[Riportiamo il seguente documento sottoscritto da illustri scienziati. Esso e stato promosso dalla Regione Toscana, il cui presidente lo presenta come segue: "In occasione del settantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali, avvenuta nella Tenuta di San Rossore il 5 settembre 1938 dal re dItalia Vittorio Emanuele III, abbiamo voluto smontare larchitettura tanto accurata quanto infame che fu posta dal regime fascista a sostegno del razzismo e dellantisemitismo italiano. E con questa intenzione che ho chiesto al prof. Marcello Buratti di coordinare la stesura di un Manifesto degli scienziati antirazzisti, specularmene opposto a quello del 1938, riportato qui di seguito e accompagnato da firme autorevoli e prestigiose. Sono certo che cittadini, giovani, donne e uomini di cultura, operatori sociali, rappresentanti delle istituzioni, condividendo il significato delliniziativa vorranno aderire aggiungendo di seguito i loro nomi. Claudio Martini, Presidente Regione Toscana"]
I. Le razze umane non esistono. Lesistenza delle razze umane e unastrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente associate a differenze "psicologiche" e interpretate sulla base di pregiudizi secolari. Queste astratte suddivisioni, basate sullidea che gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti, sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare arbitrariamente uomini e donne in "migliori" e "peggiori" e quindi discriminare questi ultimi (sempre i piu deboli), dopo averli additati come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi.
II. Lumanita, non e fatta di grandi e piccole razze. E invece, prima di tutto, una rete di persone collegate. E vero che gli esseri umani si aggregano in gruppi dindividui, comunita locali, etnie, nazioni, civilta; ma questo non avviene in quanto hanno gli stessi geni ma perche condividono storie di vita, ideali e religioni, costumi e comportamenti, arti e stili di vita, ovvero culture. Le aggregazioni non sono mai rese stabili da Dna identici; al contrario, sono soggette a profondi mutamenti storici: si formano, si trasformano, si mescolano, si frammentano e dissolvono con una rapidita incompatibile con i tempi richiesti da processi di selezione genetica.
III. Nella specie umana il concetto di razza non ha significato biologico. Lanalisi dei Dna umani ha dimostrato che la variabilita genetica nelle nostra specie, oltre che minore di quella dei nostri "cugini" scimpanze, gorilla e orangutan, e rappresentata soprattutto da differenze fra persone della stessa popolazione, mentre le differenze fra popolazioni e fra continenti diversi sono piccole. I geni di due individui della stessa popolazione sono in media solo leggermente piu simili fra loro di quelli di persone che vivono in continenti diversi. Proprio a causa di queste differenze ridotte fra popolazioni, neanche gli scienziati razzisti sono mai riusciti a definire di quante razze sia costituita la nostra specie, e hanno prodotto stime oscillanti fra le due e le duecento razze.
IV. E ormai piu che assodato il carattere falso, costruito e pernicioso del mito nazista della identificazione con la "razza ariana", coincidente con limmagine di un popolo bellicoso, vincitore, "puro" e "nobile", con buona parte dellEuropa, dellIndia e dellAsia centrale come patria, e una lingua in teoria alla base delle lingue indo-europee. Sotto il profilo storico risulta estremamente difficile identificare gli arii o ariani come un popolo, e la nozione di famiglia linguistica indo-europea deriva da una classificazione convenzionale. I dati archeologici moderni indicano, al contrario, che lEuropa e stata popolata nel Paleolitico da una popolazione di origine africana da cui tutti discendiamo, a cui nel Neolitico si sono sovrapposti altri immigranti provenienti dal Vicino Oriente. Lorigine degli italiani attuali risale agli stessi immigrati africani e mediorientali che costituiscono tuttora il tessuto perennemente vivo dellEuropa. Nonostante la drammatica originalita del razzismo fascista, si deve allalleato nazista lidentificazione anche degli italiani con gli "ariani".
V. E una leggenda che i sessanta milioni di italiani di oggi discendano da famiglie che abitano lItalia da almeno un millennio. Gli stessi romani hanno costruito il loro impero inglobando persone di diverse provenienze e dando loro lo status di cives romani. I fenomeni di meticciamento culturale e sociale, che hanno caratterizzato lintera storia della penisola, e a cui hanno partecipato non solo le popolazioni locali, ma anche greci, fenici, ebrei, africani, ispanici, oltre ai cosiddetti "barbari", hanno prodotto librido che chiamiamo cultura italiana. Per secoli gli italiani, anche se dispersi nel mondo e divisi in Italia in piccoli stati, hanno continuato a identificarsi e ad essere identificati con questa cultura complessa e variegata, umanistica e scientifica.
VI. Non esiste una razza italiana ma esiste un popolo italiano. LItalia come nazione si e unificata solo nel 1860 e ancora adesso diversi milioni di italiani, in passato emigrati e spesso concentrati in citta e quartieri stranieri, si dicono e sono tali. Una delle nostre maggiori ricchezze, e quella di avere mescolato tanti popoli e avere scambiato con loro culture proprio "incrociandoci" fisicamente e culturalmente. Attribuire ad una inesistente "purezza del sangue" la "nobilta" della "Nazione" significa ridurre alla omogeneita di una supposta componente biologica e agli abitanti dellattuale territorio italiano, un patrimonio millenario ed esteso di culture.
