"TUKOPAMOJA"
LE MISSIONARIE COMBONIANE PER I ROM E TUTTI I MIGRANTI

di Agenzia MISNA del 10-7-2008

ITALIA 10/7/2008 8.44



“Nella complessità del mondo contemporaneo, in Europa e soprattutto in Italia, non dobbiamo mai dimenticare che siamo anche noi un popolo di migranti e che, prima di mettere un immigrato su un aereo per rimandarlo in patria, converrebbe interrogarsi sui fattori esogeni che hanno determinato la scelta di migrare e di quanto i migranti hanno già dato e stanno dando ai nostri paesi”: lo ha detto alla MISNA Suor Maria Teresa Ratti, missionaria comboniana e direttrice del mensile ‘Combonifem’, che dedica il numero di questo mese alla questione migranti e Rom. Il giornale delle comboniane ha anche lanciato una petizione online – che ha finora raccolto alcune centinaia di firme – contro la proposta italiana di schedare, attraverso impronte digitali, i bambini Rom; “perché contrassegnare un gruppo di persone per la loro nascita è semplicemente perpetuare la primitiva pratica del capro espiatorio” sottolineano le promotrici dell’iniziativa. Solitamente i comboniani e le comboniane vengono associate all’Africa, cara al loro fondatore, san Daniele Comboni, ma “l’Africa non è soltanto un contesto geografico” sottolinea Suor Ratti: “Nel mondo globalizzato in cui viviamo, dobbiamo tener conto della nuova dimensione della missione, che è anche in casa nostra. Prendere le difesa di una comunità, come stiamo facendo per i Rom, è prendere le difese di tutti gli immigrati”. Nel suo piccolo, continua la missionaria, “questa nostra iniziativa vuole anche farci sentire vicini gli uni dagli altri partendo dal basso”. Dopo sei anni vissuti negli Stati Uniti, 17 anni in Kenya e uno in Zambia, riferisce ancora Suor Ratti alla MISNA, “non sono mai stata accolta come una extracomunitaria, ma con generosità e calore, e sempre con la parola “Karibu”, benvenuta”. Dall’Africa, conclude la missionaria, “occorrerebbe trarre un insegnamento ormai dimenticato nelle nostre società ‘sviluppate’, dove l’egoismo e l’individualismo hanno preso il soppravvento: si dice ‘tukopamoja’, ‘essere insieme’”. [CC]

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Giovedì, 10 luglio 2008