpostazione puramente repressiva
della Bossi-Fini che, con la modifica dellart. 12c del T.U. sullimmigrazione ha ulteriormente confuso le responsabilità
di salvataggio nella zona c.d. contigua ai limiti delle acque territoriali. Questa legislazione va cambiata. Il Parlamento deve calendarizzare al più presto la discussione sul disegno di legge
Amato-Ferrero perché finalmente in questa materia si determini quella svolta di cui cè urgente bisogno.
LArci parteciperà al sit-in indetto per venerdì 7 settembre alle ore 11 davanti alla Prefettura di Agrigento, per
chiedere limmediato rilascio degli arrestati e ribadire che la solidarietà non può diventare un reato. Roma, 3 settembre 2007
Mercoledì, 05 settembre 2007
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