Concorso di scrittura rivolto a soli immigrati
Non solo lavoratori ma anche letterati!

di Alberto Mori

Premiazione a Milano l’11 maggio scorso. Iniziativa voluta dall’ufficio per la pastorale dei migranti meneghina assieme all’Ismu.


Giorni di passione per gli immigrati in Italia, la politica e i mass media lanciano tuoni e fulmini sul problema sicurezza e criminalità legato ai clandestini.
Problema piuttosto che risorsa, capro espiatorio dei mali italiani anziché presenza preziosa per lo sviluppo del nostro Paese.
“Rumeno” stupra italiana, ragazza rom rapisce un bambino ecco gli eventi che fanno notizia mentre passa inosservato la premiazione di un concorso di scrittura rivolto a soli immigrati.
La cornice di quest’evento è Milano e più precisamente in una piazzola situata d’innanzi alla basilica di San Lorenzo e il giorno è il passato 11 Maggio.
Il nome del concorso è immicreando, manifestazione fortemente voluta dall’ufficio per la pastorale dei migranti meneghina assieme all’Ismu.
Segno di rottura con i soliti schemi che dipingono l’immigrato solo come tenace lavoratore tralasciando gli altri aspetti caratterizzanti qualsiasi essere umano.
Aspiranti poeti, scrittori scelti per le spiccate doti d’espressività artistica, intuizione e creatività, ecco i cittadini adottivi di Milano che per questo concorso si sono dovuti cimentare con un tema scelto dalla giuria di immicreando bello tosto: “La mia lingua madre e la mia nuova lingua italiana”.
Di fronte ad una folla multietnica ed ad una giornata particolarmente solare salgono orgogliosi sul palco allestito per l’evento i premiati.
Abbiamo il primo premio assegnato ad Ouro Akpo Badessirou , cittadino del Togo,autore del racconto “Imparare una nuova lingua: che felicità”: grande capacità di tessere con una certa fluidità la trama di un vissuto personale composto da diverse lingue e l’enorme forza di volontà nell’imparare una nuova lingua, l’italiano!
Il racconto “In Ucraina” di Tetyana Rusnak ottiene la seconda piazza: un racconto semplice che narra dell’amore per la parola, imparato in famiglia che ne fa una maestra in ucraina e, ironia della sorte,proprio i bambini della famiglia per cui lavora saranno i suoi maestri in Italia.Una piccola esperienza come traduttrice dilettante le permette di realizzare che ora l’italiano è la sua seconda lingua madre.
Con gran gioia riceve il terzo premio Berner Panti Quispe, ragazzo peruviano, con un racconto struggente dal titolo “Ho imparato”: dal suo scritto emerge il dolore che genera il parlare un codice diverso, , tanto da trasformare l’esuberanza di un bambino di quartiere di Lima nella quiete solitudine del ragazzino immigrato a Genova.La sua grande capacità di apprendimento della lingua lo faranno diventare in seguito insegnante di italiano a stranieri fino a far diventare l’italiano lingua dei suoi sogni.
Gli applausi verso questi premiati scrosciano a volontà, si respira un’aria di un mondo senza confini e barriere e tutto ciò grazie ad immicreando, evento che nessun giornalista ha voluto seguire, forse troppo impegnati a trascrivere i beceri commenti dei leghisti che piovono ogni giorno sull’immigrazione!



Giovedì, 22 maggio 2008