Schede
Rom e sinti (in Italia 140.000 circa, dei quali 70.000 cittadini italiani): origine e migrazioni

l termine che gli zingari usano maggiormente per definirsi è rom (al plurale: Rom, o più raramente, roma) e significa uomo, maschio, marito. È questo il nome che ormai usano per designare tutto il loro popolo anche se i rom che nel tardo medioevo ( XIV-XV secolo), nelle loro migrazioni dal Pakistan e dal’India, arrivarono in Occidente (Germania, Austria, Boemia, Slovenia ed Italia del Nord ) preferiscono essere chiamati Sinti. Il nome deriva da Sindh: la regione del Pakistan occidentale, attraversata dal fiume Indo, dalla quale erano partiti. Gli zingari dell’Iran non conoscono e quindi non usano il nome rom (o roma), quelli di Spagna preferiscono chiamarsi Kalo (plurale: Kale) e quelli dell’Armenia usano per se stessi il termine Lom.
L’origine della lingua dei rom e dei sinti deriva dal sanscrito, la lingua letteraria dell’India antica, ancor oggi usata nelle cerimonie religiose più importanti.
Questa lingua originaria ha subito però delle notevoli influenze da parte delle diverse realtà linguistiche con le quali gli zingari vennero in contatto nel loro peregrinare: con la lingua iraniana, l’armeno, le lingue slave, l’albanese, l’ungherese, il rumeno, il greco, ecc., frammentandosi così in diversi dialetti che conservano però un fondo comune.
Questo popolo, che per molto tempo ha abitato poi le regioni dei Balcani, usa inoltre chiamarsi con altri nomi che ricordano il lavoro che facevano in quelle regioni. Così troviamo i nomi Lovara, dalla radice linguistica ungherese lov (significa cavallo e ci ricorda che erano bravi allevatori di cavalli), e Kalderas, dal tardo latino usato in Romania caldaria che significa paiolo; molti zingari lavoravano infatti come fabbri, ramai, riparatori di casseruole.



Martedì, 08 luglio 2008