VII. Il razzismo e contemporaneamente omicida e suicida. Gli imperi sono diventati tali grazie alla convivenza di popoli e culture diverse, ma sono improvvisamente collassati quando si sono frammentati. Cosi e avvenuto e avviene nelle nazioni con le guerre civili e quando, per arginare crisi, le minoranze sono state prese come capri espiatori. Il razzismo e suicida perche non colpisce solo gli appartenenti a popoli diversi ma gli stessi che lo praticano. La tendenza allodio indiscriminato che lo alimenta, si estende per contagio ideale ad ogni alterita esterna o estranea rispetto ad una definizione sempre piu ristretta della "normalita". Colpisce quelli che stanno "fuori dalle righe", i "folli", i "poveri di spirito", i gay e le lesbiche, i poeti, gli artisti, gli scrittori alternativi, tutti coloro che non sono omologabili a tipologie umane standard e che in realta permettono allumanita di cambiare continuamente e quindi di vivere. Qualsiasi sistema vivente resta tale, infatti, solo se e capace di cambiarsi e noi esseri umani cambiamo sempre meno con i geni e sempre piu con le invenzioni dei nostri "benevolmente disordinati" cervelli.
VIII. Il razzismo discrimina, nega i collegamenti, intravede minacce nei pensieri e nei comportamenti diversi. Per i difensori della razza italiana lAfrica appare come una paurosa minaccia e il Mediterraneo e il mare che nello stesso tempo separa e unisce. Per questo i razzisti sostengono che non esiste una "comune razza mediterranea". Per spingere piu indietro lAfrica gli scienziati razzisti erigono una barriera contro "semiti" e "camiti", con cui piu facilmente si puo entrare in contatto. La scienza ha chiarito che non esiste una chiara distinzione genetica fra i mediterranei dEuropa (occidentali) da una parte gli orientali e gli africani dallaltra. Sono state assolutamente dimostrate, dal punto di vista paleontologico e da quello genetico, le teorie che sostengono lorigine africana dei popoli della terra e li comprendono tutti in ununica razza.
IX. Gli ebrei italiani sono contemporaneamente ebrei ed italiani. Gli ebrei, come tutti i popoli migranti (nessuno e migrante per libera scelta ma molti lo sono per necessita) sono sparsi per il mondo ed hanno fatto parte di diverse culture pur mantenendo contemporaneamente una loro identita di popolo e di religione. Cosi e successo ad esempio con gli armeni, con gli stessi italiani emigranti e cosi sta succedendo con i migranti di ora: africani, filippini, cinesi, arabi dei diversi Paesi, popoli appartenenti allEst europeo o al Sud America ecc. Tutti questi popoli hanno avuto la dolorosa necessita di dover migrare ma anche la fortuna, nei casi migliori, di arricchirsi unendo la loro cultura a quella degli ospitanti, arricchendo anche loro, senza annullare, quando e stato possibile, ne luna ne laltra.
X. Lideologia razzista e basata sul timore della "alterazione" della propria razza eppure essere "bastardi" fa bene. E quindi del tutto cieca rispetto al fatto che molte societa riconoscono che sposarsi fuori, perfino con i propri nemici, e bene, perche sanno che le alleanze sono molto piu preziose delle barriere. Del resto negli umani i caratteri fisici alterano piu per effetto delle condizioni di vita che per selezione e i caratteri psicologici degli individui e dei popoli non stanno scritti nei loro geni. Il "meticciamento" culturale e la base fondante della speranza di progresso che deriva dalla costituzione della Unione Europea. UnItalia razzista che si frammentasse in "etnie" separate come la ex-Jugoslavia sarebbe devastata e devastante ora e per il futuro. Le conseguenze del razzismo sono infatti epocali: significano perdita di cultura e di plasticita, omicidio e suicidio, frammentazione e implosione non controllabili perche originate dalla ripulsa indiscriminata per chiunque consideriamo "altro da noi".
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Enrico Alleva, docente di Etologia, Istituto Superiore di Sanita, Roma;
Guido Barbujani, docente di Genetica di popolazioni, Universita di Ferrara;
Marcello Buiatti, docente di Genetica, Universita di Firenze;
Laura dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta, Perugia;
Elena Gagliasso, docente di Filosofia e Scienze del vivente, Universita La Sapienza, Roma;
Rita Levi Montalcini, neurobiologa, premio Nobel per la Medicina;
Massimo Livi Bacci, docente di demografia, Universita di Firenze; Alberto Piazza, docente di Genetica umana, Universita di Torino;
Agostino Pirella, psichiatra, cofondatore di Psichiatria democratica, Torino;
Francesco Remotti, docente di Antropologia culturale, Universita di Torino; Filippo Tempia, docente di Fisiologia, Universita di Torino;
Flavia Zucco, dirigente di ricerca, presidente dellAssociazione Donne e Scienza, Istituto di medicina molecolare, Cnr.
Manifesto in formato PDF 
Mercoledì, 09 luglio 2008
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